Cari viaggiatori e care viaggiatrici, oggi ci spostiamo in Lombardia per raccontarvi con un’intervista esclusiva la nuova collaborazione nata in questa 16ª edizione del festival, che coinvolge le tre tappe lombarde e il progetto Italea Lombardia.
In questa occasione, intervistiamo Caterina Salvo, socia dell’associazione che ha vinto il bando nazionale per la promozione del “turismo delle radici”. nella Regione Lombardia. Questo progetto nazionale, lanciato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, rientra nel PNRR ed è finanziato da NextGenerationEU.
Il progetto ha l’obiettivo di attrarre italiani all’estero e italo-discendenti desiderosi di riscoprire le proprie radici, offrendo una serie di servizi per facilitare il viaggio in Italia. Grazie alla presenza di 20 gruppi regionali, uno per ogni regione italiana, i viaggiatori delle radici saranno informati, accolti e assistiti con cura lungo tutto il loro percorso.
Ciao Caterina ci puoi parlare della tua realtà per cui lavori e del percorso che state facendo?
La nostra associazione Tracciaminima APS nasce come gruppo informale attorno ad un progetto ambizioso: costruire un cammino ad anello intorno al lago Maggiore. Siamo nell’estate del 2020, il lockdown ci sta dando una tregua e, come è stato per molti, ci spinge un forte desiderio di guardare meglio, con più attenzione e più da vicino quello che abbiamo intorno. Che il territorio del lago fosse un bel posto dove tornare in vacanza non ci sembrava rendergli giustizia: è un bel posto dove stare!
Da vacanza avventurosa fuori dalle porte di casa, nasce così un progetto di mappatura partecipata del cammino che ci ha portato in questi 4 anni a camminare accompagnati da tante guide del territorio, coinvolgendo oltre 150 abitanti del lago nell’immaginare il percorso del cammino che si sta costruendo. Quest’anno abbiamo aggiunto un tassello che ci rende particolarmente felici: abbiamo iniziato a mappare l’accessibilità del percorso per persone con bisogni specifici e mobilità ridotta.
Il nostro team è molto eterogeneo quanto a competenze e passioni, ma tutti ci riconosciamo nel vedere il turismo come uno strumento per attivare le comunità nel prendersi cura del proprio territorio e reclamarne il futuro.
Come è nato il progetto Italea Lombardia?
Italea Lombardia nasce un po’ come una scommessa: ampliare il nostro sguardo dal Lago Maggiore a tutto il territorio regionale e testare la nostra visione di turismo in un ambito nuovo come quello del turismo delle radici. Per chi non ne avesse mai sentito parlare, per turismo delle radici si intende un’offerta turistica pensata per gli italo discendenti o italiani all’estero che vogliono scoprire i luoghi da cui sono emigrati i propri antenati.
La Lombardia è una regione che ha imparato a vedersi come terra di accoglienza, eppure sono milioni coloro che a partire dalla fine dell’800 l’hanno abbandonata per cercare fortuna altrove. Recuperare questa memoria, rielaborarla grazie all’aiuto delle tante realtà che sul territorio non hanno mai smesso di occuparsi di questi temi, e metterla in relazione con i fenomeni di mobilità e migrazione del presente è ciò che ci ha spinto ad intraprendere questa avventura!
Può il “turismo delle radici” dare una linea di progettualità e di sviluppo economico specialmente nelle aree interne, per quanto riguarda un turismo rivolto agli italo_discendenti?
Noi crediamo di sì. Il turismo e le migrazioni sono entrambi fenomeni molto complessi, multidimensionali e in velocissima trasformazione quindi fare delle previsioni è sempre rischioso. Da quello che vediamo sia dagli studi sul tema che dalla nostra esperienza diretta dei viaggiatori delle radici che ci contattano, possiamo dire che, per prima cosa, l’interesse di questa nicchia turistica si rivolge ai luoghi verso i quali hanno un legame affettivo, molti dei quali non sono borghi cartolina bensì destinazioni minori. E già questo è un aspetto centrale nel differenziare i flussi turistici.
