Cari viaggiatori e care viaggiatrici
Prima di raccontarci nei dettagli il progetto, vi chiediamo: quali sono le menti che hanno immaginato e portano avanti C.A.S.A.?
C.A.S.A. | Cosa Accade Se Abitiamo è nata per essere abitata e guidata da più “menti”, soprattutto dalla capacità di ascolto e immaginazione dei suoi abitanti, che sono tanti e molto diversi tra loro. Noi cinque siamo solo una scintilla iniziale.
Ogni giorno lo spazio si anima grazie ai desideri di chi ha voglia di attraversarlo con un approccio volto alla condivisione di pratiche ed esperienze, partendo da Frontignano di Ussita per guardare altrove e poi ritornare.
Qui non è importante chi paga l’affitto, chi ci dorme, chi organizza le iniziative, chi ha donato gli oggetti che contiene o chi li ha costruiti, chi viene solo una volta, chi fa la spesa o chi cucina… perché le persone che costruiscono questo progetto – e che lo mettono ogni giorno in discussione – sono diverse e sparpagliate, alcune sono ancora sulla costa marchigiana e lontane dalla propria terra di origine, altre vivono da poco nelle nuove soluzioni abitative post-sisma (SAE, casette), altre risiedono in città lontane, altre vivono all’estero, altre si sono trasferite sui Monti Sibillini dopo il terremoto, altre ancora esplorano ogni giorno terre e culture lontane per portarci a conoscere nuove pratiche.
Cos’è C.A.S.A.? Qual è il suo scopo, la sua missione? Che ruolo può svolgere per il territorio in cui nasce?
C.A.S.A. è uno spazio (nel senso di una vera e propria abitazione) a Frontignano di Ussita (MC), una piccola frazione nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini a 1.350 s.l.m., precisamente in una zona duramente colpita dai terremoti del 26 e 30 ottobre 2016. È un luogo dedicato a conversazioni, residenze in alta quota e progetti di valorizzazione, alle pendici del Monte Cornaccione, Bove Nord e Monte Bicco, tra lupi, camosci, aquile e cervi. Il suo scopo è innescare progetti ed esperienze che nascono da una relazione tra le comunità dell’Alto Nera e gli ospiti in residenza che C.A.S.A. accoglie: artisti, docenti, scrittori, designer, tecnici, fotografi, videomaker, giornalisti, ricercatori, naturalisti, sportivi, camminatori, studenti, geologi…
Il ruolo che C.A.S.A. può svolgere per il territorio (al di là dei singoli obiettivi specifici dei progetti curati) è quello di diventare un porto di montagna, un luogo-crocevia dove si può agilmente entrare in contatto con nuove energie, provenienze, storie, esperienze, culture e linguaggi, e attingervi per ricucire una ferita all’insegna della ricostruzione della vita sociale, culturale e comunitaria.
Cosa significa abitare (o tornare ad abitare) i territori colpiti dal terremoto?
Confesso che questa domanda ci ha messo un po’ in difficoltà, soprattutto nel trovare una giusta sintesi tra storie, vissuto e legami con il territorio, che nella realtà sono molto sfaccettati e articolati. Per questo abbiamo deciso di rispondere raccogliendo le parole, le voci e i pensieri, istintivi e indisciplinati, di alcuni abitanti di C.A.S.A. che hanno voluto rispondere alla domanda e che riportiamo qui:
Io non torno ad abitare, perché non sono mai andata via / Rinascita, opportunità, futuro / Significa tanto coraggio per accettare qualcosa che non sarà mai come prima, tanta flessibilità per avere la possibilità di immaginare un futuro diverso e tanta pazienza perché ci vuole pazienza ad accettare delle situazioni che non sono più quelle di prima / Ritrovare la pazienza, acquisire la lucidità, scoprire la tenacia, conservare uno sguardo critico sempre messo a dura prova /Curare, riconnettere, riconvertire / Ritornare, migliorare, vivere / Amore, coraggio, sensibilità / Tornare se stessi / Recuperare, inventare, dialogare / Respirare l’aria che quelle terribili giornate mi avevano strappato via. Riprendere insieme ad altri percorsi di vita che erano rimasti sospesi. Avere la possibilità di dare a questi percorsi nuove direzioni, riempiendo di contenuti un futuro tutto da costruire / Coraggio, resistenza, futuro / Per me la risposta è banale. Non ho mai smesso di abitare le terre colpite dal sisma, a parte viaggi e leva obbligatoria nel ’98 / Scommessa, Speranza, Rinascita.
