Care amiche viaggiatrici e cari amici viaggiatori oggi siamo in compagnia di Emanuela Minasola, project manager del progetto FuoriRotta, progetto itinerante, che quest’anno presenterà il Bando FuoriRotta 2018 durante il Festival IT.A.CÀ e che accompagnerà il Festival attraverso vari eventi facendoci conoscere viaggi non convenzionali lontani dai classici viaggi preconfezionati.
Cos’è FuoriRotta? Come è nato il progetto?
Nato come sviluppo delle esperienze di viaggio vissute e documentate dai suoi ideatori e come occasione di riflessione sul sempre più attuale tema del diritto al viaggio, FuoriRotta è un progetto itinerante che, attraverso una pluralità di linguaggi, esperienze e punti di vista, rivisita e riqualifica l’ormai troppo abusato concetto di viaggio, liberandolo dalle convenzioni del turismo di massa e dalla necessità di fuga, per riscoprirne il profondo senso di veicolo di conoscenza, comprensione e racconto di sé e dell’altro, secondo tempi, spazi e modi che rompono gli schemi imposti dalla società contemporanea, per ritrovare l’essenza dell’andare e del lasciarsi andare, lento e attento.
Con la stessa lentezza di sguardo e ascolto, spinti dal piacere della scoperta, nell’autunno 2014 il regista Andrea Segre, il direttore della fotografia Matteo Calore e l’aiuto regia e fotografo Simone Falso hanno percorso le steppe kazake, protagoniste del film documentario “I sogni del lago salato” e di quello che metaforicamente è stato il primo viaggio FuoriRotta.
Dal Kazakistan, così come dalle terre che circondano la Fortezza Europa, raccontate da Andrea Segre nel suo libro “FuoriRotta – Diari di viaggio”, ha mosso i primi passi FuoriRotta, invitando i giovani under 30 – dal 2018 under 40 – di ogni origine e cittadinanza a disegnare le geografie del contemporaneo attraverso esperienze e racconti di viaggio capaci di uscire dall’abituale rotta. È così che nel 2015 è nato il primo Bando FuoriRotta, a cui hanno fatto seguito altre tre edizioni (quest’anno siamo giunti alla quarta), accompagnate da centinaia di nuovi viaggiatori ed aspiranti tali, in cammino lungo altrettante rotte, verso direzioni sempre nuove.
Qual è la sua mission?
FuoriRotta si pone l’obiettivo di incoraggiare e sostenere il viaggio lento e attento, il viaggio che produce conoscenza e stimola racconto e condivisione, il viaggio libero dalle convenzioni del turismo di massa e lontano dall’idea dello status symbol. Facendo questo, FuoriRotta mette a tema un’importante ed attuale riflessione sul diritto al viaggio, in un’epoca – quella contemporanea – contraddistinta da forti contraddizioni fra la crescente globalizzazione e il progressivo aumento delle frontiere.
Per perseguire questo scopo, FuoriRotta, con il supporto e la collaborazione di partner quali Montura ed Internazionale, incoraggia e sostiene progetti di viaggio non convenzionale, selezionati e premiati attraverso un bando proposto annualmente, caratterizzati da forti motivazioni di ricerca e/o impatti di natura socio-culturale, antropologica e ambientale e capaci di produrre un patrimonio di conoscenza che possa essere disseminato e condiviso mediante modalità di racconto creative ed originali.
Qual è il viaggio non convenzionale che più vi ha emozionato?
Ciascun viaggio premiato dal Bando FuoriRotta nel corso di questi quattro anni ci ha lasciato emozioni e restituito storie e racconti segnati da specifiche peculiarità, tanto sul piano dell’esperienza di viaggio quanto rispetto le modalità di racconto scelte dai viaggiatori per catturare e interpretare i percorsi, le vite e i luoghi incontrati lungo il cammino. In generale, ciò che più ci ha emozionato e continua ad emozionarci è vedere che FuoriRotta non è solo un’opportunità per realizzare “un viaggio nel cassetto”, ma è un vero e proprio stato interiore, una disposizione d’animo, uno sguardo con cui leggere il mondo che ci circonda ed una voce con cui raccontarlo: un filo conduttore che tiene insieme le infinite rotte disegnate dai viaggiatori che di anno in anno si passano il testimone ed un senso comune che nutre ed alimenta la community che nel corso del tempo si è formata ed è cresciuta attorno al progetto.
