Bentornati travellers! Tra un mese esatto il viaggio IT.A.CÀ proseguirà con la seconda parte del festival, che da agosto a ottobre continuerà ad animare il territorio italiano, da nord a sud, con eventi declinati al tema nazionale “Tutta un’altra storia – Le comunità raccontano i territori“.
Ad aprire la full-immersion di questa 15a edizione del festival del turismo responsabile sarà la tappa Parco Sasso Simone e Simoncello (18-20 agosto), organizzata da Chiocciola la casa del nomade e il Parco Interregionale Sasso Simone e Simoncello.
Oggi siamo in compagnia di Roberto Sartor, educatore ambientale e socio di Chiocciola la Casa del Nomade, che ci racconta del recente progetto HABITAT e del coinvolgimento all’interno della tappa.
Ciao Roberto. Parlaci del progetto HABITAT. Da quale necessità è nato e quali obiettivi si pone?
Habitat nasce dal desiderio di confronto con altre realtà che operano in contesti e con modalità simili alle nostre, che si fanno le nostre stesse domande sulla scelta dell’abitare le montagne, che vedono opportunità e possibilità di sperimentare. Nel tempo, Habitat è diventato anche lo strumento con cui rispondere ai bisogni che sentiamo come gruppo. Tra questi la formazione continua e lo scambio di saperi, la creazione di occasioni di incontro con la nostra comunità e con chi viene a trovarci, avere spazi per lavorare insieme, per aggregare sempre più giovani e unire le energie.
Cosa significa oggi abitare l’Appennino? Quali sono le principali criticità delle aree interne?
Abitare l’Appennino significa scegliere di agire in un contesto complesso, che ha un grande bisogno di pensiero, di ricerca, di sperimentazione. Grazie alle piccole dimensioni dei paesi, è possibile incontrare, imparare e condividere interessi con generazioni diverse, è possibile fare un esercizio quotidiano di confronto con la diversità, è possibile potersi affascinare continuamente di fronte ad una natura che ti entra in casa e che offre sempre qualcosa di nuovo da scoprire. Abitare l’Appennino significa vivere circondati da patrimoni culturali nascosti, da relazioni umane autentiche. Non ci sono criticità se ci si rimbocca le maniche con passione e spirito di cooperazione, se non altro per la nostra generazione, che dialoga con il mondo e che non si fa certo spaventare da un po’ di lontananza da servizi e da nuovi stimoli culturali.
Dal 18 al 20 agosto 2023 si terrà la sesta edizione del vostro festival. Su quale tema verterà il programma? Qualche anticipazione?
Il festival di quest’anno ha come tema le contraddizioni. Abbiamo scelto questo tema perché ci sembra interessante soffermarci sull’osservazione delle forze che remano in direzioni opposte, sulle promesse non mantenute, sulle visioni senza idee, sulle narrazioni sdolcinate, sulle complessità semplificate. Vogliamo ritrovarci con altri giovani che vivono l’Appennino per parlarci con sincerità, per far emergere le questioni del nostro quotidiano e poter tornare a casa con nuovi stimoli di pensiero. Avremo con noi Guido Chelazzi, docente di ecologia, ci saranno diversi tavoli di confronto informale, visioni di film, buona musica e una “retro- marcia: passeggiata contraddittoria, tra i rovi e i campi fioriti di un paese”.
Un progetto perfettamente in linea con i nostri valori. In che modo sarete coinvolti in questa 15a edizione del festival del turismo responsabile IT.A.CÀ?
Da alcuni anni portiamo IT.A.CÀ nel Parco del Sasso Simone e Simoncello proprio nell’idea di poter offrire storie e riflessioni che riguardano il nostro territorio a chi ha desiderio di conoscerlo nel profondo. Allo stesso tempo, chi parteciperà alla nostra tappa, potrà conoscere altre realtà simili alla nostra, potrà attingere da visioni altrui e avere spazio per nutrire noi di occhi nuovi e perché no, costruire relazioni durature.
Come può il singolo cittadino e il singolo turista (cittadino temporaneo) contribuire allo sviluppo sostenibile e responsabile del territorio appenninico?
Il singolo cittadino o il singolo turista possono contribuire muovendosi in punta di piedi, cercando contatto e cooperazione con gli (altri) abitanti, accogliendo un tempo più naturale necessario a dare vita a nuove cose e a nuove relazioni. Un tempo che non è quello del consumo ma della costruzione di fiducia. Abitante e turista possono contribuire mettendo a disposizione le proprie conoscenze e le proprie passioni, riconoscendo a questi territori la loro unicità e il valore ecosistemico che hanno, per sé stessi e per le aree urbane adiacenti.
Ringraziamo Roberto per averci parlato di questo interessante progetto “HABITAT” di Chiocciola la casa del nomade, nato ad aprile 2023.
La rete nazionale non vede l’ora di ripartire con una full-immersion di eventi all’insegna del turismo responsabile ed inclusivo e vi da appuntamento il 18 agosto al Parco del Sasso Simone e Simoncello, dove si svolgerà la prima tappa della seconda parte del festival.
Come sempre, alla prossima avventura!
Blog IT.A.CÀ
Aurora E. Ferrari
Collaboratrice comunicazione nazionale IT.A.CÀ
Responsabile comunicazione Tappa Spilamberto –Valle Panaro
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