Cari amici e amiche viaggiatrici iniziamo immaginando: vi piacerebbe vedere un Appennino vivo, inclusivo, responsabile e senza barriere? Oggi vi raccontiamo una storia di resistenza, restanza, amore per il territorio e per gli altri, che ha riportato vita e luce nel territorio di Arquata del Tronto (AP), devastata dal sisma del 2016. Arquata è un “Comune di due parchi” perchè rientra come territorio sia nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini che nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.
Stefano ed Elena, sono oggi tra quelli che possiamo definire “custodi dell’Appennino Centrale”, si sono conosciuti nel campo della Protezione Civile di fronte ad un’Arquata del Tronto devastata dal sisma.
Stefano, dopo una vita fornaio, in una notte ha perso tutto e prima ancora di rendersene conto ha soccorso i suoi compaesani ed amici, Elena, volontaria della Protezione Civile anche lei, era venuta da un’altra città per dare una mano. Ne è nata una storia d’amore basata su ideali e sogni comuni, che ha cambiato profondamente le loro vite, dando la forza ad entrambi per combattere e realizzare qualcosa di concreto in nome di un’altra storia d’amore: quella per la montagna e il territorio.
Affrontata l’emergenza più immediata, è stato chiaro che l’attesa della ricostruzione sarebbe stata lunga e difficile, per questo Elena e Stefano, hanno fondato l’associazione Monte Vector, basata sul diritto di abitare e sul bisogno della riconquista dei luoghi colpiti dal sisma, attraverso la condivisione con gli altri. Il primo passo è stata un’attività mirata alla valorizzazione del territorio, sottolineando la bellezza di ciò che restava intatto e vivo e sul valore dei prodotti e delle tradizioni autoctone, ma non si sono fermati qui.
Incontrando Elena, ci dice: “Ciò che può salvare le aree interne dallo spopolamento sono i produttori, perché amano, curano e difendono il territorio e possono trasferire il loro sapere alle nuove generazioni. Dopo il sisma quelli rimasti ad Arquata sono pochissimi, ma la rinascita di questi luoghi non può che partire dalla valorizzazione dei pregi enogastronomici”.
Da lí, la storia prende una forma forse inaspettata, ma di una forza incredibile. Cercando una sede, trovano un casale che, pur essendo a pochissimi metri dalla faglia è completamente intatto e in una posizione meravigliosa: a pochi passi da Forca di Presta, sotto il canale dei “Mezzi Litri” del Monte Vettore. Rimboccandosi le mani, Stefano ed Elena adeguano il casale a rifugio abbattendo tutte le barriere possibili e dotandolo di servizi per disabili.
Stefano ed Elena hanno fatto giá molto per il territorio di Arquata del Tronto e, in generale, per portare una visione di cosa è possibile fare anche dove non ci sono piú speranze ed aspettative. Loro peró, vorrebbero fare un altro piccolo passo verso il diritto ad abitare la montagna, abbracciando l’idea di inclusività in tutte le sue declinazioni: ci raccontano che molte persone con disabilità motoria sono venute a trascorrere una giornata a Mezzi Litri, ma la mancanza di posti letto adeguati non permette a queste persone di poter soggiornare e godersi qualche giorno all’ombra del Vettore, il loro obiettivo è consentirgli di vivere una vera vacanza in montagna.
Con l’aiuto di amici che vivono questo problema sulla loro pelle e di associazioni che si occupano dei diritti dei diversamenti abili, hanno individuato quali sono le priorità per rendere questo sogno possibile e capito come realizzare anche presidi per gli ipovedenti. Il traguardo è quello di dare autonomia, benessere e libertà a persone a cui è negato il diritto di vivere la natura, restituire i luoghi sottratto dal sisma a tutti, dare a più persone possibili il diritto di respirare.
Ho visto i Mezzi Litri per la prima volta nel 2020, lungo il Cammino delle Terre Mutate di cui il rifugio è un saldo sostegno. Mi risuonano ancora in mente le parole di Elena, su come sia non solo importante ma ancor più fondamentale il ruolo di custodi dell’Appennino e delle sue risorse, non solo per le aree interne ma per tutto il territorio che scende fino a valle. Dall’Appennino, nasce la vita per la terra, il respiro.
È aperta ora una campagna di crawdfunding lanciata da Alleva la speranza +, dove sulla piattaforma PlantBee è possibile contribuire a sostenere il progetto di turismo senza barriere attraverso il quale l’Associazione Monte Vector, vorrebbe attrezzare il rifugio con strutture mobili ad ampia accessibilità come yurte o le innovative cupole geodetiche completamente senza barriere. Vorrebbero poi realizzare una rampa, con delle scritte in braille che raccontino la bellezza dei monti Sibillini. Sono interventi semplici, ma che possono avere un grande impatto nel benessere delle persone.
Quando chiediamo a Stefano del turismo sostenibile e accessibile ci dice: “Da quattro anni chi ha subito il terremoto combatte tutti i giorni per riconquistare diritti molto semplici, le nostre barriere sono quelle burocratiche, il labirinto di assurdità che impedisce il ritorno alle proprie case e la rinascita delle comunità! Come si fa in una situazione simile a non pensare ad una ricostruzione responsabile e inclusiva e a chi tutti i giorni combatte contro barriere ben più gravi e insormontabili?”.
Per chiunque voglia essere parte di questo progetto, per chi crede nello sviluppo e resilienza delle aree interne in modo inclusivo, condividiamo l’invito a supportare questa iniziativa: con un’offerta superiore ai 75 euro è possibile ricevere un cesto dei buonissimi cereali e legumi dell’Azienda Agricola Terre delle Fate di Pretare di Arquata. In questo modo, aiuteremo Elena e Stefano a supportare i produttori locali, nonostante la pandemia abbia rallentato/bloccato le loro attività e realizzare così il progetto di rinascita del Rifugio Mezzi Litri… lì dove nessuno avrebbe pensato di poter investire in un sogno.
Noi lo faremo accogliendo il rifugio Mezzi Litri e l’associazione Monte Vector nella rete IT.A.CÀ per il 2021 insieme ad Arquata Potest, come un esempio di chi rappresenta il diritto di abitare nelle aree interne e includendo Arquata del Tronto come parte della tappa IT.A.CÀ Parco Nazionale Monti Sibillini, coordinata da C.A.S.A. (Frontignano di Ussita) insieme al Centro di Educazione Ambientale Alcina (Fiastra).
Siamo orgogliosi di avere Elena e Stefano nella rete locale e di sostenere questo progetto di amore, oltre che vera e sana circolarità, a pieno supporto dello sviluppo generativo locale.
Blog IT.A.CÀ
Annalisa Spalazzi
Regional Transition | Regenerative Tourism
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