Itinerario per la città di Bologna, seguendo le piste della mappa Bologna is Fair, presentata il 26 maggio alle Serre dei Giardini Margherita all’interno del Festival IT.A.CÀ.
Una guida alla città che mette al centro le realtà fortemente legate alla sostenibilità, al commercio equo e solidale, alle pari opportunità e al consumo critico. Un approccio a Bologna con uno sguardo nuovo e attento che diventa non solo una proposta turistica ma soprattutto un tour per gli abitanti di Bologna.
Il percorso prevede la sosta e/o visita presso alcuni punti di interesse storico o sociale, in linea con il principio di vivere una città in maniera sostenibile e solidale.
Da via Mascarella al parco della Montagnola
- via Mascarella →Estravagario
- Via Irnerio → Orto botanico (accenno, da verificare il tempo)
- Via Mascarella→ Modo infoshop
- Via Belle arti/piazza Verdi→da palazzo Bentivoglio al giardino del Guasto
- Via San Leonardo→ la Leonarda
- Via San Vitale→Gelatauro
- Strada Maggiore→ C’è un mondo (in alternativa Birreria popolare)
- Via Rizzoli→Bottega del mondo, Centro natura
- Via Piella/Irnerio→Dynamo
INFO E PRENOTAZIONI
ExAequo Bottega del Mondo | segreteria@exaequo.bo.it | Facebook
DESCRIZIONE DEL PERCORSO DETTAGLIATO
- Si parte da via Mascarella presso la porta omonima per visitare Estravagario. E’ uno spazio che si propone come punto di incontro e di relax, dove il piacere di una buona colazione, di un pranzo o di una cena contribuiscono al rispetto ambientale e allo sviluppo umano e sociale dei produttori che sono all’origine degli alimenti degustati, prodotti di stagione, ingredienti bio e fairtrade, cucina vegetariana e vegana.
- Si prosegue fino ad incrociare Via Irnerio. Volendo, avanziamo verso i viali per raggiungere l’orto botanico, una piccola ma gradevole passeggiata nel verde; lungo la via sono posti gli antichi istituti universitari di varie facoltà.
- Si prende poi via Mascarella, all’inizio della quale è posta una lapide a ricordo dell’uccisione dello studente Francesco Lo Russo ad opera della polizia durante le manifestazioni studentesche del 1977. Poco oltre troviamo la libreria Modo infoshop il cui campo d’interesse è quello della cultura e delle arti contemporanee, dei nuovi media, dei movimenti sociali e delle controculture. Parte integrante del progetto è la programmazione a cadenza settimanale di incontri, letture, ascolti e performances musicali, proiezioni video e mostre. In particolare viene dato spazio alla piccola e media editoria, autoproduzioni, fumetto e multimedia. L’impresa è sostenuta da un bar aperto a fianco della libreria.
- Raggiungiamo via Belle Arti (sede della Pinacoteca Nazionale) e attraversiamo il cuore della zona universitaria passando davanti al cinquecentesco palazzo Bentivoglio ed al giardino del Guasto, che un tempo era parte del palazzo, rimasto in abbandono sino a metà del Settecento, quando su buona parte dell’area sorse il Teatro Comunale; la parte rimasta fu delimitata ai primi dell’Ottocento da muri di sostegno in selenite. Ora è curato da un’associazione di cittadini che tenta di preservarne il degrado.
- Sbuchiamo in Piazza Verdi, sede dello storico teatro comunale e, se la giornata è quella giusta, potremo anche incontrare i produttori di Campiaperti al mercato settimanale di piazza Verdi. Proseguiamo per giungere in via San Leonardo, dove si può visitare la Leonarda, il negozio vintage dell’Associazione Piazza Grande che lavora nell’ambito dell’emarginazione sociale, in sostegno alle persone senza dimora, per difenderne i diritti e favorirne il reinserimento all’interno della società.
- Arriviamo in via San Vitale ed incontriamo il Gelatauro, che produce gelati e pasticcini di produzione propria a base di prodotti biologici. Dall’altra parte della strada incontriamo il teatro San Leonardo, sede del Centro di Ricerca Musicale che promuove dal 1991 Angelica, Festival Internazionale di Musica.
- Risaliamo via San Vitale per voltare a sinistra in via Begatto dove possiamo osservare la casa dell’ex orfanotrofio di San Leonardo, un piccolo fabbricato del XIV secolo, che presenta portico a colonne con puntoni in legno e un forte pilastro in laterizio nell’angolo. Da via Begatto arriviamo in Strada Maggiore e, dopo aver ammirato lo splendido portico di Santa Maria dei Servi e il seicentesco palazzo Davia Bargellini, sede del museo civico d’arte industriale, una breve deviazione lungo via Guerrazzi ci premette di giungere a C’è un mondo, negozio equo e bio, che propone linee di abbigliamento che rispondono a precisi standard di eticità: il cotone certificato biologico, le tessiture artigianali, le colorazioni sostenibili dal punto di vista ambientale e del rispetto della salute dei lavoratori e realtà sartoriali sociali che favoriscano l’economia solidale. Nel caso non fosse possibile visitare la bottega continueremo per strada Maggiore fino ad incontrare la Birreria popolare in via dal Luzzo, dove i gestori prestano particolare attenzione ai birrifici piccoli, bio, vegan e ad un lato sociale dell’imprenditorialità.
- Torniamo in strada Maggiore e ci incamminiamo verso il centro incontrando sul nostro cammino la torre degli Oseletti che fu mozzata, in un anno imprecisato, di almeno 30 metri, e di cui si può vedere sotto il portico la base di selenite. A fianco della torre possiamo vedere lo storico palazzo Sanguinetti, sede del Museo internazionale e biblioteca della musica. Raggiungiamo così Via Rizzoli e le due torri e proseguiamo un poco per una sosta in via Altabella da Exaequo bottega del mondo, che si occupa di distribuire i prodotti del commercio equo e solidale nel territorio bolognese e promuovere il Fair Trade nella sua valenza sociale ed educativa, commercializzando i prodotti provenienti dal Sud del mondo. Un’altra breve sosta presso il Centro Natura, uno spazio dedicato al benessere, alla ricerca interiore, all’incontro con altre culture, con ristorante biologico vegetariano.
- Per giungere alla meta finale tralasciamo la trafficata via dell’Indipendenza e percorriamo alcune stradine interne fra cui via Piella, una delle caratteristiche vie di Bologna, da dove, attraverso una piccola finestra, si può vedere uno dei canali che facevano sì che Bologna fosse chiamata anche città d’acque. Ed infine arriviamo allo spazio di Mobike-Dynamo: dalla necessità di un parcheggio custodito per bici in zona Stazione, nasce l’idea di un luogo che unisca servizi ai ciclisti, socialità, cultura e divulgazione. Dynamo occupa i locali del Pincio, l’interno della scenografica scalinata di accesso alla Montagnola. I grandi locali sotto la scala hanno avuto, nei decenni, gli usi più diversi: prima deposito comunale poi, durante la seconda guerra mondiale, arricchito di due tunnel fu adibito a rifugio antiaereo.