Care amiche viaggiatrici e amici viaggiatori, oggi vogliamo presentarvi una delle nuove realtà che parteciperanno alla 14a edizione del festival IT.A.CÁ a Bologna; la protagonista di questa storia è Stella Ferrari e la realtà di cui parleremo è Slow Emotion, itinerari ed attività all’aria aperta in Appennino e Bologna città: un esempio di come la pandemia per qualcuno sia stata l’occasione per metter tutto in discussione, investire su di sé, conciliando auto-imprenditorialità, natura e qualità della vita.
Dietro l’organizzazione di Slow Emotion c’è Stella Ferrari che per qualche mese è stata l’unica e sola componente del progetto. Poco dopo è arrivata Carmen Antonuccio, conosciuta durante un corso di formazione in Tecnico del marketing turistico, organizzato da Cescot. Tra Stella e Carmen si è creato fin da subito un ottimo feeling e insieme a loro oggi lavorano e collaborano varie guide turistiche, ambientali ed escursionistiche.
«Vi sembrerà strano ma è stato il covid a spingermi verso questa idea e il periodo di lockdown mi ha aiutato a pensare al modo migliore per realizzarla»
Slow Emotion è nata proprio nel 2020 come una sfida alla difficile situazione che il turismo stava vivendo durante la pandemia. La volontà di Stella era quella di «riuscire a vivere il turismo in maniera diversa e ri-uscire a vivere fuori dalle mura di casa». Così, con coraggio, ha deciso di investire sulle potenzialità del turismo sostenibile. In piena zona rossa è riuscita ad ottenere l’autorizzazione per spostarsi in montagna, studiare i sentieri CAI, lavorando per collegare concettualmente le varie emergenze territoriali e creando percorsi tematici interessanti, divertenti e per tutti i tipi di viaggiatori.
«Dopo esserci innamorati di quello che ogni giorno andavamo scoprendo, volevamo insegnare ad amare il nostro territorio»
Dal Trekking in Appennino, passando per le escursioni in E-MTB (Biciclette fuoristrada a pedalata assistita), fino ad arrivare alle visite guidate in centro città; ciò che sembra non poter mancare nei loro itinerari è lo “stare all’aria aperta” ricercando un contatto quotidiano con la natura. Dopo essere aver lavorato per tanto tempo in un altro settore come dipendente, Stella si è accorta di non poter più continuare con quello stile di vita: «avevo i soldi ma non la felicità» ci confida, «così un giorno, dopo tante riflessioni sulla vita che volevo davvero, ho preso tutto il coraggio di cui ero capace e mi sono licenziata. Volevo vivere in mezzo alla natura e fare di questa passione il mio lavoro, conoscere tanta gente nuova. Avevo voglia di comunicare il posto in cui vivo, sentirmi attiva e viva soprattutto costruendo qualcosa di mio; volevo essere libera di pianificare il mio tempo»
Il festival IT.A.CÀ si occupa ormai da tempo di inclusività ed accessibilità. Slow Emotion ha aderito recentemente alla formazione gratuita, e alla coprogettazione, “Sense of place: progettare, realizzare, condurre itinerari accessibili e multisensoriali” realizzata grazie alla collaborazione tra La Girobussola APS e Yoda APS con il contributo Otto per mille della Chiesa Valdese. Slow Emotion si unisce a noi nel sostenere il diritto universale di poter viaggiare e godere delle bellezze del mondo, Stella e Carmen stanno partecipando a ogni fase progettuale con impegno:
«L’esperienza ci ha sensibilizzato sull’esigenza di primaria importanza di creazione di attività e servizi accessibili e inclusivi. La formazione che ci ha offerto “Sense of Place” è stata davvero fondamentale e illuminante nel migliorare e ampliare la conoscenza di questo ambito.»
Il tema della 14esima edizione di IT.A.CÀ è: HABITAT – Abitare il futuro, abbiamo chiesto ai nostri amici di Slow Emotion di darci la loro declinazione di questo concetto così ampio e al contempo estremamente contemporaneo e sentito:
«Per come la vediamo noi l’Habitat è qualcosa che scende fino agli istinti primordiali, una radice collettiva di appartenenza a una grande “famiglia” di tradizioni, valori autentici e cose semplici che sono l’essenza di cui è fatta la felicità. Che sia un posto specifico o uno stato mentale come la parte di noi che preferiamo, che sia un insieme di sensazioni o anche solo un oggetto, ognuno di noi può avere il proprio Habitat, la propria comfort zone in cui ci sentiamo sicuri, in cui ci spogliamo di tutto e siamo veramente noi stessi»
Per concludere vorremmo condividere con voi una riflessione nata durante l’intervista: il turismo responsabile fatica ancora ad affermarsi tra le tipologie principali di turismo, specialmente in Italia. In molti non conoscono le offerte e i vantaggi che si celano dietro a questa tipologia “ad ampio e lento respiro”. Le amiche di Slow Emotion ci tengono a sottolineare come non esistano persone inadatte al turismo responsabile, ma ci sono ancora troppe persone che non conoscono l’enorme ricchezza e le molteplici possibilità offerte da questo tipo di turismo:
«Nel nostro piccolo riteniamo che gran parte del lavoro andrebbe fatto dalle istituzioni e della comunicazione di questa forma di turismo, mettendone in luce gli aspetti peculiari, la sua capacità di promuovere lo scambio culturale e l’educazione verso stili di vita più sostenibili. Tante regioni si stanno già muovendo in questo senso e stanno facendo davvero tanto, noi siamo fiduciose e crediamo che serve solo un po’ di tempo in più»
Con questo messaggio e in attesa della tappa IT.A.CÀ Bologna (dal 16 settembre al 16 ottobre 2022) vi invito ad esplorare nel dettaglio e seguire tutte le iniziative di Slow Emotion tramite il loro sito e le loro pagine social Sito web:
Sito >https://slow-emotion.com/
IG: https://www.instagram.com/slowemotion
FB: https://www.facebook.com/slowemotion2021
Un caro ringraziamento a Stella e tutta l’organizzazione di Slow Emotion per aver condiviso con noi la loro esperienza e a voi lettori e lettrici grazie per aver letto questo articolo, a presto e come sempre… Buon viaggio!
Blog IT.A.CÀ
Martina Gambini
Tirocinio
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