Fotografare significa appropriarsi della cosa che si fotografa. Significa stabilire con il mondo una relazione particolare che dà una sensazione di conoscenza, e quindi di potere
Susan Sontag
Paolo Marchetti è il Fotogiornalista Internazionale che interpreta magistralmente quello che da sempre ci siamo aspettati e immaginati da un professionista che gira il mondo per coprire con anima e cuore storie da lui stesso ideate e realizzarle. Osservando i suoi lavori, salta subito all’occhio che non ci si trova davanti ad un semplice reportage, c’è qualcosa in più. Ed è questo qualcosa che gli permette di pubblicarle sui magazine più importanti a livello internazionale e di vincere i premi più prestigiosi al mondo. Nelle interviste più recenti Marchetti stesso fa notare che fotografare rappresenta il presupposto per lo scambio umano che cerca, questo processo si compie sia tra i soggetti ritratti e il fotografo che tra l’immagini realizzate e i lettori. Ci sono sempre due persone in ogni foto: il fotografo e l’osservatore.
Ansel Adams Marchetti è rappresentato dall’agenzia Getty Images e Verbatim, pubblica i suoi lavori in magazine internazionali come: Time Magazine, Newsweek, New York Times, Vanity Fair, 6MOIS, Sunday Times, Days Japan, L’Espresso, Guardian, Geo, De-Spiegel, National Geographic USA, e molti altri.
Il suo progetto principale lo ha realizzato in Europa, lavorando per 5 anni in 5 differenti paesi europei, affrontando un’analisi politico-antropologica sul sentimento della rabbia e sul risveglio del fascismo chiamato “FEVER”. Questo progetto è stato pubblicato per 27 volte in tutto il mondo e ha ricevuto più di 20 Awards. E’ Uno dei pochi fotografi italiani che abbia mai lavorato per l’edizione internazionale di National Geographic Magazine e il suo progetto a lungo termine, sugli animali allevati per produrre beni di lusso, ha attirato l’attenzione di Sarah Leen, direttore del settore fotografico della rivista, che ha ingaggiato Marchetti al fine di ampliare il progetto “The Price of Vanity”.
«Fotografia vuol dire fertilità – questo l’ho imparato dalle donne – e la fertilità è uno dei concetti più potenti che io conosca: tutto nasce da quella energia, e la fotografia è il mio modo di tradurla in un gesto. È il senso di gratitudine verso la vita a tener viva la mia passione, perché quello che mi interessa non è tanto realizzare immagini, ma piuttosto le conseguenze delle scelte che faccio come fotografo. Quando espongo il fotogramma in realtà sto esponendo me stesso». Paolo Marchetti
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