Oggi per il Blog IT.A.CÀ la nostra blogger Francesca Panizzolo ci racconta un corso, organizzato dai nostri partner AITR, davvero interessante. Di seguito potrete trovare alcuni spunti di riflessione su cosa sia il Turismo Responsabile e sui principi che dovrebbero ispirare non solo i viaggiatori, ma sopratutto coloro che operano nel settore turistico. Buona lettura 🙂
Secondo i dati del sesto rapporto realizzato da IPRMarketing e Fondazione UniVerde con oggetto “Gli italiani, il turismo sostenibile e l’ecoturismo” presentato alla BIT2016 “Il futuro del turismo è sostenibile” e tra i fattori che spingono a viaggiare di più cresce la conoscenza e l’esplorazione del territorio (44%) e l’arricchimento culturale (46%). A prevalere nella scelta della meta, sempre secondo le fonti riportate, sono le bellezze storico artistiche ed eventi culturali (61%), la natura e i paesaggi (60%). Inoltre aumenta la sensibilità nei confronti dell’ambiente: nel pianificare un soggiorno, infatti valutando la meta, il mezzo di trasporto e la struttura da prenotare, il 53% del campione sta infatti attento a fare scelte che non danneggino l’ambiente e il 44% è disposto a pagare tra il 10% e il 20% in più per vacanze responsabili.
Spinta da un interesse sempre più crescente di apprendere maggiormente cos’è il Turismo Responsabile e cosa lo rende tale a fine gennaio fa ho partecipato al corso di formazione in Turismo Responsabile organizzato da AITR a Bologna assieme ad altri partecipanti, provenienti da tutta Italia, con esperienze di vita e di lavoro apparentemente diverse dalla mia, ma sotto sotto, molto simili: studenti universitari, gestori di agenzie viaggi o B&B, guide ambientali, collaboratori di ONG per la cooperazione internazionale…tutte persone semplici e “in ricerca” con tanta voglia di conoscere meglio e far sviluppare il Turismo Responsabile.
Frequentando questo corso, che si svolto tra il pomeriggio del venerdì, la giornata di sabato e la mattina di domenica, mi sono resa conto di quanto sia essenziale la formazione continua in ambito turistico dato che il non sapere o la presunzione di sapere è talmente alta che si rischia a volte di parlare senza conoscere o per sentito dire, senza cognizione di causa.
Il corso è iniziato con una bella condivisione aperta, in cerchio, accompagnata da alcune docenti e che ha dato modo ad ognuna di noi di imparare a conoscerci meglio e prendere un po’ di confidenza, oltre che confrontarci sulle varie realtà esistenti a livello associativo e d’impresa.
Più tardi abbiamo parlato del concetto di capacità di carico di una località turistica intesa come il numero massimo di persone che la località riesce a sostenere, e di quanto sia oramai necessario cercare di misurare l’impatto dei flussi turistici, in modo particolare prima di arrivare al punto di saturazione turistica, fase che causa una competizione nell’uso dellle risorse territoriali tra ospitati e ospitanti.
La mattinata del sabato è corsa velocemente grazie ad un lavoro a gruppi, in cui partendo da 3 parole chiave ciascuna squadra ha creato dei pacchetti vacanze responsabili; alla fine un portavoce per gruppo esponeva l’offerta preparata, condivendo insieme la proposta.
La seconda parte di sabato mattina abbiamo approfondito la differenza tra il concetto di Turismo Responsabile, che identifica COME SI FA TURISMO a fianco del concetto di Turismo Sostenibile, vocabolo che intende invece COSA FA il Turismo Responsabile; abbiamo compreso che la filosofia del Turismo Responsabile viene sempre più utilizzata come ombrello e può essere applicata a varie forme di turismo: ecoturismo, equo, comunitario, solidale, sociale, “per i poveri”.
Nel pomeriggio abbiamo potuto prendere coscienza di molteplici esperienze di turismo responsabile nel sud del mondo grazie al supporto di alcune esperienze “effettive” fatte a campo di tour operator che organizzano viaggi nei paesi più poveri del mondo.
Più tardi abbiamo visionato insieme la carta italiana dell’ospitalità responsabile e abbiamo ragionato attorno a una mappa che segnala gli sprechi alimentari.
AITR – Carta Italia ospitalità responsabile
Difficile esprimere a parole i visi, i sorrisi, le parole che ci siamo scambiati in questi 3 giorni. Posso dire che per me è stato una scambio di idee e di relazioni personali che ha generato una grande motivazione nel diffondere e far crescere il tema del Turismo Responsabile e auspico altre possibiltà di formazione utili come questa!
Cosa mi é rimasto da questo corso?
Tante emozioni, una sensazione che nonostante tante cose non vanno proprio come vorremmo”ce la possiamo fare basta volerlo” e l’importanza delle comunità locali. Questo tema è stato più volte ribadito da tutti i docenti e ho compreso che è punto focale per fare turismo responsabile: coinvolgere le imprese e gli operatori del luogo visitato, aiutandoli a crescere e a svilupparsi economicamente e socialmente, nel pieno rispetto dell’ambiente in cui vivono.
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Francesca Panizzolo
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