Cari mici viaggiatori e amiche viaggiatrici IT.A.CÀ Festival del turismo responsabile è nel pieno della sua seconda parte e oggi ci trasferiamo nella bellissima Sardegna dove si svolge la terza edizione della nostra tappa Oglistrina dall’8 al 16 settembre 2023.
Ogliastra è nota per la sua Blue Zone e oggi ci spostiamo nel versante orientale del Gennargentu, la parte più montuosa, meno conosciuta e ancora incontaminata della Sardegna, per svelarvi uno dei segreti della longevità dei suoi abitanti.
Qui con noi abbiamo Gian Luigi Bonicelli (Gigi per gli amici), fondatore del progetto SelvaggioVerde e istruttore di Nordic Walking.
Ciao Gigi, raccontaci del progetto e di come è iniziato tutto!
SelvaggioVerde è un progetto in evoluzione, inaugurato ufficialmente nel marzo 2019. L’idea partì nel 2014, quando a catturare la mia attenzione fu il rudere di un vecchio ovile situato nella zona di Erbelathori, a circa 1200m di quota. Un ovile per me speciale: l’ultimo pastore ad averlo utilizzato fu mio zio Angelo.
Nacque in me il desiderio di farlo rinascere, così ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo recuperato l’ovile nel modo più veritiero possibile e “ci siamo riusciti al 90%” (parole di un vero pastore che ci andò vent’anni prima). Una volta recuperato l’ovile, poi, ci siamo occupati dei sentieri, sentieri che percorrevano i pastori che vi hanno abitato.
Qual è la vostra mission?
Il nostro focus è quello di coniugare sport e tradizione.
Perché proprio il Nordic Walking? I vecchi pastori erano, sì, sani dal punto di vista dell’alimentazione, con una dieta basata su prodotti genuini, ma presentavano problemi fisici e posturali. Questo perché camminando sui sentieri caprai, quindi non battuti, erano soliti aiutarsi con i bastoni, però al tempo non vi era “la cura del corpo”, non si badava alla postura e arrivavano a circa 50-60 anni con un’andatura alquanto sbilenca.
Il progetto vuole raccontare e far rivivere sulla propria pelle lo stile di vita e le abitudini dei vecchi pastori, il tutto abbinandolo alla disciplina del Nordic Walking in modo da creare una vera e propria “palestra a cielo aperto”, in cui si sperimenta un “ritorno alle origini” prendendo tutto il buono che c’era di genuino nella vita dei pastori e migliorandolo con la pratica di questo sport.
Cosa significa “vivere nel SelvaggioVerde”? A chi è rivolto?
L’esperienza vuole essere un modo diretto per immedesimarsi in toto nello stile di vita dei caprai e si rivolge a piccoli gruppi di massimo 10 persone. Quello che deve essere chiaro ai turisti è che non siamo un agriturismo. Nel SelvaggioVerde non arriva chi cerca il comfort e la comodità in generale, bensì chi vuole trascorrere le giornate a stretto contatto con la montagna. Noi offriamo un’esperienza unica, sensoriale, sportiva e per certi aspetti anche spirituale per chi desidera disintossicarsi dalla vita frenetica, stressante e tecnologica di città.
In questa zona della Sardegna, compresa tra i comuni di Villagrande Strisaili, Villanova Strisaili e Arzana, per secoli si è praticata prevalentemente una pastorizia arcaica e noi abbiamo cercato di ricreare uno spaccato il più veritiero possibile a quello che era un tempo la vita dei pastori.
Vivere il SelvaggioVerde significa vivere dell’essenziale nella natura più selvaggia, isolati dal mondo, da tutto e da tutti, senza energia, gas, rete e connessione a internet. Qui, ci si lava con l’acqua sorgiva (punto forte della zona), si cucina sul forno a legna, si dorme per terra sulle stuoie e si vive l’attività fisica con una certa libertà. Infatti, l’esplorazione del territorio non avviene su sentieri pianificati, ma camminando su sentieri caprai, andando “a braccio” proprio come facevano i pastori quando nel periodo estivo conducevano le greggi sul monte.
Si tratta di un progetto in via di sviluppo, dico bene?
Corretto, Aurora. Recuperare il patrimonio immateriale nella sua autenticità non è un’impresa semplice e il nostro impegno nel documentarci su tutte quelle che erano le tradizioni e le memorie dei pastori non si arresta.
Vogliamo rendere ancora più completa e immersiva l’esperienza nel SelvaggioVerde e uno degli aspetti su cui stiamo lavorando già operativamente è il recupero dell’orto botanico che contraddistingue il nostro Ovile – Rifugio Erbelathori. Parliamo di un orticello di piccole dimensioni e, quindi, di poche quantità di prodotti, proprio com’era nell’ovile, sufficiente giusto per il fabbisogno del pastore durante la sua permanenza in alta quota nel periodo estivo, da aprile a settembre.
Da questo orto ricaviamo il cibo genuino che cuciniamo e degustiamo durante la permanenza, primo tra tutti il “Su menestru“, il famigerato “minestrone della longevità” composto da ingredienti poveri ma nutritivi: acqua di sorgente, patate e fagioli freschi, un pezzo di lardo, fishiu (casu e vita) menta o basilico.
Oggi è il primo giorno di festival per Ogliastra. Come svilupperete il tema nazionale 2023 “Tutta un’altra storia – le comunità raccontano i territori”?
Per il festival abbiamo programmato un’escursione venerdì 15 settembre con partenza alle ore 6:00 del mattino con cui scoprire il nostro ovile ed esplorare il variegato e sorprendente territorio del SelvaggioVerde, ricco di biodiversità, alberi monumentali (es. ginepri e lecci) e particolari geomorfologie. Noi consigliamo sempre di iniziare le escursioni al mattino presto (e non alle 10:00), perché siamo del parere che la montagna debba essere vista quando si risvegliano gli animali.
Ringraziamo Gigi per questa stimolante chiacchierata.
Quella del SelvaggioVerde è davvero un’esperienza tanto “estrema” e “rivoluzionaria” quanto benefica, rigenerante e necessaria. Un ritorno alla semplicità e alla lentezza.
Certe volte occorre giusto un pizzico di coraggio per spalancare le porte alla serenità.
Cari travelers, vi invitiamo a consultare il programma della tappa Ogliastra e come sempre… tante buone avventure!
Blog IT.A.CÀ
Aurora E. Ferrari
Collaboratrice comunicazione nazionale IT.A.CÀ
Responsabile comunicazione Tappa Spilamberto –Valle Panaro
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