Cari amici viaggiatori e amiche viaggiatrici oggi nel nostro blog siamo in compagnia di Paola Rizzitelli che ha ideato il brand e movimento “Sinergie per il benessere”. Paola si occupa specificatamente di Wellness Economy, un’industria che rappresenta circa il 5,3% della produzione economica globale (dati 2017) e che consente ai consumatori di incorporare attività di benessere e stili di vita sani nella propria vita quotidiana.
Un aspetto della produzione economica molto interessante dove Paola è riuscita ad affermarsi indirizzando il marketing e la comunicazione come veicoli di “abitudini sane”.
Da oltre 10 anni cura aziende e professionisti nello sviluppo della Wellness Economy organizzando corsi e seminari per portare la sua esperienza in eventi e convegni, diventando una delle massime esperte in Italia su questo tema.
Vi racconteremo attraverso questa intervista il percorso e i valori che promuove con il suo lavoro e che si intrecciano bene con la nostra idea di sostenibilità economica e ambientale.
Da cosa è scaturita l’idea di scegliere di lavorare nel campo della sostenibilità e del benessere? e di conseguenza come è nata la passione per il tuo lavoro?
Diverse componenti caratteriali, formative ed esperienziali mi hanno portato sin qui. Il mio è stato un percorso iniziato circa vent’anni fa e che peraltro racconto in un capitolo del mio libro. Il fil rouge è stato da sempre un forte senso di giustizia che mi ha portato prima ad intraprendere la professione di avvocato, poi quella della gestione e formazione delle risorse umane poi a dare supporto alle aziende che avessero qualcosa di utile da proporre alla società.
Ho toccato con mano i benefici che il contatto con la natura, lo sport, la psicanalisi, le discipline olistiche, la spiritualità, la formazione, la sana alimentazione e una propensione al cambiamento hanno portato su di me. Questo ha poi rinforzato il mio interesse, studi e ricerche sul tema benessere e salute, sulla creazione di un marketing che aiutasse il mondo a migliorare e non lo plagiasse per gli interessi di pochi a discapito della terra che ci ospita.
Nel 2015 ho lasciato il ruolo di responsabile di relazioni esterne ed istituzionali di un’azienda impegnata nel settore elettromedicale, nell’estetica e nel benessere per creare un brand “Sinergie per il benessere” che se da un lato offre servizi di marketing, comunicazione e sviluppo strategico etico, dall’altro crea rete/connessioni e desidera attrarre a se imprese e professionisti orientati al cambiamento, che vogliono contribuire all’evoluzione dell’uomo e al miglioramento delle condizioni di benessere e salute.
Potresti raccontarci a quale progetto stai lavorando attualmente? e quali sono state le tue scelte per arrivare dove sei adesso?
Negli ultimi sei anni vivendo in Trentino ho potuto implementare le mie competenze ed esperienze nel settore turistico. Accoglienza e comunicazione, valorizzazione del wellness come canale educativo e delle esperienze come cambiamento responsabile, sono stati il mio focus in quel settore. Ho tuttavia vissuto anche io momenti di incertezza a causa delle vicende sanitarie dell’ultimo anno. Il settore turistico, estetico, la formazione, i convegni e una serie di situazioni prospere che mi coinvolgevano professionalmente, si sono contratte.
La mia strategia personale è stata l’ascolto, la flessibilità, lo studio, la divulgazione del mio pensiero sul marketing e la comunicazione. È così che è nato il libro “Il Marketing del benessere”. Mi sono messa in gioco. Questo ha avvicinato a me delle bellissime opportunità fra cui un progetto che sta segnando un nuovo importante cambiamento nella mia vita.
Le sincronicità di fine novembre mi avvicinano ad una realtà turistica molto particolare interessata a valorizzare tutti gli elementi di cui disponeva per rieducare le persone a vivere meglio. Un progetto ambizioso, socialmente rilevante in cui mettere in pratica tutto ciò che penso, ho scritto e insegno. Un lavoro strategico, creativo, emozionante di branding e marketing del benessere. Io vivevo in Trentino e quando ho accettato l’incarico a inizio anno ho accettato anche di trasferirmi presso di loro, in un resort in Umbria composto da 7 casali di campagna in 400 ettari di terreni e boschi.
Ad aprile mi trasferirò nell’adiacente Borgo di Parrano ricco anch’esso di risorse naturali, iniziative culturali legati all’ambiente e allo stile di vita e con progetti di valorizzazione e ripopolamento di queste splendide terre.
Vogliamo rendere La Casella, già forte di una splendida storia di ospitalità (è stato uno dei primi hotel diffusi e meta preferita degli amanti della semplicità, dei boschi e dei cavalli), fonte di ispirazione per un nuovo modello di vita dove migliorare benessere e salute, un luogo da scegliere in un futuro, nemmeno troppo lontano, non solo come meta turistica ma come dimora. Io stessa sto sperimentando un nuovo stile di vita non solo per esprimerlo al meglio, ma anche perché credo che sia oggi una delle vie possibili per riportare in equilibrio le disarmonie create nel mondo.
