Turismo sostenibile tra le Dolomiti, esplorando la Val di Zoldo

“Sani! Vegn inte!” (“Ciao, entrate!”): la porta in castagno dell’antica abitazione di montagna si apre, ad accoglierci Paola, Charly e il fuoco rumoroso del “fogher”, il camino, cuore delle abitazioni della Val di Zoldo, nelle Dolomiti Venete.

Questo è solo l’inizio del nostro racconto di una montagna diversa, senza sci e skypass, fatta di ciaspolate ai rifugi, percorsi a piedi tra antichi borghi in pietra e legno, dove gli abitanti parlano un’altra lingua, lo Zoldano, derivante dal ceppo Ladino.

Ciaspole in val di zoldo, foto di Tommy

*Ciaspole in val di zoldo, foto di Tommy, via flickr

Fatta di storie di un tempo, quello dei loro nonni che amavano scalare le montagne con i “calzet” ai piedi (tipiche calzature in corda fatte a mano) o si inventavano il gelato artigianale per fare fortuna all’estero (la val di Zoldo è diventata la valle dei Gelatai).

Ma anche storie di un tempo incredibilmente più ampio e difficile da comprendere, quello della Terra. L’incredibile paesaggio delle Dolomiti che circonda questa vallata Veneta è frutto di un lunghissimo percorso temporale e spaziale, partito circa 300 milioni di anni fa, quando le montagne equatoriali si sono trasformate in un’immensa pianura solcata da fiumi, e successivamente in un mare tropicale punteggiato da atolli, isole coralline e vulcani, e abitate da dinosauri. In seguito questo mare “caraibico” è ritornato pianura, sprofondato negli abissi e riemerso innalzandosi per migliaia di metri a formare le Dolomiti.

Monte Pelmo, foto di OneEighteen

*Monte Pelmo, foto di OneEighteen, via flickr

Camminando a piedi attraverso i sentieri selvaggi della val di Zoldo, sono le montagne a raccontarci la loro antichissima storia geologica, la successione di eventi straordinari che hanno plasmato le loro rocce. Il nostro respiro è un nulla rispetto a quello di questo angolo delle Alpi, trasformatosi da montagna a pianura, da mare ad arcipelago, da pianura ad abisso ed infine in montagna possente e scolpita. Nelle pietre delle Dolomiti si legge l’evoluzione della vita nel corso dei millenni, la ripresa degli ecosistemi dopo le variazioni climatiche che li avevano distrutti.

Fornesighe, val di Zoldo, foto di Simone Riccardi

Oltre a questo meraviglioso romanzo di rocce, riconosciuto dall’Unesco come patrimonio mondale dell’Umanità, la Val di Zoldo è unica per i suoi antichi borghi di legno e pietra incastonati tra le montagne, le sue storie e tradizioni ancora incredibilmente autentiche. Unica per le persone che la abitano, che credono in un modello di turismo sostenibile per la loro vallata e lo perseguono ogni giorno con piccoli e grandi progetti. Sanno che evitare le piste da sci o chiedere un impegno ambientale alle loro strutture ricettive non rappresentano limiti ma strategie. A guadagnarci è la natura, in termini di maggiore biodiversità e minore inquinamento (per approfondimenti sull’impatto ambientale dello sci: blog.viaggiverdi.it e sul marchio qualità in Val di Zoldo). A guadagnarci è anche il paesaggio, che richiamerà fruitori attenti e responsabili, viaggiatori che amano immergersi nella natura incontaminata, incontrare qualche capriolo o camoscio distratto sul loro cammino, conoscere profondamente i luoghi, e ritornare a visitarli.

*Fornesighe, antico borgo della val di Zoldo, foto di Simone Riccardi

Per saperne di più: In val di Zoldo, tra “fogher” e antiche isole coralline, Dolomiti e dinosauri

Blog  IT.A.CÀ
Silvia Ombellini
Viaggi Verdi

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