Perdere, ritrovare e costruire le radici | IT.A.CÀ Parco Nazionale Monti Sibillini 2024

Cercare il significato del perdere, ritrovare e costruire le radici nella complessità del mondo contemporaneo | Tappa Parco Nazionale dei Monti Sibillini – V edizione

È sempre un atto in cui ci sentiamo fortemente chiamati in causa, quello di realizzare un festival sul turismo responsabile in un luogo ancora aggravato dai terremoti che l’hanno colpito 8 anni fa. Territori dove case, economie e beni immateriali ancora mancano. Per questo una delle prime scelte che come C.A.S.A., l’associazione che coordina la tappa, abbiamo preso 3 edizioni fa è stata quella di metterci in rete con altre realtà che nel territorio del Parco si muovono con intenti comuni.

Anche quest’anno quindi insieme alle associazioni Arquata Potest, il Giardino delle Farfalle ed Alcina, ci siamo messi in viaggio per ri-scoprire il valore e i saperi di quei luoghi che ci appartengono sollecitati dal tema delle radici in movimento.

Le radici sono uno snodo narrativo per chi questi territori li vive da abitante o da viandante, un incrocio dove trovarsi, ri-trovarsi, creare nuove connessioni che a sua volta germogliano da nuove radici. Un tema complesso, ma che abbiamo voluto affrontare agendo e non riflettendo. 

Raccontiamo quindi le azioni che hanno animato il festival: abbiamo camminato, narrato, danzato, applaudito, costruito e cucinato. Abbiamo camminato a Cessapalombo raggiungendo una carbonaia ancora in funzione scoprendo a cosa serve e a cosa serviva in passato. Abbiamo raggiunto i luoghi dell’eccidio nazifascista di Montelago, abbiamo poi ammirato i preparativi della festa sugli antichi sapori che si stava allestendo per i giorni a seguire nel paese. Abbiamo camminato a Fiastra per un sentiero risistemato che mantiene ancora i suoi muretti a secco e che porta alla frazione di San Giovanni, non abitata da più di 50 anni, dove si trovano ruderi di abitazioni, mura di chiese e i resti della fornace.

Abbiamo fatto un’altra escursione di 17km ad Arquata del Tronto affiancando una meravigliosa panoramica del Monte Vettore e lasciato alle spalle varie fonti d’acqua che raccontano la vita del passato. Con le mani in pasta abbiamo cucinato e gustato al Giardino delle Farfalle i “Suricitti”, antico piatto locale. E ognuno a casa propria ha cucinato le ricette delle nostre tradizioni, quelle trascritte nei ricettari personali, tramandate dalla mamma, dalla nonna o che abbiamo scoperto nei viaggi, e che abbiamo condiviso nella cena di chiusura a Ussita.

Sempre con le mani, a Ussita abbiamo costruito Nomadie, una struttura autoportante di Lorenzo Malloni che indaga la crisi dell’abitare e abbiamo posato le sedute di arredo urbano in cemento realizzate da Centauroos (startup di architetti che lavora nel cratere sismico), fatte tramite stampante 3d con una parte delle macerie del sisma e che a C.A.S.A. sono state donate. Dalle sedute ci siamo alzati e abbiamo applaudito al ritmo della musica delle Travel songs di Emiliano Battistini e delle storie narrate con organetto, chitarra e percussioni da Chiara Cerri tratte dal suo libro “Sulla faglia”.

Più pacatamente, ma con la massima attenzione, abbiamo ascoltato Alessandro Chiappanuvoli che ci ha spiegato come si realizza un podcast e, tornando con un salto spazio-temporale, a Fiastra, abbiamo ascoltato le parole di Stefano Bianchi e Mauro Angelo Blanchi, rispettivamente storico esperto della storia del Castello Magalotti e parente di una famiglia immigrata più di 100 anni fa in Argentina che si è messa alla ricerca delle proprie radici familiari. E riavvolgendo ancora il nastro, la prima sera del festival abbiamo danzato al ritmo del balfolk degli Organetto a cucù che ci hanno deliziato per più di due ore. Per infine, anche se non per ultimo, radicarci con la pratica di Yoga di Francesca Conti di fronte al monumento di Piero Capuzi.

Ringraziamenti:

Alcune persone rendono sempre speciale questa tappa di IT.A.CÀ…un grazie di cuore a Patrizio e Fabiana de Il Giardino delle Farfalle che senza soluzione di continuità ci hanno accompagnato in escursione, insegnato a cucinare, dato in gestione a grosso rischio il loro gazebo per il concerto mentre elargivano sorrisi e sfornavano pizze; Simona, Antonella e Marcello di Alcina, sempre importanti le idee che portate grazie alla vostra lunga esperienza nel Parco, Stefano Bianchi e il suo bellissimo vestito di un tempo, Mauro Angelo Blanchi e la sua famiglia per il bellissimo Powerpoint con l’albero genealogico (ma, scherzi a parte, grazie a entrambi per le loro preziose parole). 

Andrea di Arquata Potest, che riesce sempre a metterci in cammino alla domenica mattina presto con le sue escursioni lungo i bordi di quel paese, dei 4 della tappa, che sicuramente sta soffrendo di più nella ricostruzione; Sonia, Pierluigi, Simona, Damian e tutta la rete di IT.A.CÀ nazionale che ci aiuta a guardare oltre e altrove, su turismo, responsabilità, abitare; Augusto Ciuffetti che se raccogliessimo tutti i suoi interventi puntuali e importanti al nostro festival potremmo fare un pubblicazione storica non da poco, anzi. Un grazie ad Italea Marche nella persona di Julian Corradini che ha ospitato gli Organetto a cUkù (Federico Cippitelli, Marco Fermani).

A tutti gli ospiti della tappa di Ussita: Alessandro Chiappanuvoli, Lorenzo Malloni, Francesca Conti, Silvia Bernardini, Centauroos (Marco Galasso, Roberto Cognoli, Giovanni Marinelli), Chiara Cerri, Eleonora Casarola, Irene Donnini ed Emiliano Battistini; a tutto lo staff di C.A.S.A. per la progettazione e la realizzazione della tappa: Chiara Caporicci, Mauro Pennacchietti, Stefania Minciullo, Ilaria Tonti, Sofia Bonacucina, Patrizia Vita; a tutti gli amici e le amiche che spontaneamente ci hanno dato una mano. E come sempre un grazie alle comunità dei nostri paesi, sempre pronte ad accogliere le persone, ad ascoltarci e a farsi ascoltare.

Ci vediamo il prossimo anno: intanto buon viaggio 🙂

Roberto Rettura
Socio fondatore dell’Associazione C.A.S.A – Cosa Accade Se Abitiamo
Coordinatore Tappa Parco Nazionale dei Monti Sibillini 2024
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Roberto Rettura

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