Napoli 2020 – Cari amici e amiche viaggiatrici oggi nel nostro blog intervistiamo Carmine Maturo che da quest’anno coordina assieme ad altri compagni di viaggio (Associazione VerginiSanità, Out –Osservatorio Universitario sul Turismo dell’Università Federico II di Napoli e Cittadinanza Attiva Campania) la tappa di Napoli del festival IT.A.CÀ 2020 [link programma].
Carmine Nasce e vive a Napoli. Ecologista e non violento, giornalista – pubblicista, co-portavoce nazionale Green Italia assieme ad Annalisa Corrado, dagli anni ottanta ha concentrato la sua attività su: ambiente, comunicazione, beni culturali, turismo sostenibile e responsabile.
In quegli anni, a Napoli, ha fondato Neapolis 2000, ha aderito a Legambiente con incarichi regionali e nazionali. È stato dirigente nazionale di A.I.T.R – Associazione Italiana Turismo Responsabile e Consigliere del Parco Regionale dei Campi Flegrei con delega al Turismo, consulente e docente per il turismo sostenibile. Ha dato vita e fatto parte di tantissime iniziative, comitati e coordinamenti fra cui si ricordano: Comitato per il recupero Scale di Napoli, il Comitato per il Restauro del Corpo di Napoli, l’Associazione di Volontariato Green Polis.
In questo periodo di crisi causato dalla pandemia, come tutti quanti, stiamo riscontrando un calo del turismo, come la città di Napoli può superare questo momento?
Oltre 25 soggetti: associazioni, Guide Turistiche e operatori si stanno muovendo per la prima volta in rete e sta nascendo RE.Tu.R.S. Campania, la Rete del Turismo Responsabile e Sostenibile della Campania, con l’intento di proporre un’offerta diversa, destagionalizzando e delocalizzando i flussi turistici verso aree meno visitate, ma ugualmente di grande interesse storico, naturalistico e antropologico.
I soggetti promotori delle Rete hanno elaborato un documento e lo hanno adottato con delle linee guide nate dal basso nel quale si indicano i principi e le raccomandazioni che devono essere messe in pratica dagli operatori e le comunità di accoglienza. La Rete si propone di salvare le destinazioni da un mero turismo “mordi e fuggi”, consumistico, altamente dannoso per la sua stessa sostenibilità nel tempo e creare protagonismo nei residenti dei territori a vocazione turistica.
La rete sarà presentata nel corso del Festival IT.A.CÀ Napoli con il Percorso delle Origini: Cuma, Parthnope, Neapolis. Percorso che ho definito il primo “Cammino Urbano”, perché non è solo un trekking in città ma un vero “cammino” alla ricerca di Mito e dell’identità del territorio.
In che modo avete messo in relazione gli interessi di una città complessa come Napoli con il tema di quest’anno del nostro Festival, la “Bio-diversità“?
Per noi è stato semplice. Abbiamo semplicemente declinato il concetto di “Bio-diversità” ambientale assieme alla diversità culturale, la solidarietà umana e la resilienza di alcune aree urbane. Ed ecco che abbiamo visto nascere proposte in quartieri come la Sanità e i Vergini, Forcella e i Quartieri Spagnoli, zone fino a poco tempo fa definite a rischio ma ora con tanta voglia di riscatto; oppure in zone abbandonate e degradate ma belle e resilienti come alcune delle oltre 200 scale della città.
Il turismo responsabile può essere una buona pratica per sviluppare e sensibilizzare i territori (quindi anche le istituzioni) ai temi della sostenibilità, del rispetto dell’ambiente e delle culture locali, mettendo al centro le comunità ospitanti protagoniste dello sviluppo economico del territorio?
Il turismo responsabile deve essere lo strumento per mettere al centro delle scelte dei territori a vocazione turistica i temi della sostenibilità ambientale ed economica e della partecipazione attiva dei cittadini. Anche una buona amministrazione senza il coinvolgimento e la partecipazione attiva dei cittadini non potrà mai governare e portare benefici per i propri residenti.
È il momento di ripensare l’offerta turistica, un offerta che parta dal basso, dai territori, che sia sostenibile per l’ambiente ed al tempo stesso economicamente e anche qualitativamente vantaggioso per residenti e turisti, questo turismo si chiama turismo responsabile.
Pensi che un festival come IT.A.CÀ che si occupa di turismo responsabile possa essere una buona pratica per sviluppare e sensibilizzare i territori (quindi anche le istituzioni) ai temi della sostenibilità, del rispetto dell’ambiente e delle culture locali, mettendo al centro le comunità ospitanti protagoniste dello sviluppo economico del territorio?
La rete che sta tessendo il Festival IT.A.CÀ è un modo per far capire ad amministratori ed operatori del settore che “Un altro Turismo è possibile: Sostenibile Responsabile e durevole”.
Soprattutto il Festival IT.A.CÀ sta mettendo in pratica, con il suo format, il concetto di “Pensare Globalmente, agire localmente”, tanto caro a noi ecologisti. Questo format non era mai stato utilizzato nel campo del turismo e credo sia vincente.
Come pensi che l’emergenza sanitaria del Covid19 abbia influenzato e influenzerà il turismo del futuro? Può essere questo momento di crisi un momento di riflessione per aprire nuovi paradigmi di vita? creare nuovi scenari?
Fino a poco tempo fa l’oggetto di discussione più dibattuto era l’overtourism, se ne parlava dappertutto, anche senza specifiche competenze, era quasi una moda.
Il tema era come arginare e combattere questa fiumana di gente che arrivava ed invadeva, degenerava, snaturava i nostri centri storici e contribuiva a fenomeni come quello della gentrificazione che ha espulso i residenti e i piccoli commercianti fuori dai territori presi di mira dai turisti.
Anche gli Assessori al Turismo delle mete più importanti di Italia (Napoli, Roma, Firenze, Milano…) si incontrarono per chiedere sostegno al Ministero per fermare questa invasione incontenibile.
Poi all’improvviso è arrivato il COVID 19, le nostre mete turistiche si sono svuotate, nei nostri cieli gli aeroplani hanno smesso di rombare nessuna fila agli Uffizi e nemmeno a Capodimonte, le piazze non sono più affollate e i residenti dei Centri Storici hanno ritrovato un po’ di pace.
L’unico che ha battuto l’overtourism, a parte purtroppo le migliaia di vittime che ha seminato e causato tante sofferenze, è stato il Coronavirus. “Non possiamo permetterci di sprecare una buona crisi” disse Rahm Emanuele, capo dello staff di Obama, all’epoca della crisi del 2008.
Questa pandemia globale, nel nostro Paese, pur nel dolore per le migliaia di vittime che ha seminato e per le loro famiglie, potrebbe diventare “una buona crisi”. Con uno sforzo di fantasia e un po’ di “immaginazione al potere” credo che sia il momento per percorrere nuovi scenari per il turismo del futuro: sostenibile, responsabile e durevole.
Ringraziamo Carmine per essere stato con noi e per aver riposto alle nostre domande, dandoci una sua visione sul mondo del turismo responsabile in Italia e dello sviluppo di possibili scenari futuri.
Quindi non resta che invitarvi a seguirci come sempre nelle nostre tante attività ed eventi in sicurezza e come sempre buon viaggio amiche e amici viaggiatori 🙂
Blog IT.A.CÀ
Sonia Bregoli
Comunicazione nazionale IT.A.CÀ
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