Cari viaggiatori e viaggiatrici oggi nel nostro blog ospitiamo la realtà che coordina la prima tappa di questa 14° edizione del nostro festival e ci trasferiamo a Roccaporena di Cascia in provincia di Perugia nell’entroterra Umbro. La tappa che ci si chiama IT.A.CÀ Roccaporena di Cascia – Umbria si svolgerà dal 30 maggio al 5 giugno 2022 e per questa occasione ospitiamo Silvia Quaranta che ci racconta la storia e il lavoro di comunità diffusa tra territorio, attivismo sociale e valorizzazione dei giovani.
Ci racconteresti brevemente chi sei e la realtà lavorativa di cui fai parte? Com’è nata? Qual è la sua mission?
Esattamente vent’anni fa iniziava la mia esplorazione nel mondo del sociale affianco a persone diversamente abili. Nel 2012 l’avventura si è fatta sempre più tosta ed entusiasmante con la nascita a Spoleto, la mia città, della Cooperativa Partes, di cui sono socia fondatrice e presidente. Da allora siamo impegnati nel nostro territorio a sognare e costruire contesti di crescita e di emancipazione con le persone più fragili, gli abitanti e coloro che, con passione, desiderano spendersi nella cura delle relazioni, dei beni comuni e nella promozione delle persone, tutte. Crediamo nella possibilità che ognuno ha di contribuire con intraprendenza al benessere personale e collettivo, con un approccio partecipativo e collaborativo.
Potreste raccontarci la motivazione che vi ha portato ad adottare il festival IT.A.CÀ sul vostro territorio? un territorio poco conosciuto che fa parte delle famose aree interne di cui in questo periodo si parla tanto per il rilancio nazionale turistico ed economico.
Abbiamo incrociato IT.A.CÀ per la prima volta grazie ad A.I.T.R, nostro insostituibile partner di progetto in Rockability. Dal 2019 siamo insieme per promuovere nel Casciano, che i più conoscono come la terra di Santa Rita, pratiche di turismo responsabile.
E’ nato e sta muovendo I primi passi anche un Distretto del turismo lento e responsabile! La nostra è una sfida, iniziata con l’Opera di Santa Rita a Roccaporena e insieme ad alcuni abitanti, a cui poi si sono aggiunti soggetti di tanti mondi differenti provenienti da tutta Italia, con l’obiettivo fondamentale di rigenerare un territorio in grado di favorire opportunità e relazioni accoglienti e stimolanti per i giovani.
E le opportunità in quest’area interna, soprattutto per le nuove generazioni, ne siamo sempre più convinti, passano anche per la messa a valore del nostro patrimonio naturalistico, nella scoperta di modi inediti di attraversare i borghi e nella capacità di alimentare sistemi di reciprocità tra chi abita e chi viene ospitato.
Nella comunità di IT.A.CÀ abbiamo incrociato e conosciuto esperienze molto belle, con cui sentiamo di avere grande affinità e dalle quali possiamo apprendere anche molto. Per noi una rete essenziale.
La vostra è la tappa che apre questa 14° edizione dedicata al tema nazionale “Habitat – Abitare il futuro”. Potresti raccontarci che cosa intendete e come lo avete declinato sul vostro territorio?
Il tema dell’abitare e della ricerca di una prospettiva di futuro evoca e ci riporta direttamente al cuore del nostro impegno nei confronti di tutti quei ragazzi, anche in condizione di fragilità, per i quali il passaggio a Roccaporena di Cascia potrà rappresentare una chance. Un abitare temporaneo nel quale trovare risorse e buone relazioni per crescere.
Ci riferiamo in particolar modo ai cosiddetti care leavers. Quei giovani, in uscita dai percorsi della tutela, che a 18 anni hanno bisogno di essere accompagnati e sostenuti ancora un po’per diventare grandi e autonomi
Insieme a loro, nel dare corpo al servizio sperimentale che abbiamo chiamato della “comunità diffusa”, è nata l’idea di “Addentrarsi nei boschi”, un’esperienza di co-housing, in più tappe, dove una comunità multi-attoriale, composta da studenti, care leavers, persone diversamente abili, abitanti, auto-costruttori, camminatori, educatori, ma anche viaggiatori, si ritrova per rigenerare e valorizzare uno dei bei sentieri del casciano. Abiteremo insieme i boschi, gli spazi del co-housing, la falegnameria di comunità, prendendoci carico insieme dei vissuti, spesso complessi, e cercando di scansare l’incertezza del futuro, abitando anche sogni comuni.
Ci prenderemo cura del nostro territorio e l’uno dell’altro.
La pandemia ha modificato, almeno temporaneamente, il nostro “habitat”: sono cambiate le nostre modalità di interazione, il rapporto con la comunità, sono stati ridefiniti gli spazi di relazione e di vita, limitati e territorializzati. Qual’è la vostra visione in merito ai cambiamenti sociali e culturali in atto?
Noi percepiamo che c’è una grande, sempre maggiore, ricerca consapevole di benessere. Star bene, stare nelle relazioni, nelle esperienze buone, vissute con profondità e coinvolgimento. Se prima questi potevano essere aspetti che arricchivano il viaggio e lo stare nei luoghi, oggi ci sembra sembra più un bisogno fondamentale. E le persone che abbiamo l’opportunità di incrociare nei nostri progetti ce lo restituiscono con chiarezza. Una bella responsabilità da condividere, come sempre!
Ringraziamo Silvia per averci raccontato la sua esperienza e per il lavoro che stanno facendo sul territorio, un lavoro importante di sviluppo territoriale con obiettivi che condividiamo pienamente. Intanto continuate a seguirci e buon viaggio come sempre a tutti/e
Blog IT.A.CÀ
Sonia Bregoli
Coordinamento nazionale IT.A.CÀ
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