Nel lungo viaggio di IT.A.CÀ, stavolta abbiamo incontrato Gianpaolo Vairo, uno dei fondatori della piattaforma di marketing turistico Localler. Un viaggio all’interno di questa nuova realtà che vuole portare il festival a scavalcare i confini nazionali per portare il suo insieme di eventi di turismo responsabile anche in Spagna.
Cosa condividiamo noi di IT.A.CÀ, evento culturale, e Localler, piattaforma di marketing territoriale? La stessa volontà di portare a uno sviluppo locale, mettendo insieme i piccoli attori de territorio. Fare rete per offrire un prodotto unico.
Localler nasce come start up nel 2013. Come è nata l’idea? Da quale bisogno?
Localler come start up nasce nel 2013 e l’idea nasce nel 2011. Io (Gianpaolo Vairo) come Giulia Nidasio, l’altra co-founder, abbiamo una lunga esperienza nel settore del turismo, io nel settore degli alloggi turistici e lei nel settore digitale applicato al turismo. L’idea basicamente nasce per rispondere alle varie problematiche che devono affrontare i professionisti che operano nel settore degli alloggi turistici non alberghieri: le regole (spesso troppo restrittive), poca visbilità e poco budget per fare marketing turistico di qualità. Ci siamo resi conto che l’industria turistica è molto competiva, e che poche imprese grandi controllano la maggior parte del mercato, rendendo le cose molto difficili ai piccoli attori di questa industria che vogliono visiblità senza passare attraverso i loro servizi.
In uno di nostri viaggi ci siamo resi conto che anche il settore delle attività, ora in forte crescita, aveva gli stessi problemi: molti servizi e prodotti turistici locali erano disponibili solo localmente perchè i professionisti che li gestivano, non avevano visibilità, non avevano budget ed in più non sapevano come sfruttare a loro favore il potere di internet e delle nuove tecnologie. Altro dato assai preoccupante, soprattutto nel mercato italiano, quello in cui abbiamo fatto gli studi preliminari per il progetto, è che molti professionisti non sono presenti su internet, cioè sono competamente invisibili, e quelli che si ci sono, offrono soluzioni ai loro clienti che andavano bene 10 anni fa, all’inizio dell’era di internet. Queste considerazioni ci fecero pensare che forse era ora di creare uno strumento che desse a questi professionisti che operano in distretti locali l’opportunità di ottimizzare i loro risultati.
Perchè a Barcellona?
Non abbiamo scelto Barcellona. Barcellona ha scelto noi, nel senso che io e Giulia ci siamo conosciuti qui, ognuno attraverso percorsi diversi. Parlando e vivendo ci siamo resi conto che Barcellona è una città fantastica anche per creare impresa.
Cosa porta di nuovo al settore turistico? Esisteva già, a vostra conoscenza, qualcosa di simile?
Localler porta al settore turistico una piattaforma B2B (lo specifico per quanti ancora pensano che siamo qualcosa in stile Airbnb) tutto in uno che permette di gestire da un’unico punto di accesso tutti gli aspetti della gestione di qualsisi tipo di prodotto turistico: i clienti, le vendite, la distribuzione, la fatturazione e la visibilità. Il tutto in una piattaforma integrata. Le novità fondamentali introdotte sono la possibilità di gestire simultaneamente più di un tipo di prodotti (alloggi, attività, tours. esperienze…) e di poterli combinare tra di loro per creare prodotti unici (pacchetti). Questo poi viene moltiplicato dall’altra novità di Localler che si chiama Open Product Platform: Localler permette ai professionisti di una stessa zona di scambiare i prodotti tra di loro crenado dinamiche di vendita territoriali completamente nuove, che permettono di aumentare le vendite di singoli prodotti e di migliorare il posizionamento di intere destinazioni turistiche. Ci rivolgiamo alle PMI del settore turistico, attualmente in Italia, Spagna, Francia, Malta e Portogallo. Se esistono cose simili? Che io sappia in Europa no.
Quali vantaggi offre la gestione unitaria del prodotto turistico locale attraverso uno strumento del genere?
