Care amiche e amici, oggi nel nostro blog abbiamo intervistato Mili Romano, artista e docente di Antropologia Culturale presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. In questa intervista Mili Romano ci descrive la sua attività personale e il progetto “Cuore di Pietra”. Inoltre, ci dà un assaggio dell’evento da lei organizzato per il Festival del Turismo Responsabile: si tratta, ovviamente, di arte, come mezzo verso l’antropologia, la memoria e l’integrazione, passando anche attraverso la tecnologia…
Come si caratterizza la sua attività personale di artista e come si interseca quest’ultima con l’antropologia culturale, disciplina da lei insegnata all’Accademia di Belle Arti di Bologna?
La mia formazione è soprattutto letteraria, ho molto indagato le città della letteratura e lo spazio urbano nelle sue continue trasformazioni. Da qui, in quanto artista e curatrice, scaturisce il mio uso di linguaggi e tecniche diverse (dalla fotografia al video e alle installazioni) l’attenzione all’erosione e alla cancellazione dei luoghi e della loro memoria, l’attenzione alla memoria degli spazi, da quelli più intimi e personali a quelli pubblici. In questo la mia pratica di artista e curatrice di progetti negli spazi pubblici si è avvalsa dell’antropologia culturale, legata alla contemporaneità, dell’antropologia del quotidiano e dell’antropologia urbana.
Da una parte, faccio ricerca sulla città contemporanea, la pluralità delle culture e quell’ibridazione di saperi di cui si parla tanto ma così difficile da mettere in pratica; dall’altra, attraverso “l’azione artistica”, intervengo e agisco sugli spazi, che, quindi, non sono solo oggetto di analisi o di rappresentazione. Il pensiero e l’azione artistica si alimentano sempre a vicenda: connettere, partecipare, far partecipare, e al contempo capire, interrogandosi su una pratica, quella dell’arte pubblica, che obbliga a mettersi in gioco nelle relazioni con lo spazio fisico e antropologico.
Riqualificazione urbana attraverso l’abbellimento artistico e l’espressione della memoria: ci può illustrare il progetto “Cuore di Pietra”? Come prende forma il concetto di Public Art?
Il progetto Cuore di Pietra è nato nel 2005 e ha accompagnato il problematico processo di abbattimento e ricostruzione del vecchio centro di Pianoro Nuovo. Attraverso l’arte, le memorie e i ricordi di chi lo abitava si sono trasformati in un’energia propulsiva che ha coinvolto tutto il paese; un’energia rivolta al futuro e alla cui base c’è stato un “fare insieme” degli abitanti con i tanti artisti che, nel corso degli anni, si sono avvicendati (io stessa, Andreco, Annalisa Cattani, Emilio Fantin, Zimmer Frei, Anna Ferraro, Mona Lisa Tina, Daniele Pario Perra e molti altri).
Cuore di Pietra è stato un progetto non tanto per il pubblico, ma che è stato ed è da realizzare con il pubblico e, a diversi livelli, ha voluto rendere l’arte un valore alla portata di tutti, creando un rapporto di osmosi e scambio tra l’opera d’arte, il territorio e la popolazione. Per questo non amo molto parlare di arte come “abbellimento”. La “bellezza”, spesso invocata come missione dell’arte, rischia di essere enfatizzata e di essere mera retorica strumentale, soprattutto quando la si vuole portatrice di senso e valori nello spazio fruito da un pubblico impegnato nei suoi percorsi quotidiani. La bellezza è dinamica, si trasforma e si rivela in segni grandi e piccoli ed è tale, a mio avviso, solo se, al di là del lato estetico, contribuisce a far venir fuori un pezzettino in più dell’anima del luogo e dell’ identità collettiva.
Nell’ambito della 9° edizione di IT.A.CÀ Migranti e Viaggiatori: Festival del Turismo Responsabile presenterà l’innovativo progetto Follow Us. Si tratta di una passeggiata con guida, dal Parco della Pace al Museo di Arti e Mestieri, per conoscere le diverse opere artistiche disseminate all’interno della manifestazione Cuore di Pietra. Ci può anticipare qualcosa in proposito?
