Carissimi viaggiatori e viaggiatrici oggi nel blog di IT.A.CÀ ospitiamo Gianluca Marranghello di ritorno da un lungo viaggio a piedi lungo la Via degli Dei e ci racconta la sua esperienza, dandoci consigli e informazioni per poter affrontare questa lunga camminata tra i silenzi e le avventure di un emozionante esperienza tutta a piedi…
Il cammino degli dei è quel sentiero che ti porta da Bologna a Firenze a piedi attraverso l’Appennino. E’ un percorso storico, l’unico che per secoli permetteva a pellegrini, viandanti ed eserciti di attraversare l’Appennino in sicurezza. Poi la ferrovia “Direttissima” inaugurata durante il fascismo, la statale della Futa, l’Autostrada del Sole e per finire la Tav hanno condizionato quasi per sempre le scelte di chi voleva raggiungere l’altro lato dell’Appennino partendo da Bologna.
Ma questo non è un articolo storico, né una guida tecnica, né tantomeno un elogio filosofico del camminare. Questo vuole essere un piccolo vademecum per aspiranti camminatori lungo la Via degli dei. Camminatori che come il sottoscritto prima di intraprendere questa avventura non si erano mai cimentati in una camminata superiore alla gita giornaliera fuori porta.
Alcuni viaggi si possono fare a scatola chiusa, altri invece richiedono una preparazione necessaria, sia fisica che mentale. Anche questo si può fare a scatola chiusa, se si è abituati all’attività fisica, ma credo che una preparazione mentale sia fondamentale.
Preparazione che passa anche attraverso la lettura di questi libri:
- per le caratteristiche storiche e tecniche del percorso vi invito alla lettura della “La via degli dei” Editore Tamari Montagna, guida che poi vi consiglio di portarvi nello zaino;
- per quelle politico/sentimentali/narrative il libro più che fondamentale è “Il sentiero degli dei” di Wu Ming 2 Ediciclo Editore. Il consiglio è di leggerlo prima del cammino, riservandovi di leggere l’ultimo capitolo al vostro ritorno. Sarà una bella sorpresa;
- per le mappe dettagliate ne è da poco uscita una che a Bologna si può trovare facilmente nella nuova libreria Accursio di via Oberdan 29. Mi permetto di segnalarla perché è un piccolo gioiello di libreria per viaggiatori.
Se invece la vostra preparazione fisica si è svolta prevalentemente a tavola è necessario.
Premessa doverosa: si può fare!
I giorni di cammino sono 5 (tra i 20 e i 25 km al giorno), ma c’è chi lo fa in 7 spezzando la prima e l’ultima tappa e chi giura che si può fare in 3. Ma è meglio in 5.
Bologna, come cantava Guccini, ha la fortuna di avere “il culo sui colli” e quindi sentieri di allenamento a portata di mano non mancano. Il consiglio è nel mese pre-partenza di ritagliarsi almeno 4 uscite di un paio d’ore l’una, sia per abituare il piede alle vostre scarpe da escursionismo (lo scarponcino a metà caviglia è sufficiente) sia per entrare in “clima bosco” e apprezzarne la bellezza.
In aggiunta a queste, salire una volta a settimana a San Luca è un ottimo esercizio per abituare il corpo, il cuore, il fiato e i polmoni alle salite che vi attenderanno.
IL PERCORSO
Da un punto di vista simbolico il tragitto è da Piazza Maggiore a Bologna a Piazza della Signoria a Firenze, ma poi in realtà ognuno può scegliere la propria partenza e il proprio punto di arrivo. Io e i miei compagni ad esempio siamo partiti dal Barazzo del Pratello, ma questa è un’altra storia. Ad ogni modo il percorso soprattutto nella parte emiliana è ben tracciato e si può affrontare quasi senza l’ausilio della cartina. Nel tratto toscano invece bisogna prestare un po’ più di attenzione.
CON CHI ANDARE?
Chiaramente la scelta è quanto di più soggettivo possa esistere.
