Inaugurazione mostra REASON FOR MIGRATION
Con la presenza dell’autore Manoocher Deghati
Visitabile fino a domenica 9 Settembre 2018
Orari di apertura al pubblico del Santuario > dalle h9.00 alle h13.00 e dalle h14.30 alle h19.30.
BIOGRAFIA ARTISTA
Manoocher Deghati nasce in Iran nel 1954 ed è uno dei fotoreporter viventi con più riconoscimenti e più presenze sul campo nell’ambito del fotogiornalismo di guerra. Ha collaborato con testate prestigiose come National Geographic, Time, Life Press, Newsweek, Figaro, Marie-Claire.
Considerato oramai cittadino del mondo, ha reso possibile con i suoi scatti una documentazione crudele e viva dei fatti che si sono susseguiti in Iran (per SIPA PRESS, BLACK STAR, TIME, LIFE), in Francia (per KEYSTONE), a Los Angeles (per SIPA PRESS), in Costa Rica (per AFP), permettendo al pubblico internazionale di essere informato attraverso le immagini, a dispetto delle distanze geografiche e culturali.
Documenta il conflitto israelo-palestinese a Ramallah per WEST BANK e nel settembre 1996, durante il reportage, rimane ferito. Un episodio simile si ripeterà nel 2000 durante la parentesi lavorativa parigina con AFP, quando rimarrà nuovamente ferito durante il servizio per la visita del Primo Ministro francese a Ramallah.
Creatore e direttore della unitá fotografica d’UN-OCHA/IRIN, l’Agenzia Stampa Umanitaria delle Nazioni Unite a Nairobi, ha ricoperto anche il ruolo di osservatore internazionale delle Nazioni Unite in occasione delle elezioni della Loya Jirga nel 2000. Manoocher Deghati, oltre ad essere una delle personalità più influenti nel panorama della fotografia contemporanea, è oggi reporter per National Geographic (Francia-Siria-SudanTurchia-Abu Dhabi-Italia), UNESCO, European Commission e Figarò ed è docente per i Masterclass di World Press Photo Amsterdam.
Tra i premi conquistati durante i suoi numerosi viaggi: I e III premio per il World Press Photo (nel 1983 e 1986), I premio per il Fuji Price, il Georges Benderheim e sei volte “Miglior foto del mese” per l’AFP.
In occasione della tappa abruzzese del Festival, il museo Stauròs, inaugurato nel 1994 per raccogliere il percorso della Biennale Internazionale di arte sacra contemporanea e situato nel nuovo santuario di San Gabriele dell’Addolorata, uno dei luoghi di pellegrinaggio più frequentati nel mondo, ospiterà per tre giorni 30 scatti del fotografo Iraniano, con l’obiettivo di mostrare le ragioni delle migrazioni.