Dopo la tappa annullata ad aprile 2020, praticamente già organizzata, ci siamo concessi il giusto respiro per raccogliere le energie e rendere possibile una nuova edizione di IT.A.CÀ Parco Nazionale Monti Sibillini, la terza per i nostri territori. Immaginarla e poi organizzarla è stato, per le nostre associazioni, un primo passo di ripartenza e un’occasione per riappropriarci delle relazioni che durante l’emergenza covid-19 si erano frammentate e disperse.
Il ritrovarsi tra C.A.S.A. (Ussita) e il Centro di Educazione Ambientale Alcina (Fiastra) e il desiderio comune di coinvolgere un altro territorio insieme al quale ragionare sul diritto di respirare sono stati i veri motori di questa edizione. L’ampliamento della rete con le amiche e gli amici di Arquata Potest e Monte Vector (Arquata del Tronto) è venuto spontaneo, una continuazione dei fili già intrecciati lungo il Cammino nelle Terre Mutate.
Le giornate del festival sono state molto frenetiche, tra tempi stretti e incertezze organizzative, compromesse prima dal sisma e poi dalla pandemia. Non volevamo rinunciare a nessun desiderio, sottrarci a nessuna idea, lasciare inesplorate nuove collaborazioni. Siamo partiti da una scrittura collettiva con tutta la rete di un manifesto, Respirare il nostro tempo, che potesse farci da guida nel delineare ogni iniziativa.
In 4 giorni, tra Ussita, Fiastra e Arquata del Tronto abbiamo portato avanti importanti riflessioni sulla gestione forestale del bosco (Naviganti d’Appennino), sullo sviluppo delle aree interne e la loro rigenerazione culturale, su Antropocene e instabilità climatica con la collaborazione dell’Università di Camerino, sul rapporto tra comunità e aree protette, insieme ad ospiti, istituzioni, enti e realtà locali e da tutta Italia, soggetti che non si sono sottratti al dibattito, anche tra opinioni divergenti. Abbiamo continuato a portare avanti temi a noi cari, temi che tengono unite le realtà del festival, come l’antirazzismo, l’integrazione culturale e il turismo inclusivo.
Abbiamo esplorato nuove frontiere di offerta turistica, come le immersioni forestali, e percorso sentieri dimenticati. Ci siamo presi cura delle sponde del lago di Fiastra, allestito una mostra nelle bacheche di Ussita sulle manifestazioni sul climate change, degustato prodotti tipici delle aziende arquatane, lasciati condurre da guide e accompagnatori su nuovi percorsi tra i Sibillini.
Ci siamo connessi alla natura tramite lo yoga e pratiche di respiro, pedalato insieme per la Giornata Mondiale del Rifugiato.
Nonostante siano passati ormai diversi mesi, portiamo ancora con affetto gli aneddoti e gli incontri di questa primavera/estate delle ripartenze: il festival è stata un’intera stagione per noi. Siamo qui, ed è qui che vogliamo continuare a creare uno spazio di cooperazione e dialogo su un turismo più responsabile, attraverso le nostre associazioni e nel rispetto delle comunità abitanti.
Prendiamo in prestito le parole di due ospiti del festival, a noi molto cari, per tenerci stretto e provare a restituire a chi non c’era lo spirito della nostra IT.A.CÀ…
Arrivato a Ussita la strada diventa larghissima.
Provo ad attraversarla e mi ricredo ancora. E’ già piena di tutto ciò che non vedo. Il cammino è inspiegabilmente pesante. Vorrei fermarmi a ogni passo.
Giacervi nell’attesa ma non so darle un nome e sentendo il mio, chiamato da qualcuno – non qui, non ora – non saprei riconoscermi. Non riuscirei a voltarmi….
Ci vuole un tempo buono e paziente. Affinare la vista. Ascoltare meglio. Ricredersi. Affidarsi. Un gesto sconfinato di umiltà. Era già stato scritto. L’avevo letto distrattamente, come sempre….
I paesi – se ne hai rispetto – ti confermano quasi sempre questa fiducia e, se smentita, ti guideranno altrove per il tuo bisogno. La stessa alla quale si affida lei chiamandomi subito per nome alla sola mia comparsa, senza la certezza che sia io.
Nei paesi – se attendi qualcuno – ami questo rischio e lo puoi correre sempre.
L’appennino, di dentro, narra macerie artificiali e palizzate naturali. Una (ri)creazione a immagine e somiglianza d’altri. Ussita, 12 giugno 2021. Inizia il racconto.
La sera non si riusciva a partire. Tutto ci tratteneva. Fili. Palizzate naturali. Piattaforme sul magma delle macerie.
I piedi non affondano più infinitamente. Il tuo passo può procedere all’altro.
“Ci vorrebbe una rete”, dice Alessandro. Ci guardiamo. Sorridiamo insieme.
“Lo siamo”.
Grazie C.A.S.A. Questa è un’azione.
Giovanni Teneggi (leggi il testo)
Nel 2016, in questo territorio si è abbattuto il terremoto: il cratere è rappresentato dai comuni del parco dei Sibillini e dai comuni del parco della Laga. In questi cinque anni di ricostruzione, di rinascita, nel dibattito politico-istituzionale non si è parlato mai di parco.
Non di parco inteso come ente parco. Ma dell’idea fondamentale, di quell’idea straordinaria di cui oggi i portatori dell’iniziativa, come questa di IT.A.CÀ, sono i giovani, forse ex-giovani, donne.
Soprattutto donne che continuano a realizzare un’ipotesi di sviluppo che nasce non da una dimensione economicistica ma da una dimensione ideale tutta fatta di valori profondi, valori che si trasmettono poi anche in una prospettiva di sviluppo economico ma dove l’obiettivo non è arricchirsi, l’obiettivo è vivere i valori. Che poi significa vivere qui.
Carlo Alberto Graziani
Grazie a tutte e tutti ci rivediamo il prossimo anno per una nuova edizione 2022!
Coordinatrici e coordinatori della tappa IT.A.CÀ Parco Nazionale Monti Sibillini
C.A.S.A. Cosa Accade Se Abitiamo, Alcina – Centro di Educazione Ambientale Valle del Fiastrone, Associazione Arquata Potest e Monte Vector Rifugio Mezzi Litri
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