Si è conclusa l’11 Settembre 2022 il Festival IT.A.CÀ VALLE D’AOSTA, organizzato dal Consorzio Unico Valle d’Aosta (CUVDA), co-progettato insieme al gruppo turismo dell’Associazione Regeneration Italia, realizzato grazie al sostegno del Comune di Aosta, del Comune di Donnas e del GAL Valle d’Aosta, alla partecipazione della Cooperativa sociale “C’era l’Acca” e dalla sede valdostana dell’Unione Italiana dei ciechi e degli ipovedenti.
Il festival di IT.A.CÀ per la prima volta è atterrato nella più piccola regione d’Italia, permettendo ai frequentatori della valle ed ai suoi abitanti di scoprire la realtà del Turismo Responsabile, sotto il punto di vista dell’HABITAT – Abitare il futuro, tema principe di tutte le tappe di quest’anno. Tema colto e rilanciato da CUVDA, che ha deciso appositamente, per connettere il più possibile il festival al ciclo naturale, di organizzare il festival durante la “ luna piena del raccolto”, ovvero la prima luna piena del mese di Settembre, con la proposta di cogliere una suggestione immaginale: ‘Abitare L’altro lato della luna, La Valle d’Aosta! un territorio in cui si vive seguendo il ritmo del tempo ciclico, grazie allo stretto contatto dei suoi abitanti con la natura potente e in molte valli, selvaggia. Tema questo della ciclicità, che si è potuto conoscere ed apprezzare attraverso le numerose attività proposte, interamente gratuite.
Il viaggio sull’altro lato della luna mirava a presentare e proporre una prospettiva diversa della fruizione dei tempi e degli spazi in ambito turistico-culturale per promuovere un AltroTurismo: rigenerativo e sostenibile, una diversa modalità di relazionarsi con i luoghi e con gli attori che li abitano, e viceversa, offrire uno spunto a chi fa ospitalità sul territorio. La tappa valdostana di IT.A.CÀ si è proposta infatti, di portare l’attenzione anche sugli attori del territorio: su chi ospita, su chi abita stabilmente questi luoghi, mettendo in relazione gli attori del territorio ed i visitatori attraverso dei workshop studiati e condotti da sapienti facilitatori.
L’iniziativa ha toccato luoghi esteriori ed interiori del singolo individuo, perché, ci chiedono gli organizzatori «che cos’è il turismo se non, l’attraversare territori esteriori ed interiori a noi?” La tappa ha coinvolto i comuni di Donnas e Aosta, tutte le aziende consorziate diffuse sull’intero territorio regionale e, naturalmente, i principali protagonisti sono stati i boschi valdostani, in cui volano gli splendidi Gipeti.
IL RITMO
Gli orari delle attività sono stati concepiti appositamente per seguire il tempo ciclico: Il nome dell’orario ricordava momenti della giornata in cui la natura del territorio valdostano muta facendo riferimento a caratteristiche peculiari del territorio stesso, e l’ orario di inizio di un’ attività si sovrapponeva con quello delle seguenti, di modo da spingere chi partecipava, a scegliere ciò che preferiva, cercando cos’ di scoraggiare la tendenza al partecipare ad ogni incontro, ed incentivando i partecipanti a seguire la tematica della qualità e del tempo slow.
Seguendo l’ordine delle attività, i viaggiatori sono stati guidati ad utilizzare i cinque sensi+1: mentre il paesaggio stimolava i sensi e la loro percezione consapevole, si veniva condotti in un percorso attraverso una terra sconosciuta, vista da punti di vista inusuali, alla scoperta delle sensazioni interiori, disegnando così un cerchio, in un ritmo cadenzato di ciclicità alternata tra la percezione interna che abbiamo del mondo ed il modo in cui reagiamo ad essa, che crea un impatto su tutto ciò che ci circonda.
LE ESPERIENZE
Tante le esperienze: otto nella prima giornata nel comune valdostano di Aosta, e sette nella seconda giornata nel comune valdostano di Donnas. Entrambe le giornate sono iniziate di buon’ora, all’alba, con la passeggiata etnobotanica, per poi proseguire in modi differenti fino al tramonto, ma mantenendo lo stesso leitmotiv: camminare nelle terre esteriori per cogliere le percezioni suscitate in noi dall’ambiente, per collegarci alla nostra interiorità, attività dopo attività, sempre un pò più a fondo.
Ed ecco quindi che i viaggiatori sono stati spinti ad avventurarsi in passeggiate con guide naturalistiche ed ingegneri agronomi, workshop nelle piazze principali sul vivere ciclico, Yoga in piazza, tour “sguidati” nel borgo ed insieme all’associazione italiana ipovedenti, tour esplorativi di archeologia industriale con la geografa, tour con la guida turistica tra i vigneti eroici nel comune di Donnas , workshop che affrontavano il tema della sociocrazia, della pittura alchemica collettiva e sessioni di gruppo di Life alignment per facilitare l’introspezione del viaggiatore consapevole. Non sono certo mancate le attività totalmente immersive come il rafting notturno sotto la luna piena, e per finire la respirazione ciclica sull’orrido di Pré-Saint Didier, durante l’evento di apertura IT.A.C.À off.
Il festival di questa edizione si è chiuso presso la Biblioteca del comune di Donnas con la Conferenza dell’archeo astronomo e fisico Guido Cossard, che ha affrontato la tematica dell’agricoltura valdostana, attuale ed antica, che si può scoprire visitando l’area megalitica di Saint Martin, in cui sono stati scoperti reperti di ben sei fasi storiche, dal 3000 al 1100 a.c., in relazione ai cicli lunari.
Numerosi sono stati gli spunti generati dall’emozione della condivisione di esperienze immersive e trasformanti, che sicuramente hanno iniziato i partecipanti e gli organizzatori verso un nuovo Viaggio che dà appuntamento a tutti, alla prossima edizione della tappa valdostana di IT.A.CÀ 2023!
Blog IT.A.C.À
Françoise Pennacchioli
Tappa Valle D’Aosta
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