Avete già avviato una serie di progetti e collaborazioni, come 10Heartz. Ci potete raccontare di che progetti si tratta?
10Heartz è un bellissimo progetto ideato dagli amici di Arci Ancona, Arci Macerata e Kindustria, consistente in 5 residenze artistiche nei luoghi del sisma (Camerino, San Severino, Matelica, Frontignano di Ussita e Macereto), un workshop di social design con Sara Ricciardi e un laboratorio di soundscapes di Stefano Sasso.
Durante la residenza i 5 artisti selezionati (Persian Pelican, Godblesscomputers, Alessio Ballerini, Rokeja, Due Baguette) hanno prodotto composizioni inedite site specific, spaziando tra diversi generi e presentandole live in una due giorni di festival a Camerino, tra concerti, installazioni e percorsi esperienziali.
C.A.S.A. ha avuto l’occasione di ospitare Godblesscomputers, con il quale abbiamo trascorso una settimana immersiva in ascolto ed esplorazione dell’identità di Ussita e dintorni per la realizzazione di un progetto sonora che sarà presto reso pubblico. Un lavoro realizzato grazie ai tanti abitanti che ci hanno guidato nella conoscenza del territorio e nella raccolta dei suoni e delle sue voci.
In questi mesi abbiamo inoltre avviato una collaborazione con il team di IT.A.CÀ festival per fare in modo che lo spirito del festival diventi espressione di un’esperienza concreta e di rinascita. Quello che stiamo facendo è intraprendere un percorso di confronto e conoscenza con altre realtà nazionali e internazionali legate al tema del turismo sostenibile per aiutare gli operatori turistici sibillini e l’Ente Parco a diventare parte di una rete più ampia, una rete che ci/li aiuti a sviluppare una parte del futuro dei nostri territori all’insegna della sostenibilità.
Da ottobre inizieremo anche un progetto di turismo culturale della durata di un anno, promosso da Sineglossa, un’impresa culturale che progetta e realizza interventi di storytelling prodotti insieme da artisti e comunità per promuovere il turismo sostenibile. Con loro stiamo costruendo un percorso di scrittura di una guida partecipata con l’obiettivo di facilitare l’adesione allo spirito di un luogo da parte di turisti e abitanti, un luogo che non è necessariamente nel suo momento di maggiore splendore o benessere.
Tutto questo avviene perché una comunità, riunita in una redazione temporanea, dedicherà il suo tempo a conoscersi meglio e a condividere nella forma di una guida “sui generis” gli aspetti più aneddotici legati alla sua storia, alle emergenze (virtuose e critiche) del presente e alle visioni del futuro.
Si tratta di un lavoro per cui arriveranno sul territorio professionisti di diverse discipline per contaminarsi con gli abitanti di Ussita e produrre contenuti e storie, per recuperare le radici e immaginare il futuro dell’intero ecosistema. Iniziamo sabato 6 ottobre, con il primo incontro aperto a tutti al Bar Due Monti. Non vediamo l’ora.
Cosa è rimasto a C.A.S.A. della tappa 0 di IT.A.CÀ Parco Nazionale Monti Sibillini?
Un incontro tra gli operatori turistici del territorio, in cui abbiamo condiviso i tanti ostacoli di questo momento, ma con i quali ci siamo anche soffermati sui desideri e sulla voglia di fare. Il desiderio di rinascita, che ha senso solo se condiviso ed esercitato insieme. Una lunghissima to do list di cose da fare nei prossimi mesi!
Trovate qui di seguito tutti i contatti:
Blog IT.A.CÀ
Silvia Lazzari
COSPE onlus / A.I.T.R
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