Care viaggiatrici e cari viaggiatori il cammino di quest’anno è giunto al termine, ma noi continuiamo ad avere nel cuore ogni esperienza fatta e nuova realtà conosciuta.
Abbiamo chiuso questa 16° edizione con la Tappa Taranto e Terra delle Gravine e da Giorgia Salicandro di ITALEA Puglia ci siamo fatti raccontare il percorso fatto da Italea con la nostra Tappa pugliese.
Ciao Giorgia! Potresti raccontare ai nostri lettori e lettrici che cos’è Italea Puglia? E, soprattutto, qual è stata la scintilla che ha dato vita a questo progetto, reso possibile grazie al finanziamento del MAECI?
Italea Puglia è un progetto realizzato dall’associazione Radici di Puglia Aps, che fa parte della rete territoriale del programma “Italea” del MAECI sul turismo delle radici.
Siamo un gruppo di professionisti di diversa formazione, legati da una comune sensibilità: io sono una giornalista e mi dedico da oltre un decennio al tema delle migrazioni, i miei colleghi sono una travel designer e guida turistica, una project manager e ricercatrice esperta di patrimonio orale, una designer esperta anche di genealogia, una traduttrice, un rendicontatore con una spiccata sensibilità per il patrimonio culturale, un esperto di turismo. Abbiamo scommesso sui “sentimenti” che ci accomunano, partecipando al Bando delle idee del Maeci, ad eccoci qui.
La nostra mission è attrarre e accogliere nel Tacco d’Italia i pugliesi e gli italo-discendenti pugliesi all’estero intenzionati a scoprire i luoghi e le tradizioni delle proprie origini. Lavoriamo per mettere in rete e valorizzare le realtà più dinamiche attive sul territorio, tanto per la creazione di un’offerta turistica espressamente dedicata ai viaggiatori delle radici, quanto per contribuire a rafforzare il legame tra le comunità locali e le collettività estere.
Promuoviamo “itinerari della memoria migrante” e “laboratori delle radici” dedicati alle tradizioni e alle “storie segrete” della nostra Puglia, quelle ereditate dalle generazioni che qui hanno vissuto, quelle portate in tutto il mondo attraverso il viaggio migratorio dei pugliesi.
Tornare nei luoghi legati alla memoria migrante e riscoprire le nostre tradizioni più autentiche è anche un modo per valorizzare le aree marginali, diversificare e destagionalizzare i flussi turistici. Il nostro sogno è che il nuovo immaginario della Puglia, nei prossimi anni, passi anche dai luoghi in cui un tempo si originò la necessità di partire.
Quest’anno la Tappa IT.A.CÀ Taranto e Terra delle Gravine che ha chiuso la nostra 16° edizione 2024 ha incontrato “Italea Puglia: la Festa delle radici”, di cosa si tratta?
Il format “Italea Puglia: la Festa delle radici pugliesi” è un festival itinerante realizzato nell’ambito del “2024 Anno delle radici italiane” promosso dal Maeci, una rete di eventi in co-progettazione con altre realtà pugliesi e non solo. L’obiettivo del festival è valorizzare le tradizioni autentiche e le realtà più coinvolgenti della nostra regione.
Domenica 3 novembre il nostro festival ha incontrato IT.A.CÀ Taranto e Terra delle Gravine a Crispiano: siamo stati nella suggestiva Masseria Pilano, che rappresenta appieno il tipico “apulian style”, un tempo luogo di lavoro e produzione, oggi dedicato agli eventi senza perdere l’anima originaria.
Per realizzare questa grande festa di chiusura abbiamo avuto il piacere di collaborare con l’Infopoint del Comune di Crispiano, la Pro loco di Crispiano e 100Masserie in tour. Come sempre, i nostri eventi sono un modo per fare rete e incontrare persone con una sensibilità affine alla nostra.
