“Se non si guarda alle aspirazioni e ai desideri delle nuove generazioni il rischio è quello di rimanere bloccati nella trappola dei bisogni.”
Queste le parole di Giulia Sonzogno, dottoranda in Scienze Sociali al Gran Sasso Science Institute dell’Aquila e referente per il Comitato Tecnico Aree Interne di Officine Giovani e parte del consiglio direttivo di Riabitare l’Italia per cui ha contribuito alla ricerca Giovani Dentro.
Nel nostro Paese, un quarto della popolazione – quasi 15 milioni di persone – vive in collina o sulle montagne, in quelle che vengono definite “aree interne” e rappresentano oltre il 60% del territorio nazionale, che però vedono un continuo drenaggio di abitanti. La domanda che prima o poi tutti ci facciamo è: ed i giovani? Nell’immaginario mainstream i giovani in queste aree periferiche non ci sono o se ci sono ne scappano e quando restano, se ne sentono imprigionati in una condizione perpetua di condanna all’isolamento e al “qui non c’è da fare niente”. Ma forse, non conosciamo davvero a fondo cosa questi giovani pensano, o per lo meno non tutti.
Ed è qui che interviene il progetto Officina Giovani Aree Interne, un’iniziativa a supporto del Comitato Tecnico Aree Interne, nell’ambito di Officine Coesione, progetto del PON Governance e Capacità Istituzionale 2014-2020) che – partito nel 2020 in piena pandemia – è riuscita a coinvolgere e mettere attorno ad un tavolo oltre 400 realtà, tra giovani under 40, associazioni, università, imprese, cooperative e altre realtà che a vario titolo si occupano di aree interne.
Un percorso partecipato che ha coinvolto tantissimi giovani anche in tavoli di lavoro tematici e territoriali su temi identificati come prioritari:
- Sviluppo sostenibile: agricoltura e ambiente
- Arte cultura e turismo
- Formazione innovazione ed imprenditoria
- Partecipazione pubblica e beni comuni
tutti temi direttamente e indirettamente cari ad IT.A.CÁ e di cui abbiamo avuto modo di trattare nelle varie edizioni e tappe, e che si legano molto a quello che per noi è stata la “Restanza” nel 2019.
Il risultato di questo lavoro capillare sul territorio, oltre all’aver avvicinato i tanti giovani che a vario titolo si occupano di questi territori, è stato di stilare una lista di 15 proposte per il futuro presentate a Mara Carfagna, Ministro per la Coesione ed il Sud, con l’obiettivo di diventare la guida per politiche attive sui territori. Un primo importante tassello nel trasformare i bisogni e le aspirazioni “dal basso” in politiche per favorire la restanza, ritorno, ma anche arrivo dei giovani nei territori delle aree interne per innovare e portare creatività, come abitanti permanenti o anche temporanei.
Tra le 15 proposte identificate, una è particolarmente dedicata al turismo: “creare coordinamento tra gli eventi proposti nelle aree interne” attraverso strumenti quali (1) il supporto/incentivo/mappatura di esperienze turistiche innovative, nuove residenzialità temporanee presso e a contatto con le comunità locali e (2) la creazione di una piattaforma che dia visibilità e coordini gli eventi sul territorio. Insomma, sul turismo, c’è bisogno di più coordinamento e lavoro di rete, in particolare tra i piccoli comuni che costellano le aree interne. Come rete IT.A.CÁ, non possiamo che sentirci chiamati in causa, con sempre più tappe legate alle aree interne che vedono nel turismo una grande opportunità di sviluppo, resilienza e identità.
Questo lavoro di policy che con lungimiranza guarda a quel che l’Europa ci chiede di disegnare sui territori, il “Next Generation EU”, si intreccia anche con la ricerca guidata da Riabitare l’Italia, Giovani Dentro, che si è interrogata su cosa pensano e vogliono i giovani che le aree interne le vivono e ci ha offerto una realtà inaspettata. Ovvero che il 67% dei giovani dice di voler rimanere nel territorio in cui vive. Tra le principali motivazioni a restare ci sono il forte legame con la comunità (65 %), la possibilità di contatti sociali più gratificanti (68%) e la migliore qualità della vita (79%). Vogliono restare, contando di più e partecipando in modo attivo alla definizione delle politiche.
Abbiamo parlato di questi temi proprio con Giulia Sonzogno per avere il suo punto di vista sul turismo nelle aree interne, dopo l’ascolto attivo di questi mesi di ricerca tra giovani e policy makers.
Leggendo gli otto punti del Manifesto della rete IT.A.CÁ e avendo conosciuto molte delle realtà giovanili, come pensi potrebbe la nostra rete supportare questi giovani e le loro progettualità nelle aree interne?
Credo che il vostro Manifesto tocchi dei punti fondamentali (tra l’altro complimenti!), in linea con quelli di Officina Giovani Aree Interne. Non è facile dare un’indicazione precisa, già fate molto. Quella che però mi viene molto spesso sottolineata è l’urgenza di attivare e riconoscere figure in grado di facilitare i processi con la comunità, i progetti e così via. E, ancora, di creare momenti e canali per lo scambio di esperienze e soluzioni, in modo da poter imparare reciprocamente (ma anche per sentirsi meno soli in questa avventura di cambiamento).
Come pensi che il turismo possa contribuire a realizzare le aspirazioni dei giovani per farli restare?
Il turismo rappresenta una grande opportunità, a volte basta davvero poco. In Molise dei giovani hanno recuperato un sentiero per arrivare alle cascate di Carpinone e grazie ad alcune iniziative di promozione sono arrivate centinaia di persone per la prima volta. Certo, il turismo deve essere responsabile affinché possa realizzare le aspirazioni dei giovani. È un argomento delicato, dal turismo possono scaturire grandi conflitti. Iniziative come la vostra contribuiscono però a diffondere una visione chiara e positiva.
Tu che sei attivista e ricercatrice del #dirittodirestare, come definiresti in questa ottica il #dirittodirespirare lanciato nel 2021 dalla rete IT.A.CÁ per i giovani e le aree interne?
Il diritto di respirare è un diritto fondamentale, come quello di restare. Ed è importante assicurarlo ovunque, in tutti i territori. Credo sia qualcosa da cui non si possa prescindere, oggi più di prima. Coincide con una visione di futuro, di possibilità e di diritti per cui mobilitarsi. Vedo nel respirare un gesto di libertà. Ecco, il #dirittodirespirare è per me la libertà di scegliere e di desiderare la vita e il futuro che vogliamo e di cui abbiamo il diritto.
Da parte nostra, non possiamo che condividere di più queste parole e crediamo che il turismo non sia solo un’opportunità lavorativa ed economica per restare, ma anche il modo in cui definire l’identità di una comunità e di un territorio e fare in modo che anche i piccoli paesi o i territori considerati al margine siano centro e pronti ad accogliere il mondo.
Grazie a Giulia e a tutti coloro che hanno contribuito al progetto Officine Giovani Aree Interne, non vediamo l’ora di esplorare nuove strade insieme!
Blog IT.A.CÀ
Annalisa Spalazzi
Coordinamento tappa Sasso Simone e Simoncello
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