La provincia di Trento, assieme a quella di Bolzano, è la seconda destinazione in Italia per numero di arrivi e presenze turistiche. Il Trentino si promuove simbolicamente con una farfalla con due ali che dividono la provincia in Trentino orientale e occidentale, con in mezzo il fiume Adige.
Ma quest’idea di “leggerezza” e “sostenibilità” non sempre è compatibile con i grandi numeri. Appunto per questo motivo, parlare di turismo sostenibile e far conoscere le aree meno frequentate assume un significato molto importante per la collettività: è necessario infatti che anche l’esperienza del tempo libero diventi una scelta consapevole e attenta. A maggior ragione in questi tempi difficili per tutto il settore turistico, è fondamentale non abbandonare quei luoghi marginali che dal turismo ricavano un’importante fonte di reddito, condizione necessaria per consentire alle persone di rimanere ad abitare la montagna.
Per questa particolare edizione sono state molto importanti le Reti delle Riserve, un organismo voluto dalla provincia di Trento proprio per cercare di valorizzare le riserve naturali ed i luoghi un po’ meno conosciuti della nostra provincia. La maggior parte degli eventi IT.A.CÀ Trentino 2020 si sono quindi svolti all’interno di reti di riserve come per esempio quelle del fiume Brenta, del fiume Avisio e del Monte Baldo.
Un’esperienza molto importante in questo senso è anche quella di Grumes, dove da molti anni esiste un consorzio che si occupa della promozione territoriale. Durante il Festival ha ospitato il CittàSlow weekend, un’interessante mostra mercato legata alle specificità del luogo e ai saperi artigianali. La rete delle riserve del Brenta ha fatto sperimentare quello che è il grande traino del turismo sostenibile in Valsugana, cioè la pista ciclabile. Lungo il tragitto sono state proposte delle uscite legate alle piccole aree umide, residuo degli ambienti che costellavano il fondovalle della Valsugana.
Molto suggestiva l’uscita notturna alla scoperta dei rapaci notturni a Torcegno. Non è mancata però la partecipazione anche di aree in cui troviamo un turismo più maturo, come ad esempio il comune di Folgaria, molto conosciuto per il turismo invernale, ma che soffre e soffrirà sempre più a causa dei cambiamenti climatici. Anche per questi territori risulta necessario ripensare la loro offerta turistica, in un’ottica di diversificazione, destagionalizzazione e sostenibilità. A Folgaria, ad esempio, sono state proposte delle visite alla scoperta di piccole chicche di un territorio vasto che è stato teatro del fronte della Prima Guerra Mondiale.
In definitiva la filosofia del festival e del turismo sostenibile si può sposare bene con la programmazione della Provincia autonoma di Trento degli ultimi anni, che ha individuato negli Ecomusei e nelle reti di riserve una modalità moderna e flessibile di gestione delle aree marginali, per far sì che si scopra la ricchezza del proprio ambiente superando la logica del turismo di massa.
Gli eventi sono coordinati da TassoBarbasso e si ringrazia per la partecipazione Alpe Cimbra Trentino Italia, ViviGrumes Trentino, Parco Naturale Locale Monte Baldo, Rete di Riserve Fiume Brenta, Rete di Riserve Val di Cembra Avisio.
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