Alla scoperta dei sapori di Mantova al buio | Intervista a Francesco Foroni

Cari lettori e care lettrici siamo giunti al mese di ottobre, molte tappe iniziate a settembre sono terminate e altre come quella di Mantova, Sabbioneta e Le Terre dei Gonzaga continuano anche questa prima settimana del mese fino a domenica 6 ottobre. In occasione di queste giornate alla scoperta dei territori e radici mantovane abbiamo intervistato Francesco Foroni che fa parte di Hortus  – Cooperativa Sociale per farvi conoscere questa realtà interessante che è la protagonista di una cena di degustazione dei prodotti tipici Mantovani, al buio!

Ciao Francesco, ben trovato! In attesa della vostra Tappa volevamo far conoscere meglio ai nostri lettori la vostra realtà, ci parleresti di questo progetto?

Francesco Foroni

Hortus nasce 10 anni fa, grazie a un gruppo di volontari della Caritas di Mantova, con lo scopo di poter offrire una speranza di inclusione sociale alle donne e agli uomini in difficoltà a causa della perdita dell’impiego.

Gli ambiti di impiego sono orti, cucina, mercati e servizi di catering: proprio a partire dall’attitudine proattiva delle persone stesse si vuole renderle protagoniste di un progetto che veda il lavoro come perno del riscatto, come motore della loro riuscita, personale e famigliare, affinché possano “rimboccarsi le maniche”, senza sperare solo nella compassione altrui per condurre la propria esistenza.

Hortus Agricoltura Sociale

Durante l’evento del 3 ottobre “Il territorio… in tutti i sensi”, non si avrà solamente l’opportunità di assaggiare i prodotti del territorio, ma la cena sarà al buio. Com’è nata l’idea?

Ci è già capitato altre volte di collaborare con gli amici dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti, proprio organizzando cene simili. È un’esperienza immersiva, che ribalta l’abituale sicurezza che la vista concede a chi ce l’ha. Infatti in un ambiente completamente al buio sono i non vedenti a muoversi e a riconoscere la stanza, mentre chi sarà al tavolo dovrà lasciarsi guidare da loro e dagli altri sensi rimasti a disposizione. Oltre infatti a conoscere e a sperimentare per qualche ora la situazione delle persone non vedenti, la sfida sarà anche a tavola: indovinare i piatti, i sapori e gli ingredienti non è così facile come sembra.

Quali sono i piatti della tradizione mantovana che verranno riscoperti durante la degustazione?

Il menu è rigorosamente top secret. Infatti tramite gusto, olfatto e tatto, si scopriranno man mano i nostri piatti, gustandoli in una modalità non convenzionale. Questo permetterà di concentrarsi di più su quei sensi che abitualmente mettiamo in secondo piano, rispetto alla vista. La cucina di Hortus da sempre propone piatti vegetariani, con ricette semplici ma gustose, che partendo dalla tradizione locale poi si arricchiscono di sapori e conoscenze più lontane.

Hortus Agricoltura Sociale

Il tema di quest’anno di IT.A.CA è “Radici in movimento – Dove mai andiamo? Sempre a casa ( cit Novalis)” come lo svilupperete durante l’evento?

Essendo una cena, sarà il cibo a legarci al tema del festival. La nostra cucina è da sempre stata un punto di contatto di tante persone e quindi di tante culture. La scelta di non usare la carne nasce proprio dalla volontà di invitare idealmente tutto il mondo a tavola e dare la possibilità di contaminare e lasciarsi contaminare, proprio tramite i piatti cucinati.

Questo permette a persone straniere di conoscere il nostro territorio, i gusti e i piatti tipici, ma allo stesso tempo lascia spazio di potercisi inserire, magari con l’aggiunta di quell’ingrediente o quella spezia che per loro vuol dire “casa”.

Hortus Agricoltura Sociale

All’interno del festival IT.A.CÀ esploriamo nuove esperienze: qual è stato il viaggio che ti ha cambiato di più e in che modo ha influenzato la tua visione del mondo?

Una quindicina di anni fa insieme a tre amici facemmo un roadtrip fino alla punta nord della Danimarca. Al di là dell’esperienza in sé e della grande avventura vissuta (le app di mappe e prenotazioni erano ancora ben lontane dalla fruibilità di oggi), ricordo il Dreiländerpunkt ovvero una torretta costruita nella località dove si incontrano i confini di Olanda, Belgio e Germania.

Salito in cima mi ricordo la delusione provata, non c’era nulla da vedere se non il bosco che ci circondava in ogni direzione. Ma forse è proprio così che dovrebbero essere i confini: “linee immaginarie che chiunque dovrebbe poter oltrepassare senza nemmeno accorgersene”.

Ringraziamo Francesco Foroni per aver condiviso con noi le esperienze portate avanti da questa realtà sociale che tramite la cucina porta avanti valori di solidarietà, inclusione e sostenibilità in contrasto con le logiche di spreco e mero consumo che spesso invadono il mondo del cibo.

Blog IT.A.CÀ
Sara Stellacci
Comunicazione IT.A.CÀ Festival
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