Un’altra cosa che emoziona e fa comprendere l’importanza culturale di FuoriRotta, rendendoci orgogliosi dei progetti sostenuti, è il percorso che molti di loro vivono dopo il viaggio: i film documentari “Mingong” (nato dal progetto FuoriRotta 2015 “Tra il villaggio e la città”) o “Entroterra” (nato dal progetto FuoriRotta e Premio Montura 2016 “Ragnatele”), così come i libri “La strada da fare. In cammino nella regione che (non) c’è” (nato dal progetto “Due passi in Molise – in cammino nella regione che non c’è”) e “Martino l’Arrotino: un racconto” (nato dall’omonimo progetto), sono solo alcuni esempi di un viaggio che continua, oltre la rotta compiuta e verso direzioni in continuo divenire.
Che significato ha per voi viaggiare?
Viaggiare è scoprire, conoscere, comprendere, raccontare, cambiare, vivere. Viaggiare è darsi una nuova e diversa opportunità di fare esperienza del mondo che ci circonda, per comprendere l’altro e, attraverso l’altro, se stessi.
Voi parlate sempre di viaggiatori e mai di turisti, ma qual è la principale differenza fra i due?
Il turista segue per definizione itinerari pre-costituiti, visita prevalentemente luoghi suggeriti da altri ed ampiamente raccontati, e spesso lo fa ricercando l’auto-affermazione e il raggiungimento di uno status symbol per mezzo dell’affermazione della sua presenza in un luogo percepito come ambito e desiderato nell’immaginario collettivo.
Il viaggiatore ama scoprire, sorprendersi e lasciarsi sorprendere dal viaggio e da quanto esso può riservargli. Ama uscire dalle rotte in cui il turista trova rassicurazione, predilige spostamenti e ristori per nulla raccontati, attraverso cui conoscere e vivere pienamente i luoghi che incontra, con le loro storie, i loro volti e i loro naturali orizzonti. Il viaggiatore abbandona le certezze e ricerca se stesso nell’altro, tende a spaesarsi, perdersi e ritrovarsi, sentendosi nel suo profondo, nella continua scoperta, sempre a casa.
Ma il turismo responsabile non è forse una forma di turismo e di viaggio insieme?
Per la centralità che esso riconosce alle comunità, al patrimonio culturale e al territorio e per la capacità che esso ha di metterli in stretta relazione con il visitatore, il turismo responsabile ha il merito di porsi da raccordo fra la dimensione guidata e organizzata più tipica del turismo e quella della scoperta, dell’incontro, della conoscenza profonda che più contraddistinguono il viaggiatore libero da convenzioni. In questo senso, fare turismo responsabile e sostenibile è un modo per andare diversamente FuoriRotta, condividendo motivazioni ed intenti ed un’idea di viaggio attento e consapevole.
Che valore ha secondo voi un Festival di Turismo Responsabile come IT.A.CÀ migranti e viaggiatori?
Il valore di un festival come IT.A.CÀ è di assoluto rilievo nel panorama culturale nazionale, in un momento storico in cui il tema della mobilità risulta attraversato da importanti contraddizioni.
Come FuoriRotta, IT.A.CÀ riqualifica ed esalta la centralità del viaggio come opportunità di esperienza diretta, conoscenza profonda e valorizzazione del patrimonio tangibile ed intangibile, evidenziando parallelamente quanto fondamentale sia comprendere l’importanza di poter esercitare il diritto al viaggio e viverlo liberamente, in tutta la sua intensità e nell’ampiezza delle opportunità che esso può aprire.
Riflettere sulla portata socio-culturale e sulla tradizione antropologica del viaggio, tema troppo spesso appiattito sulla dimensione della fuga dalla routine, è un’urgenza silente ma centrale nella società contemporanea e un festival come IT.A.CÀ offre l’opportunità di farlo, con una prospettiva trasversale e in un dialogo aperto e vivace con il territorio.
Vi ricordiamo che in occasione della tappa bolognese martedì 29 maggio alle h21.00 presso la Velostazione Dynamo verrà presentato il progetto “FuoriRotta” con Emanuela Minasola e Sonia Bregoli. In questa occasione verrò annunciato in anteprima il progetto vincitore del bando 2018. Seguirà la proiezione “I sogni del lago salato” del regista Andrea Segre – Un incastro di parallelismi e accostamenti, di affinità e divergenze tra il Kazakistan del miracolo petrolifero l’Italia anni sessanta.
Ringraziamo Emanuela Minasola e tutti i membri del progetto FuoriRotta per l’intervista e per la loro preziosa partecipazione al Festival. Come sempre buon viaggio! 😀
Blog IT.A.CÀ
Silvia Lazzari
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