Si è svolta nel fine settimana del 10-11-12 settembre per la seconda volta la tappa del festival IT.A.CÀ Trieste – Gorizia. Una seconda edizione nuova, differente dalla prima nel 2019 dove il tema della Restanza ci aveva permesso di conoscere per la prima volta il grande mondo dei migranti e dei viaggiatori. Quest’anno abbiamo realizzato pochi e significativi eventi in 3 giornate di festival; in cui per la prima volta abbiamo avuto il piacere di superare i confini con un festival nazionale e di vivere la particolarità di questo territorio transfrontaliero.
Quando abbiamo declinato il tema centrale di quest’anno a questi territori abbiamo capito che abbiamo ancora molto su cui lavorare. Abbiamo pensato subito: “dobbiamo raccontare come ogni confine è a suo modo un respiro”. Chiunque passi da qui comprende come ci sono respiri dati e respiri presi nelle terre di confine.
Abbiamo diritto di vivere questi confini, abbiamo diritto di respirarli. Dobbiamo intendere qui i confini non come linee divisorie capaci di marginalizzare bensì come la volontà di vivere i fini che abbiamo in comune con chi questi luoghi li vive, abita o semplicemente attraversa.
“Per la tappa di Trieste e Gorizia il diritto di respirare si declina come la volontà di soffermarci sulla più semplice e inconscia delle azioni: condivisione di ciò che siamo e ciò che respiriamo. Lo facciamo affacciandoci ai confini italiani sui vicini sloveni, attraversando e costruendo Ponti. Lo viviamo nei confini di quelle che sono le nostre dinamiche quotidiane che permettono di interrogarci sulle contraddizioni e rivoluzioni che questi territori portano con sé”. cit Francesca Giglione, referente per la tappa.
Abbiamo così deciso di aprire questo festival all’Habitat-Microarea che attraverso un lavoro di conoscenza approfondita della popolazione e del rione di Zindis si prefissa l’obiettivo di rilanciare lo sviluppo di comunità nell’ottica dell’inclusione sociale.
Realtà che ringraziamo poiché la loro prossimità territoriale coniugata all’ascolto attivo consente di raccogliere e analizzare i bisogni emergenti agevolando una attivazione puntuale dei servizi o di percorsi comuni finalizzati alla promozione del benessere. Uno stare sul territorio che favorisce l’espressione dei bisogni tutelando la soggettività, i diritti e la salute delle persone. Stimola percorsi di costruzione e di rafforzamento delle reti sociali che si rivelano essere protagonisti di un processo virtuoso di arricchimento del territorio, delle vite e del diritto di respirare delle persone.
Ringraziamo anche Strada Si.Cura: un collettivo di attivismo della salute nato durante il lockdown per portare il diritto alla cura alle persone in situazione di vulnerabilità e invisibilità, soprattutto migranti e senza fissa dimora. Un collettivo che si occupa di salute nel senso più ampio del termine, dando importanza a tutti i determinanti che influenzano il benessere fisico e mentale della persona.
E poi ancora un grazie e Hvala (“grazie” in sloveno) al Center Architekture Slovenije e all‘Ordine degli Architetti di Gorizia che hanno realizzato un workshop riservato ai ragazzi di età compresa tra i 6 e i 16 anni (e alle loro famiglie) dal titolo Possiamo costruire una città con la corda? Tutti gli intrecci si sono realizzati proprio lì dove le città di Gorizia e Nova Gorica oggi si uniscono: piazzale della Transalpina (lato italiano) e Piazza Europa trg Evrope (lato sloveno).
E un ultimo grazie a chi ha permesso quel breve viaggio culturale, naturale e umano che è stato l’itinerario in bicicletta. Al centro d’accoglienza Nazareno di Gorizia, a Mattia di Remoove partner nazionale che ci ha lusingato grazie alla presenza di Alessandro del Laboratorio Ortopedico Giorgione e delle loro bici speciali.
Tutti loro hanno permesso quello che abbiamo chiamato un RespiroAndante accompagnato da voci esperte, respiri mancati e respiri presi.
Insomma un grazie sentito a IT.A.CÀ Festival del Turismo Responsabile, alla Cooperativa Sociale Onlus La Collina che ha permesso tutto questo, alla Microarea Zindis e alla disponibilità di Kevin Nicolini, a Strada Si.Cura e alla cura di Beatrice Sgorbissa, a Oappc Gorizia soprattutto a Francesca Ravasin, a FIAB Monfalcone – BisiachINbici in particolare a Costanzo Nevio, al Laboratorio Ortopedico Giorgione, a Leonardo Colletta, al botanico Giancarlo Stasi, al dott. Lorenzo Drascek, ai ragazzi del centro Nazareno in particolare ad Ali Ameer, all’architetto Diego Kuzmin, alla presidente dell’associazione Culturale Agorè Roberta Riva, a Mirko e Dario Giglione e soprattutto a Sergio Pratali.
Ci rivediamo la prossima edizione – intanto buon viaggio a tutti/e
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