Care amiche viaggiatrici e amici viaggiatori,
qualche settimana fa ci siamo incontrati con Edoardo Scatto, membro dell’associazione Venice Calls, protagonista nella gestione dell’emergenza acqua alta a Venezia.
Venice Calls è un esempio di giovani che, mossi da un profondo amore e senso di appartenenza per il proprio territorio, si sono rimboccati le maniche per preservarlo e prestare un aiuto concreto e efficace in un momento di grande difficoltà come quello affrontato da Venezia il mese scorso.
Ma lasciamo la parola a Edoardo in modo che possa raccontarci di Venice Calls in prima persona.
Come è nata Venice Calls e come si è trasformata dopo quello che è successo a Venezia?
Venice Calls nasce nell’estate del 2018 come iniziativa di un gruppo di ragazze e ragazzi veneziani: riconosciuta la pressoché inesistenza di occasioni di coesione sociale all’interno del centro storico, l’idea era quella di creare un’associazione che potesse promuovere una serie di attività che aiutassero i giovani veneziani a riconoscersi in una comunità.
Partiamo dalle emergenze che Venezia si trova ad affrontare: quella ambientale e quella socio-culturale. Finora ci siamo distinti per le attività legate all’ambiente, ma il nostro obbiettivo è di diventare sempre più a 360°, aumentando gli eventi culturali e polivalenti.
A seguito delle attività durante l’emergenza acqua alta, VeniceCalls si è distinta come coordinatrice dei volontari, in sinergia con le istituzioni pubbliche e le agenzie preposte.
Il nostro obbiettivo era di ottimizzare la logistica e la qualità degli interventi dei volontari, senza sovrapporsi o intralciare chi di competenza ma anzi collaborando direttamente con Veritas e Protezione Civile lungo tutto il territorio lagunare.
All’intervento “di braccia” volevamo anche aggiungere un segnale importante per i cittadini: dare speranza e comunicare solidarietà, dimostrare che esistono centinaia di persone che hanno a cuore Venezia e i suoi abitanti.
Il nostro ruolo di coordinatori e motivatori è stato riconosciuto dalle autorità e dalle organizzazioni pubbliche a livello locale e nazionale, nonché dalla stampa di varie nazioni. Tutto ciò ha portato VeniceCalls ad avere una copertura mediatica finora insperata, con un team di quasi 3000 volontari coordinati e con raccolte fondi specifiche.
A fronte di ciò, stiamo in queste settimane riorganizzando la struttura interna e l’apparato comunicativo dell’associazione, per preparare un piano di attività 2020, accompagnato da una fundraising strategy per sostenere le attività e incrementare il numero degli associati, investendo in eventi che aiutino a riconoscersi in una socialità veneziana che abbracci la comunità studentesca come quella dei giovani lavoratori.
Spiegaci bene cosa si può fare per aiutare Venezia in caso di emergenza acqua alta e cosa avete fatto finora.
Le nostre attività si suddividono in tre principali filoni:
- Quello divulgativo e di confronto pubblico, a tematica ambientale o socioculturale: organizazione di conferenze e seminari con esperti in materia, per sensibilizzare studenti e cittadini;
- Attività sul campo, principalmente clean-up: raccolta differenziata di rifiuti, organizzata e sponsorizzata dalla Veritas, sia in centro storico che in zone periferiche della laguna. Queste attività ci permettono di lasciare un segno tangibile e di coinvolgere la comunità veneziana e non solo;
- Partecipazione come co-organizzatori a numerosi eventi culturali e conferenze legate all’emergenza climatica, dove abbiamo l’opportunità di portare testimonianza come comunità di giovani veneziani.
Porto qui di seguito una summa del modo in cui abbiamo organizzato le attività per l’emergenza acqua alta, a partire dalla notte del 12/13 novembre 2019:
Dopo aver appurato che tutti i Callers (membri di Venice Calls) stessero bene e non avessero subito danni importanti alle rispettive abitazioni e veicoli, ci siamo subito organizzati per raccogliere informazioni riguardo le zone più colpite e le emergenze (ovviamente, sapendo che in certi casi noi non possiamo intervenire).