Cuore di pietra è nato dalle mie passeggiate con la macchina fotografica e la videocamera. E la passeggiata è sempre stata, nelle manifestazioni annuali, un momento fondamentale. Per gli artisti la passeggiata è fondamentale prima di iniziare un progetto e in fase di progettazione; per i ragazzi delle scuole è un’occasione per avvicinarsi al luogo dove vivono con altri occhi; per i giovani artisti dell’Accademia è momento di educazione dello sguardo e un’occasione di misurarsi con la progettazione negli spazi pubblici; per il pubblico, di volta in volta coinvolto, è un momento di scoperta e conoscenza. Quest’iniziativa acquista un grande valore poiché si realizzerà in un momento delicato di transizione.
Infatti, Cuore di pietra, come manifestazione artistica rituale, si è conclusa; oggi sta avvenendo un passaggio di testimone dall’associazione alla comunità e all’Amministrazione pubblica, affinché la prendano in carico: si tratta di valorizzare e di dare continuità a un percorso costruito nel corso di un decennio attraverso un relazioni, narrazioni, trasformazioni: i luoghi sono stati disseminati di opere d’arte che vanno promosse e mantenute vive. Ogni l’opera di Cuore di pietra ha un senso “comunitario” che ci auguriamo possa essere sempre più riconosciuto come un bene da difendere e diffondere. Così la passeggiata del 27 maggio all’interno del festival IT.A.CÀ sarà un ulteriore momento simbolico e un invito all’esplorazione e alla cura.
Durante questo percorso, un originale mosaico / codice QR, realizzato dalla giovane artista Valentina Fanton, consentirà l’approfondimento via web sulle singole opere e sull’intero progetto. Ritiene che il rapporto tra arte e tecnologia possa essere sviluppato in modo positivo per diffondere la cultura e l’informazione?
Questi primi codici QR, che segneranno quattro luoghi significativi del percorso artistico di “Cuore di pietra”, sono stati un dono di Valentina Fanton, giovane artista dell’Accademia. Per Cuore di pietra è stata un’occasione straordinaria, perché, già da tempo, pensavamo di realizzare un agile strumento di informazione sulle opere. La tecnologia è una ricerca sempre aperta, come dovrebbero esserlo l’arte, l’antropologia e i vari saperi e le discipline legati allo sviluppo della città e degli spazi pubblici. Così ben venga, naturalmente, quando serve, come in questo caso, da sostegno e propagazione di informazioni e da archivio in progress (come lo sono i “social”). In questo caso l’originalità sta nell’aver coniugato una tecnica artistica classica, come il mosaico, con una tecnologia, riuscendo a “scaldare” un codice a barre.
La passeggiata si concluderà al Museo di Arti e Mestieri con un aperitivo preparato dalle donne straniere dell’Associazione “Mondo Donna”. Può l’arte fungere da veicolo di integrazione sociale?
Di questo sono profondamente convinta; infatti, ne ho avuto la dimostrazione in tanti progetti curati nel corso degli anni, con i quali ho avuto modo di sperimentare quanto l’arte sia uno stimolo del tutto naturale al dialogo interculturale, al reciproco riconoscimento e rispetto nella diversità, attraverso la creazione e la definizione di uno spazio in cui tutti (dai bambini agli adolescenti e agli adulti) possono agire ed esprimere se stessi, portando ognuno in piena libertà il proprio bagaglio etnico-culturale (dipende chiaramente dall’approccio, dal tempo e dalla disponibilità che si dedica al progetto). La stessa cosa sta avvenendo proprio ora nella collaborazione di alcuni gruppi di giovani rifugiati di entrambi i sessi con l’associazione “Mondo Donna” che gestisce, fra Rastignano e Pianoro, due case di accoglienza.
Il 27 aprile a IT.A.CÀ il momento conviviale sarà la tappa di un percorso che stiamo costruendo insieme: sarà un intercambio di sapori culture e rituali legati al cibo. Questo è un momento di progettualità ancora in progress che potrebbe anche portare alla realizzazione di una nuova tappa del percorso di Cuore di pietra. Chissà.
Ringraziamo Mili Romano per aver partecipato alla nostra intervista e non resta che dirvi di venire al IT.A.CÀ Bologna dal 19 al 28 maggio e vivere assieme a noi tutte queste bellissime iniziative: buon viaggio come sempre 🙂
Rubrica “In viaggio verso IT.A.CÀ”
Arianna Piazzi
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