Secondariamente sono viaggi più lunghi: la volontà di esplorare i dintorni, conoscere i discendenti ancora in vita, entrare in relazione con le persone del luogo fanno sì che non si configuri come un’esperienza mordi e fuggi. Infine sono viaggiatori portati a dare il proprio apporto positivo al luogo e alla comunità, andando dall’acquisto di prodotti locali, alla loro promozione all’estero fino alla ricerca di una casa da sistemare per poterci tornare a cadenza regolare.
In questa 16° edizione del festival IT.A.CÀ collaboreremo sulle nostre 3 tappe lombarde: ci potresti dare delle anticipazioni e spiegarci che cosa ci aspetta in questi eventi?
Certo! E anzi ne approfitto per ringraziarvi pubblicamente del supporto nel promuovere questo ciclo di incontri: speriamo diventi un appuntamento anche in futuro. Apriamo in Lombardia nelle due giornate del 27 e 28 settembre 2024 presso la Casa del Parco dell’Adamello a Cevo, proprio all’interno della vostra Tappa IT.A.CÀ Brescia e le Sue Valli, e lo facciamo nel modo che più ci sentiamo vicino e che ci rappresenta: un dialogo tra “Vecchi abitanti e nuove abitanze”.
Ci interrogheremo su come è cambiato e sta cambiando il modo di vivere la montagna e il ruolo che potrebbero giocare i “viaggiatori delle radici” nel futuro di questi luoghi. Ci sarà una tavola rotonda, tanti ospiti, un workshop sul turismo sociale, la presentazione del libro “Migrazioni Verticali” con l’autore Andrea Membretti, e, ovviamente, una camminata.
A ottobre sempre dentro alla Tappa IT.A.CÀ Pavia e Oltrepò pavese sarà la volta dell’Oltrepò pavese dove saremo Sabato 12 ottobre 2024 a Romagnese per scoprire di più della storia dell’emigrazione locale. Piccola novità: tutti gli abitanti sono invitati a portare con sé oggetti e memorie legati ai propri avi emigrati altrove. Sarà l’occasione per toccare la storia con mano e riscoprire insieme in valore di ciò che spesso viene dimenticato in un cassetto.
A dicembre invece ci troverete a Mantova con evento IT.A.CÀ OFF per la Tappa IT.A.CÀ Mantova, Sabbioneta e le Terre dei Gonzaga dove stiamo organizzando una piccola sorpresa in collaborazione con l’Archivio di stato.
All’interno del festival IT.A.CÀ esploriamo nuove esperienze: qual’è stato il viaggio che ti ha cambiato di più e in che modo ha influenzato la tua visione del mondo?
Il viaggio che in assoluto mi ha più trasformata sono stati 10 mesi in Australia tra il liceo e l’università. Quell’anno sabbatico era la realizzazione di un sogno: abbandonare il paesino di provincia e andare nel posto più lontano che la me diciottenne potesse pensare.
Sapevo che sarei tornata un po’ diversa, ma quello che non immaginavo è che quell’esperienza mi avrebbe continuato ad insegnare molto dopo il mio rientro in Italia: in quei mesi ho imparato la differenza che intercorre tra un turista e un viaggiatore, quanto sia fondamentale darsi il tempo di esplorare i luoghi, che tutta la differenza la fanno le persone che incontri lungo la strada, e che gli imprevisti a volte sono una benedizione. Ma soprattutto quel viaggio, anche a distanza di anni, mi ha insegnato come tornare a casa.
Ringraziamo Caterina per averci raccontato in questa intervista esclusiva l’importante lavoro che stanno portando avanti sui territori e cosa significa per lei attivarsi per la propria comunità! Buon viaggio…
Blog IT.A.CÀ
Sonia Bregoli
Responsabile Comunicazione Nazionale
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