Il consiglio è di farlo con chi sai di non avere nessun tipo di conflitto aperto. Importante è definire i ruoli prima, soprattutto per quanto riguarda chi ha il compito di scegliere il percorso da seguire per evitare inutili discussioni.
Non essere in gruppi troppo numerosi e magari in numero pari per ammortizzare meglio i costi degli alloggi. Sì, si può fare anche da soli, con tutto quello che ne consegue.
CAPITOLO SOSTE
Una delle domande più ricorrenti che mi venne fatta prima di partire era “Ma vi portate la tenda?”.
Ecco, noi abbiamo scelto un ibrido tra la soluzione “portarsi la tenda e accamparsi dove si può”, opzione comunque fattibile con l’unico incoveniente che aumentano i kg da portarsi sulle spalle, e quella di fermarsi in strutture ricettive. La scelta è stata di dormire la prima sera all’aperto solo col sacco a pelo nel giardino della trattoria monte Adone a Brento (Ah, a proposto di Monte Adone, questo è un mio racconto sulla sua scalata nel nostro blog di viaggio), la seconda in hotel (Hotel Musolesi a Madonna dei Fornelli), la terza in campeggio (Camping il Sergente a Monte di Fò), la quarta in un bed&breakfast (B&B La Pieve a San Piero a Sieve).
Mi sono permesso di citarle un po’ perché sono scelte quasi obbligate, un po’ perché ci siamo trovati molto bene e a costi tutto sommato contenuti. In ogni caso il consiglio è sempre di prenotare prima per essere sicuri di non avere soprese spiacevoli dopo 7 ore di cammino.
MA DI GIORNO CHE SI MANGIA?
Il bello di questo cammino che per quasi la totalità del tempo non si incontra nessuno, né si attraversano paesi (tranne il secondo giorno dove attraverserete Monzuno a cavallo dell’ora di pranzo), e i pranzi sono quasi sempre al sacco.
Quindi ogni mattina bisogna prepararsi dei panini, fornirsi dal primo giorno di una scorta sufficiente di barrette energetiche e assicurarsi di avere con sé almeno un litro e mezzo di acqua.
Acqua che poi sicuramente rabboccherete durante il percorso nelle fontane che incontrerete. Il consiglio è di mangiare poco ma spesso, per non appesantirsi troppo. In questo modo l’abbondante cena a fine tappa sarà ancora più gustosa!
COSA MI DEVO PORTARE?
Essendo un cammino zaino in spalla bisogna procedere per sottrazione e eliminare il superfluo. Per il giorno bastano un paio di pantaloni, un cappello per il sole e due magliette tecniche che laverete la sera per riutilizzarle il giorno successivo. Per la sera una comoda tuta, altre due maglie e una felpa.
Importantissimo è portarsi un altro paio di scarpe per far riposare il piede.
Chiaramente bisogna portarsi un k-way in caso di pioggia e una piccola farmacia fatta di cerotti per le vesciche (ne avrete bisogno!), una crema antidolorifica per le piccole contratture (ne avrete bisogno!), dell’acqua ossigenata, e uno spray antinsetti/zanzare/zecche (ne avrete estremo bisogno!).
Non di secondaria importanza sono le salviette umidificanti e fazzoletti, ché quando scappa scappa, e un piccolo asciugamano: chi ha visto o letto “Guida galattica per autostoppisti” sa di cosa parlo. Per portarsi appresso tutto questo un buono zaino da 50 litri è più che sufficiente.
Direi che non è tutto, ma è qualcosa. È una base su cui costruire il proprio personale cammino.
Ci sono tanti motivi per cui si può decidere di fare la “Via degli dei” o altri cammini simili. Tanti e tutti rispettabili. Ma se una cosa può insegnare questa esperienza è che se ti sai ascoltare i motivi reali li scopri nel mentre. Quindi non dimenticate di portare con voi la gioia della scoperta e la capacità della meraviglia, lasciando a casa l’ansia del controllo e la paura di perdervi.
Fidatevi, vi sentirete estremamente più leggeri! Buon cammino a tutti/e 🙂
Gianluca Marranghello
Dal Blog Pietralata 16
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