Abitare il futuro nelle terre alte | Sasso Simone e Simoncello 2022

Abitare il futuro nelle terre alte: dove l’habitat incontra la poesia, la creatività e facilita relazioni

“L’habitat non è lo spazio di un individuo o una popolazione, ma il luogo di incontro. È il luogo fisico di contatto. È il luogo dell’abitare. Della coesistenza tra uomo e natura. Dell’evoluzione. Sono i luoghi che accolgono, gli habitat che si plasmano nell’incontro e per accogliere. In un parco naturale si torna in relazioni con sé stessi, ci si plasma con la natura e le comunità che vi abitano. Così abitare diventa radici e cura, ma anche apertura ed accoglienza.”

Questa è stata la nostra riflessione collettiva quando abbiamo iniziato ad immaginare la tappa IT.A.CÀ Migranti e Viaggiatori al Parco Sasso Simone e Simoncello. E così, in un bellissimo clima di fine estate che guarda già all’autunno, dal 9 all’11 settembre abbiamo animato il Parco con questa riflessione. 

In un viaggio sia fisico che interiore abbiamo attraversato le Marche, l’Emilia-Romagna e la Toscana in questa terra di confini che uniscono.

Riflessioni sull’habitat

MARCHE

Nelle Marche, tra Pietrarubbia e Pietra Fagnana – luogo storicamente legato alla pietra rossa e all’arte di Pomodoro – tra natura e malinconico fascino, abbiamo camminato, ascoltato, guardato e toccato il senso della pietra e della geologia nel determinare la forma dei luoghi. Accompagnati nel finale da uno spettacolo di narrazione della geologia attraverso la poesia e la musica.

EMILIA-ROMAGNA

In Emilia-Romagna, nel fiume Valmarecchia con i bambini si è esplorato il senso dell’equilibrio tra necessità e risorse in un ambiente fragile e prezioso come quello dell’acqua. Un gesto quasi ancestrale attraversare il fiume con chi si sta affacciando alla vita e alla scoperta del mondo partendo dagli angoli dietro casa!

La giornata di sabato è stata poi un’immersione profonda nel senso dell’abitare. Sulle domande 

  • Cosa vuol dire oggi abitare l’Appennino? In che modo l’habitat trasforma l’abitare? 
  • Cosa vuol dire “incontro” nelle terre alte? 
  • Come può una rete di giovani tra gli Appennini mettere a sistema le proprie competenze e conoscenze per migliorare l’abitare nelle terre alte?

Ci siamo confrontati con venti realtà dalla Sicilia all’Emilia che abitano, vivono, lavorano e plasmano i territori delle terre alte e ai margini con le proprie azioni e capacità. Ci si è chiesti come si è comunità e come vi se ne fa parte.
L’habitat Appennino plasma le azioni e i tempi ed è l’habitat in cui come persone ci siamo trovati in equilibrio per esprimere al meglio il nostro potenziale. Un habitat scelto e non forzato in cui si coltivano nuove energie, identità e diversità con l’incontro.

Per questo poi l’immersione interiore con la meditazione nell’abitarsi dentro ha avuto il valore per vedere e creare un futuro di ampio respiro non limitato dalle paure della mente razionale.

Ma habitat è anche scoprire e capire l’habitat degli altri, quindi nella cornice del teatro Vittoria di Pennabilli insieme agli amici e amiche di Orticalab che sono venuti da Avellino per condividere con noi la loro storia e terra abbiamo proiettato Nelle Ossa, di cui vi avevamo parlato nel blog.

Domenica mattina, il risveglio ci ha portato a spasso con gli alberi e la poesia guidati fino alla Collina dei Libri per una mattinata di verde immersione, mentre un altro gruppo che per la prima volta visitava Pennabilli si è immerso nella vita del piccolo paese. È sempre una meraviglia vedere la sorpresa di chi arriva e scopre le campane Tibetane, la presenza di Tonino Guerra, del teatro e del cinema, della radio e dei festival e si illumina di idee da portare a casa e chissà, magari portare un pezzetto di questo habitat con sé!

TOSCANA

Non potevamo che concludere la tappa dedicata all’habitat e l’abitare il futuro senza un salto nella vicina Toscana, quella lontana e marginale dai centri a Sestino, che però ospita un’incredibile riserva faunistica, Ranco Spinoso, dove “l’invisibile diventa visibile” e forse quella natura e biodiversità ci sembrano meno lontani. Per concludere, guidati dalle parole e racconti di Michele Marziani, dalla sua umanità nella “cura dello stupore”, immaginando insieme la vita in montagna che ci ha raccontato. Una cena all’imbrunire e nel silenzio immersi nel paesaggio del Parco, ascoltando i rumori lontani e con la luna piena in cielo siamo tornati a casa pieni di questa nuova esperienza, degli incontri e della consapevolezza in più nell’abitare i luoghi che abitiamo, ma anche con la gran voglia di partire e scoprire i tanti altri habitat di cui abbiamo ascoltato.

Grazie a tutta la rete di partner del territorio che hanno contribuito a questa edizione, a chi ha partecipato agli eventi proposti e ci salutiamo con IT.A.CÀ al prossimo appuntamento!

LA RETE

Festival IT.A.CÀ | Tappa Sasso Simone e Simoncello è coordinata sul territorio dall’associazione Chiocciola la casa  del nomade con il patrocinio istituzionale dell’ente Parco interregionale del Sasso Simone e Simoncello e la collaborazione delle realtà attive sul territorio, tra cui: ● Pro Loco Pennabilli  ● Ass.  D’là de’ foss ● Ass.Amici del Molino di Bascio ● Ass. Ispira  ● Ass. Ultimo Punto Artisti In Piazza – Pennabilli Festival e Cosmic Fringe Radio  ● Isabella Ferlini ● Sestino Operae Vitae  ● Rifugio Casa del Re  ● Università degli Studi di Urbino Carlo Bo  ● Ass. AmoSestino ● MUSSS Museo Naturalistico di Pennabilli, Ceas, Centro visite  ● Terrerare  ● Fondazione Valmarecchia

Blog IT.A.CÀ
Annalisa Spalazzi & Andrea Massimo Murari 
Coordinamento Tappa Sasso Simone e Simoncello

Andrea a Annalisa coordinamento Tappa Itaca Sasso Simone e Simoncello

Andrea e Annalisa

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