Molti. Il primo in assoluto è aggiungere valore ad un prodotto creando catene turistiche che permettono di vedere più prodotti insieme con un minor sforzo di marketing per le singole realtà. Il secondo è, a mio avviso, il più importante in una realtà come quella italiana, la quale non è né coesa né in una posizione vantaggiosa, ed è quello di creare offerte turistiche unitarie locali, rompere con la vecchia idea che chi offre un prodotto simile nello stesso mercato locale è un competitor. Creare un network di professionisti che collaborano tra loro per creare offerte turistiche uniche è la chiave per attrarre un turista che sempre più cerca esperienze uniche e poco commerciali.
In che modo possiamo definirlo uno strumento per il turismo responsabile?
Localler è uno strumento che sotto diversi punti di vista può essere associato al turismo responsabile, in quanto: crea sinergia tra coloro che operano in un territorio locale e permette di migliorare il posizionameto della destinazione, così come di ottimizzarne le risorse in termini economici e sinergici. In questa maniera le risorse turistiche locali possono essere finalmente valorizzate attraverso le citate catene di valore turistico. Inoltre, fa risparmiare. Ed è fondamentale in economie piccole e deboli. Affidarsi al 100% ad una grande impresa non è sempre la migliore soluzione, dato che a loro non interessa né il posizionamento della località né hanno interesse ad investire i guadagni nella valorizzazione del territorio. Collaborare permetterà di aumentare i guadagni, riducendo i costi delle commissioni e permettendo un reinvestimento delle risorse nel territorio.
Mi parleresti di n caso di successo? Un esempio applicato a un qualche territorio che mi faccia capire il vantaggio della vostra piattaforma?
È presto per parlare di casi di esito, siamo sul mercato da 4 mesi! Posso raccontarti di casi in cerca di esito, dato che in questi mesi ho parlato con moltissime realtà dal nord al sud d’Italia. Senza fare nomi, ci sono intere regioni che da recenti studi interni, hanno potuto constatare che anche dopo aver speso centinaia di migliaia di euro di fondi pubblici per fomentare lo sviluppo turistico regionale non hanno fatto nessun passo avanti addirittura dal 1999. Questo si traduce con più del 50% dell’offerta turistica locale che non è visibile su internet in nessuna maniera e con il 50% che non permette ai suoi clienti di prenotare o pagare on line.
Dalla Spagna all’Italia… quali differenze incontrate in termini di marketing territoriale?
Abissale e assurda. L’Italia, un paese dal patrimonio inestimabile, ogni anno perde posizioni nel ranking mondiale delle destinazioni preferite e più visitate, e la Spagna, paese interessante, ma che non offre tanto come l’Italia si conferma leader indiscusso della top 10 dei paesi più visitati al mondo. Il marketing territoriale spagnolo fa scuola, e l’Italia invece di fare esperimenti con manager ed imprese senza scrupoli che vogliono solo battere cassa, potrebbe prendere spunto dai cugini d’oltre mediterraneo e con un decimo di quanto speso sin ora vedrebbe per la prima volta in 20 anni numeri positivi.
IT.ACA funge sul territorio da generatore di network tra le varie realtà locali. Questo è molto in sintonia con il vostro business. Quale credete sia il ruolo di una manifestazione culturale per sviluppare un sistema territoriale a livello turistico?
Sensibilizzare i professionisti. Questa direzione è il futuro: stop individualismi, avanti tutta con il collaborazionismo, soprattuto locale tra eccellenze gastronomiche e storiche.
Sarebbe riproducibile IT.A.CA in Spagna? Con quali differenze?
Certo, sarebbe un’ottima occasione per fare entrare in contatto due realta cosí diverse ma cosí vicine in modo che una (l’Italia) prenda esempio dall’altra e non viceversa. L’Italia potrebbe crescere molto sull’esempio della Spagna e creare una sinergia sviluppando una rete come quella di IT.A.CÀ anche a Barcellona e connettere le due realtà potrebbe essere un primo passo verso una nuova forma di sviluppo turistico.
Grazie a Gianpaolo per l’interessantissimo progetto e per la volontà di collaborare e sostenere lo sviluppo di IT.A.CÀ anche in Europa.
Annalia Spalazzi
Segreteria operativa Festival IT.A.CÀ
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