In che modo avete affrontato, durante questa tappa, il tema delle “Radici”, che accomuna ITALEA Puglia — progetto nato per promuovere il “Turismo delle Radici” — e il tema nazionale di IT.A.CÀ di quest’anno, “Radici In Movimento – dove mai andiamo? Sempre a casa”(cit. Novalis), che invita a un ritorno alle origini e a una continua scoperta?
Il titolo di questo appuntamento è stato “Il Capocanale di IT.A.CÀ”: anche nel nome, richiamiamo le nostre radici riproponendo la forma del tradizionale ritrovo al termine di un lungo lavoro.
La serata è stata dedicata alle storie tramandate dalle generazioni che hanno abitato nel tempo i luoghi attraversati dal festival, e a quelle di chi è partito da queste terre per necessità o per spirito d’avventura. A dare voce e sentimento a questa festa sono stati infatti Anna Cinzia Villani e Ippazio Rizzello, maestri della riproposta popolare salentina. I due artisti, dal lungo percorso di ricerca sul repertorio etnomusicale del Sud Italia, hanno guidatoun “viaggio” emozionante attraverso le storie del Tacco e la grande avventura migratoria degli italiani, cantando di partenze e lontananze, vendette per amori nati oltreoceano e ritorni a casa.
“Le Gravine”: termine noto ai pugliesi, ma spesso sconosciuto fuori dalla nostra regione, cosa intendiamo con questo termine e qual è l’importanza storica e culturale di questi luoghi?
Le Gravine sono i “canyon della Puglia”, enormi solchi scavati nel cuore della terra, tra i più grandi d’Europa. Tanta è la loro suggestione, e quella dei paesi che vi si affacciano, che molti registi nel corso del tempo li hanno scelti per i loro set, tra cui Pier Paolo Pasolini per il suo “Vangelo secondo Matteo”.
Nel tempo sono state un naturale rifugio per monaci e maghi, banditi e persone comuni, e fanno quindi parte delle storie e delle leggende di questa parte di Puglia.
La “Terra delle Gravine” è una terra di mezzo nel cuore del Tacco, una cartolina mozzafiato e di grande suggestione, ma tutt’altro che patinata e bidimensionale. Tra i vicoli di questi paesi troviamo ancora oggi botteghe storiche condotte con cura e devozione, prodotti tipici portatori di antichi saperi che non troviamo in nessun altro luogo della Puglia, e una piacevole dimensione “a misura d’uomo”.
All’interno del festival IT.A.CÀ esploriamo nuove esperienze: qual è stato il viaggio che ti ha cambiato di più e in che modo ha influenzato la tua visione del mondo?
Ogni viaggio mi ha cambiata. In Albania ho ritrovato in modo commovente tanti aspetti del nostro essere “meridionali”, come le tradizioni di famiglia e l’importanza di stare insieme. A Cuba ho lasciato il cuore, che lì vuole tornare prima o poi, anche per poter contribuire a sostenere e difendere la cultura di un popolo che oggi è in gravissima difficoltà, messo al bando com’è dalla “dittatura del capitalismo”, e nonostante questo ancora custode e maestro di arte e cultura.
E poi, naturalmente, l’incontro con le comunità italiane in Argentina e in Brasile. Partecipando alla missione del Ministero degli Esteri a San Paolo ho potuto unirmi alla Festa di San Vito, promossa da una grande comunità originaria di Polignano a Mare: fa riflettere come la cittadina conosciuta come la “perla dell’Adriatico”, meta di turisti da tutta Europa, nel corso del Novecento sia stata un luogo da dover necessariamente abbandonare. Anche la storia è in continuo movimento, e credo che nessuno di noi oggi, guardando a chi raggiunge l’Italia dal Mediterraneo, dovrebbe dimenticarlo
Ringraziamo Giorgia Salicandro di ITALEA Puglia e tutti gli organizzatori (tra i quali Giovanni Berardi, Silvia Lazzari e Sabrina Cavallo) e i partecipanti che hanno reso possibile e preso parte alla alla Tappa. Ci vediamo il prossimo anno!
Blog IT.A.CÀ
Sara Stellacci
Comunicazione IT.A.CÀ Festival
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