White Dog Brewery, più che una semplice birra | Intervista a Kelly Galusha

Amici viaggiatori e amiche viaggiatrici, oggi vi raccontiamo di un birrificio agricolo che ha attecchito le sue radici anglo-americane tra le verdi colline modenesi e che quest’anno ha aderito per la prima volta al festival spalancando le sue porte ai partecipanti della tappa IT.A.CÀ Valle del Panaro – Spilamberto, Guiglia e Savignano S/P tenutasi gli scorsi 24 agosto – 1 settembre.

Birre del Birrificio Whitedog

Stiamo parlando del Birrificio Agricolo White Dog, situato a Rocchetta di Guiglia (MO), nella cosiddetta Terra di Castelli. Qui con noi abbiamo Kelly Galusha che insieme al marito Steve e ai figli hanno fondato il birrificio.

Kelly Galusha, Steve e i loro figli

Ciao Kelly, raccontaci un po’ le vostre origini. 

Ciao Aurora, mio marito Steve ha sempre avuto un interesse per l’Italia nonostante sia nato in Gran Bretagna. Ha studiato, infatti, italiano e letteratura alla Lancaster University per poi trasferirsi a Bologna ed innamorarsi del paese e della gente. La sua carriera nel campo editoriale lo ha fatto scoprire Rapallo, New York City e, tornato in Italia, la splendida città di Bologna. 

Trascorsi oltre 10 anni lontano dalla sua amata Gran Bretagna, un bel giorno ha avuto il coraggio di avverare il suo sogno: vivere in Italia ed aprire insieme a me un microbirrificio seguendo le ricette britanniche.

Cosa vi ha spinti a piantare le vostre radici qui, sulle colline modenesi, a Rocchetta di Guiglia?

Mentre Steve si era trasferito a Bologna per lavoro, cercammo casa nei dintorni ma fuori dalla città. Dopo qualche anno riuscimmo a trovare la nostra casa ideale proprio qui a Guiglia, in un luogo dove le meravigliose colline e gli iconici Sassi di Roccamalatina ti danno il buongiorno. Però, ad essere stati decisivi sono stati i suoi abitanti: aperti, accoglienti e con una storia interessante.

Come potevamo mai lasciare un posto del genere? Così, nel 2004 abbiamo piantato le radici qui, fondando la White Dog Brewery

Rocchetta di Guiglia

È vero che il birrificio un tempo era un caseificio? 

Esatto, probabilmente te ne sei accorta dalla conformazione dello stabile. Nel 2010, dopo sei anni dal nostro insediamento, siamo diventati una società agricola e avevamo necessità di maggiore spazio ed ecco che abbiamo trovato questo ex caseificio, a qualche centinaio di metri da casa nostra. Qui, coltiviamo l’orzo con cui produciamo le nostre birre, ma abbiamo anche un piccolo “side job” per piantare, raccogliere e trasformare pomodori e jalapeno in varie forme: salse piccante, jalapeno sottaceto e il capolavoro “Cowboy Candy” (jalapeno zuccherati con zenzero e curcuma). 

Tutti noi abbiamo a cuore l’ambiente e ci impegniamo ogni giorno a rispettare la terra. Negli anni abbiamo, quindi, fatto qualche passo per aiutare l’ambiente circostante. Una parte del malto spento (chili di orzo dopo la birrificazione) la utilizziamo come concime per l’orto e per le aiuole, mentre la maggior parte di esso la raccogliamo lo stesso giorno per arricchire il mangime degli animali di un contadino in zona. Inoltre, abbiamo un impianto fotovoltaico che produce 20 kw e raccogliamo l’acqua piovana in cisterne sotto terra da utilizzare per innaffiare il nostro campo di verdure. 

Wow Kelly! Molto interessante è anche il vostro logo, ormai entrato nella memoria di noi locals. Quale storia c’è dietro? 

Ti chiederai perché ci siamo chiamati “White Dog”? Al nostro arrivo qui a Rocchetta di Guiglia c’era un cane vagabondo incrociato con un labrador, che gli abitanti chiamavano “Bianco” per via del suo colore. Era docile, ma timoroso. Avendo due bimbi avventurosi e una cagnetta nera contenta di trovare un amico, si è sempre più avvicinato a noi. Tutti gli volevano bene. Lo chiamavano “Whitie”. Purtroppo sparì l’anno in cui aprimmo il birrificio, allora abbiamo deciso di chiamarci White Dog in suo ricordo.

Il cane vagabondo di Guiglia da cui deriva il nome del birrificio

In questa XVI edizione del festival la tappa Valle Panaro, capitanata dal Comune di Spilamberto, si è ampliata anche ai Comuni di Guiglia e di Savignano sul Panaro. Questa è stata la vostra prima volta in IT.A.CÀ. Cosa avete proposto ai partecipanti?

Per la tappa Valle Panaro IT.A.CA abbiamo aperto le porte del nostro birrificio ai partecipanti con una visita guidata in compagnia del nostro birraio che, passo dopo passo, ha spiegato i vari steps per preparare una buona birra. Siamo, poi, andati nel nostro “pub on site” per degustare alcune delle nostre birre anglo-americane (da Golden Ale alla Porter) e IPA (White, American, Session, Double and Black).

Ringraziamo di cuore Kelly per aver condiviso con noi la sua storia e per essere salpata con noi in questo viaggio verso un turismo sempre più responsabile e rispettoso dell’ambiente e dei cittadini e ModenaTesori per le foto.

Alla salute!

Blog IT.A.CÀ
Aurora E. Ferrari
Responsabile comunicazione Tappa Spilamberto
Centro Culturale Almo
Linkedin | Youtube

 

 

 

 

 

Aurora E. Ferrari

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