Il progetto “La Casella Resort” con cui stai collaborando in questo periodo è un progetto che va oltre la semplice accoglienza turistica, ha un importante progetto alle sue spalle che porta avanti da anni con cura e dedizione come centro olistico di benessere, trasformando la vacanza in campagna in uno stile di vita. Potresti raccontarci quali sono gli obiettivi che vi state dando? e perché questa scelta particolare di accoglienza turistica e che cosa vuol dire centro olistico in questo caso?
L’opportunità qui a La Casella è quella di vedere realizzare ciò in cui credo e racconto, e di viverlo sulla mia pelle: creare uno scopo nuovo nel turismo, educare ad uno stile di vita autentico e sano. Un turismo responsabile e proattivo. La famiglia che ha creato e gestito questo luogo dalla fine degli anni 70′ ha visto oggi in questa crisi mondiale l’occasione per migliorarsi. Stiamo mettendo in campo diverse idee, reimpostando l’immagine, il concept e avviando una serie di iniziative che potrò svelare nei dettagli solo fra un paio di mesi e che ruotano intorno a quattro macro aree di sviluppo:
1) la creazione di un centro olistico e di medicina olistica dove il benessere della persona viene affrontato nella suo totalità di mente, corpo e spirito;
2) il recupero della terra con coltivazioni sinergiche, sostenibili e simboliche in grado di creare nuove esperienze per gli ospiti;
3) la diffusione di consapevolezza ed educazione attraverso eventi e seminari mirati;
4) la creazione di un villaggio consapevole grazie al coinvolgimento di Awen, una neonata associazione di persone entusiaste di cui il presidente è Angelo Formicola, che coopererà nella realizzazione dell’intero progetto.
È un progetto ambizioso che richiederà, anche per via delle complicazioni che stiamo vivendo, un paio di anni per la sua piena realizzazione. Ma ad oggi tutto è stato avviato ed è bellissimo vedere la sua evoluzione giorno dopo giorno.
La visione olistica sarà trasversale poiché lo è il concetto stesso (dal greco olistico indica l’insieme, la totalità) ad esserlo. Sono una dei fondatori della neonata associazione di medicina olistica del dr. Claudio Pagliara che vuole mettere in luce la visione globale dell’essere umano e di tutti gli strumenti che ha per promuovere la propria salute. Il coinvolgimento di discipline e medicine olistiche è assolutamente necessario per portare l’attenzione da un lato sulla relazione fra persone, natura e madre terra, dall’altro sulla prevenzione, fonte primaria di salute. La salute è nella nostra responsabilità.
Il turismo responsabile legato al benessere, può essere una buona pratica per sviluppare e sensibilizzare i territori (quindi anche le istituzioni) ai temi della sostenibilità ambientale, della cura e delle culture locali, mettendo al centro le comunità ospitanti protagoniste dello sviluppo economico del territorio?
Il turismo responsabile se in particolare legato al benessere e alla salute, con una visione olistica non può che stimolare sinergie fra strutture private, istituzioni e cittadini. Oggi è un’opportunità di sviluppo e anche di uscire a testa alta dalla situazione che stiamo vivendo. Non è più pensabile che gli input arrivino solo dalle istituzioni, ma gli stessi privati non possono affrontare da soli il cambiamento. Peraltro salute, sostenibilità ambientale, cultura sono concetti che non viaggiano mai separati. Educazione e cultura, buone pratiche e stili di vita consapevoli producono l’effetto della proattività e della responsabilità dei cittadini verso l’ambiente e la propria salute. Siamo solo all’inizio di un processo inverso che va nella direzione del recupero della consapevolezza, dell’unione e delle sinergie. Qui intorno a me sto assistendo proprio a questo processo in continuo divenire, abbiamo punte di eccellenza, ma anche questioni controverse da risolvere e un territorio da valorizzare.
Il tema nazionale della nostra 13° edizione del festival IT.A.CÀ è “Diritto di respirare” che cosa ti viene in mente legato a questo pensiero?
Se non invertiremo la tendenza autodistruttiva degli ultimi 50 anni perderemo questo diritto. Non bisogna attendere di essere intubati per comprendere l’importanza di respirare. Purtroppo se da un lato tutti sappiamo che abbiamo bisogno di respirare per essere in vita, mi rendo conto che è un comportamento talmente automatico , oltre che essere gratuito, da essere costantemente dato per scontato e privato di valore. L’acqua – l’acqua sana – molto spesso ha un costo, l’aria no. Il diritto di respirare non è percepito dalla maggior parte delle persone, altrimenti la molte città non sarebbero tanto popolate, altrimenti tutti mediterebbero, andrebbero più lentamente e pianterebbero alberi.
Anche questa tematica è molto cara al progetto che sto seguendo in Umbria. Il Borgo di Parrano ha portato avanti diversi lavori sull’aria e sul respiro, e siamo in procinto, anche con L’AIMEF associazione di medicina forestale di cui sono socia di rendere la Casella un luogo adatto a svolgere esperienze di “immersioni” forestali.
Ringraziamo Paola per averci spiegato e raccontato il suo lavoro che crediamo sia un tassello importante nell’economia globale del futuro, dove diventa sempre più importante generare valore e profitto insieme al benessere sociale e ambientale.
Qui vi lasciamo il LinkedIn di Paola per chi vuole contattarla e approfondire queste tematiche molto interessanti.
Buon viaggio come sempre 🙂
Blog IT.A.CÀ
Sonia Bregoli
Responsabile comunicazione IT.A.CÀ
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