Oggi per la nostra rubrica “In viaggio verso IT.A.CÀ” vi parliamo di un evento IT.A.CÀ OFF (avvenuto il mese scorso a Bologna 2015) denso di significato per quanto riguarda lo sviluppo turistico sostenibile delle Transfrontier Conservation Area (TFCA), cioè quelle aree protette transnazionali che, fin dagli anni ’90, sono in fase di costituzione in Africa Sub‐sahariana, con l’obiettivo di conservare la bio‐diversità degli ecosistemi e, al contempo, di sviluppare la cooperazione fra gli stati africani. Si tratta della tavola rotonda Sentieri che uniscono: una rete di sentieri naturalistici e culturali che legano le comunità e le aree protette in Swaziland, Sudafrica e Mozambico, organizzata da COSPE onlus, in collaborazione con AITR
L’argomento centrale del dibattito è stato come il turismo di comunità possa essere un’opportunità di sviluppo economico sostenibile. AITR e COSPE si sono confrontati con tre protagonisti della Lubombo Transfrontier Conservation Area (LTFCA), tra Swaziland, Mozambico e Sudafrica: Nomsa Mabila, Seth Maphalala e Tal Fineberg*
Mabila, Maphalalla e Fineberg hanno spiegato che il turismo di comunità è una ricchezza inestimabile per le popolazioni locali ed è un’opportunità unica per valorizzare il patrimonio umano, culturale e naturale che caratterizza le TFCA; basti pensare ai risultati ottenuti dall’ Ecolubombo Programme e ai progetti attivati da COSPE nell’ambito di questo programma di cooperazione internazionale.
Il programma Ecolubombo è un’iniziativa transnazionale di gestione sostenibile del territorio e delle sue risorse tra Swaziland, Sudafrica e Mozambico, promosso da COSPE e dalla Lubombo Conservancy.
COSPE e i suoi partner intendono promuovere la partecipazione delle comunità locali nella conservazione e nella gestione della biodiversità (ad esempio la creazione di programmi per il Pagamento dei Servizi Ecosistemici (Payment for Ecosystem Services-PES), incentivare modelli di sviluppo sostenibile che tutelino il patrimonio naturalistico e culturale del territorio (ad esempio lo sviluppo di percorsi eco turistici, gli eco trails) e, infine, favorire la transizione verso modelli agro‐ecologici in grado di contrastare l’impatto dei mutamenti climatici sugli eco‐sistemi e sulle comunità.
Durante il dibattito è emerso come una parte significativa degli attori coinvolti nel processo di valorizzazione turistica della LTFCA veda nella promozione del turismo sostenibile e di comunità un’opportunità per sperimentare soluzioni innovative in grado di superare il tradizionale conflitto tra le aree protette e popolazione locale. Infatti, l’espansione delle aree protette spesso ha limitato l’accesso alle risorse delle comunità locali, causandone l’esclusione forzata dalla gestione territoriale e suscitando un forte dissenso nei confronti dei limiti imposti in materia di conservazione delle aree.
L’integrazione delle aree protette con le comunità locali, attraverso uno sviluppo economico sostenibile, è un’importante elemento di equilibrio tra la conservazione naturalistica del territorio e la fruizione tradizionale dello stesso da parte delle popolazioni locali. La promozione di un turismo di comunità basato sui principio della sostenibilità sarebbe auspicabile, perché da un lato si preserverebbe il territorio al livello naturalistico, dall’altra si incentiverebbe l’economia locale e il menagement territoriale da parte della popolazione.
La tavola rotonda è stata un momento di confronto che ha dato vita a nuove collaborazioni e a nuovi programmi di cooperazione per uno sviluppo turistico responsabile nella LTFCA.
La giornata si è conclusa con la visita della delegazione africana a due importanti protagonisti del turismo di comunità dell’Emilia-Romagna: I briganti del Cerreto e La valle dei Cavalieri, che si trovano rispettivamente a Cerreto Alpi e a Ramiseto, entrambi in provincia di Reggio Emilia. Questa storia non finisce qui e non vediamo l’ora di raccontarvene gli sviluppi.
Buon viaggio responsabile a tutti!
Blog IT.A.CÀ
Simona Zedda
Marirosa Iannelli
* Nomsa Mabila, community officer dell’ELP e Board Chairperson della Swaziland Tourism Authority; Seth Maphalala, membro della Swaziland National Trust Commission (SNTC) e coordinatore della Lubombo TFCA; Tal Fineberg, Chairperson della Lubombo Conservancy (LC).
«Il cuore di un viaggio è l’incontro di persone, di storie, di culture e di territori. L’incontro che interroga, genera conoscenza, abbatte i pregiudizi e crea legami. Il turismo di comunità aiuta a comprendere che siamo tutti/e protagonisti del mondo che vogliamo creare, a partire dai nostri territori e dalle nostre storie». (Chiara Aliverti)
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