Già in prima mattinata di mercoledì, abbiamo deciso di scendere in campo per aiutare i veneziani.
Motivazioni per l’azione:
- Emergenza ambientale: far sì che la marea non portasse in giro rifiuti e detriti per la laguna, causando inquinamento
- Sopporto pratico e morale alla comunità di Venezia: far capire che c’era gente pronta ad aiutare; attività principali: aiuto nelle case e negozi (raccolta roba da buttare, spostare mobili) e trasporto rifiuti presso i punti di raccolta.
Gestione dell’emergenza:
- Individuazione delle segnalazioni zona per zona di Venezia: esplorazione (sia fisicamente, che attraverso passaparola nei social), identificazione di punti di ritrovo
- Attivazione comunicazione con veritas, per identificare punti di raccolta rifiuti funzionali allo stoccaggio nelle imbarcazioni preposte; ottenimento materiale (sacchi e guanti) per effettuare attività
- Contemporaneamente, organizzazione dei canali di comunicazione per i volontari (fin da subito attività in centinaia, ora sono in più di 2200 iscritti al gruppo telegram)
- Affidare a dei capi gruppo la gestione dei punti di raccolta, definendo orari di inizio e turni di arrivo della barca (in base all’andamento delle maree)
- Distribuire quanto possibile i volontari nelle zone di raccolta (ad es. abbiamo usato un sondaggio per venerdì mattina), indirizzandoli verso le segnalazioni ricevute
- Gestire la logistica per raccogliere tutto entro i limiti di tempo imposti dalle maree.
Ogni sera: assemblea dell’associazione per analisi dell’operato, cercando di perfezionare l’attività per il giorno seguente (coprendo gradualmente tutta la città) e adattando le attività alle condizioni meteo/maree/disponibiltà veritas.
Ultimamente sono state mosse molte critiche alle piazze riempite dalle Sardine e ai giovani “senza idee” o che non fanno. Senza entrare nel merito politico delle Sardine, cosa direste a chi pensa che la nostra generazione sia poco pratica e senza idee?
Senza entrare nel merito delle Sardine rispondo qui a titolo personale, essendomi comunque confrontato sul tema con membri dell’associazione: le emergenze che ci troviamo ad affrontare come società globale stanno sicuramente risvegliando le coscienze e le nostre generazioni possono acquisire facilmente informazioni e canali di comunicazione per riproporre l’attivismo politico in forme innovative. Nell’esempio veneziano, vedere centinaia di ragazzi che, a prescindere dalla provenienza e dall’eventuale credo politico, si mettevano a disposizione dei cittadini e dei negozianti in difficoltà, con umiltà e dedizione, mi ha dato una forte speranza e una gran gioia, anche nella desolazione della tragedia in cui la mia città versava.
Ritengo che vi sia finalmente una possibilità di riportare la politica tra i cittadini, di renderli protagonisti, e i giovani possono contribuire sostanzialmente a ciò; manca però una progettualità di lungo termine, in ultima analisi dei principi politici largamente condivisi, senza i quali un progetto politico difficilmente può strutturarsi per un periodo sufficiente a portare cambiamenti effettivi.
Tuttavia, penso che al momento l’attivismo verso specifici problemi sia un giusto punto di partenza, per dare concretezza e far sentire partecipi le persone, riunirle in comunità aperte; Venice Calls, così come molte altre associazione ed organizzazioni in giro per il mondo, lavora per trasformare l’azione in progetto. Oltretutto l’associazione al momento sta lavorando anche in modo concreto per fare in modo che tutti i volontari siano assicurati durante le attività.
Infine Ciò che ci muove è sicuramente l’urgenza di rispondere ad una crisi climatica, ma anche l’amore per la città di Venezia e il desiderio di continuare a viverla nella sua autenticità.
Ringraziamo Edoardo per averci raccontato l’attivismo dell’associazione di cui fa parte e dell’amore per la sua città: avanti così 🙂
Blog IT.A.CÀ
Marta Zaramella
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