Care amiche e cari amici, oggi nel nostro blog siamo in compagnia di Maria Rapagnetta. Andiamo così ad esplorare il mondo della fruizione dell’opera d’arte, che ha la particolarità di unire ai contenuti storici artistici e percettivi, il livello emozionale e interiore. Questo è il metodo alternativo Incontrarsi nell’Arte, che ci viene illustrato dalla sua ideatrice, Maria Rapagnetta, diplomata all’Istituto Statale d’Arte e Laureata in Filosofia con indirizzo Estetico, con una tesi sulla fruizione dell’opera d’arte.
Durante IT.A.CÀ Bologna (19 – 28 maggio 2017) Diventa Morandi si terrà il 27 maggio 2017 dalle h10.00 alle h18.30 presso Casa dell’artista Giorgio Morandi a Grizzana Morandi (BO).
Maria ci potresti spiegare che cosa intendi con i cinque punti del metodo della fruizione dell’opera d’arte?
Incontrarsi nell’Arte nasce nel 2003 a Bologna ed è frutto di un percorso di approccio all’opera d’arte basato su una metodologia esperienziale, che combina le competenze e le esperienze della mia formazione e di vita.
Il metodo che ne è scaturito ha l’obiettivo di far entrare le persone in una relazione di ascolto interiore con l’opera. Infatti, nessuno è un fruitore passivo: le opere hanno un linguaggio che arriva innanzitutto a livello emozionale.
I cinque punti del metodo “ascoltare, osservare, nominare, comprendere, analizzare” sono sostanzialmente un percorso che guida lo spettatore dal primo contatto fino alla comprensione del significato che l’opera racchiude. La combinazione tra Storia dell’Arte Filosofia Estetica Yoga.
Come dicevo, Incontrarsi nell’Arte combina le competenze della mia formazione di studi e di vita. Fin dalla scuola superiore, ero interessata a comprendere la visione degli artisti, del loro mondo e della loro poetica, cercando, attraverso lo stile, il vero valore di ogni rappresentazione. Tuttavia, per quanto cercassi un avvicinamento, c’era sempre qualcosa che sfuggiva.
Per questo ho voluto intraprendere un approfondimento in ambito filosofico, andando ad attingere nell’analisi estetica, soprattutto nell’ambito della fenomenologia e dell’empatia. In tutto questo, la pratica dello yoga ha costituito il collante, la cornice entro cui la mia esperienza ha preso valore.
Lo yoga e la meditazione mi hanno fatto scoprire la dimensione interiore, la capacità di concentrarmi ascoltando il respiro, di rallentare i ritmi e lasciar affiorare il sentire e contestualizzarlo. Questo cambiamento ha rappresentato una svolta personale importante nella fruizione dell’opera d’arte, senza tralasciare la comprensione e i contenuti. Ho deciso quindi di proporre questa metodologia, integrando tutti questi elementi nella ideazione di Incontrarsi nell’Arte, per favorire le condizioni per accogliere il messaggio dell’opera, che a mio avviso, costituisce un aspetto sostanziale della mia ricerca.
Ci potresti spiegare in poche parole il progetto Diventa Morandi?
Il progetto nasce innanzitutto da un dialogo condiviso tra appassionate di arte e amiche. Io, Francesca Cesari, Rita Correddu, Emilia Sintoni, Giuseppina Siotto e Laura Ulisse ci conosciamo, infatti, da tempo e avevamo già realizzato delle collaborazioni, dalle quali è poi nata l’esigenza di ritrovarci come gruppo, dando vita al First Friday, una serie di appuntamenti mensili con l’obiettivo di confrontarci sul nostro modo di vivere l’arte e la creatività.
Da questo si è subito sviluppata l’esigenza di rendere concreta la nostra passione per l’opera e per i luoghi di Giorgio Morandi. Ed è stato così che abbiamo deciso di realizzare un percorso che ci portasse sulle tracce dell’artista, osservando le sue opere e i luoghi della sua ispirazione.
Il progetto è stato accolto con grande interesse dal Museo e Casa Morandi di Bologna ed è stato realizzando per la XII Giornata del Contemporaneo, il 15 ottobre 2016, presso la Casa dell’artista in via Fondazza 36, a Bologna. Per noi, continuare questa esplorazione attraverso le nostre diverse sensibilità e competenze professionali – dalla cucina alla fotografia, dalla danza alla performance, dal suono al guardare esperienziale – costituisce un avvicinamento al mondo dell’artista e alla bellezza che da questa esplorazione ne scaturisce.
Che relazione hai trovato tra il progetto Diventa Morandi e il festival ITA.CÀ, per accettare di farne parte in questa edizione?
L’evoluzione del progetto Diventa Morandi porta a quello che possiamo considerare un vero e proprio format. La casa di Morandi in via Fondazza e quella di Grizzana Morandi, che sarà la sede dell’evento che stiamo preparando in occasione della IX edizione di ITA.CÀ, costituiscono un’occasione unica per interagire con l’atmosfera morandiana, con l’ambiente e i luoghi dell’artista, creando così un dialogo performativo fatto di silenzi, movimento, colori, forme, luce, attese.
Questa modalità d’intervento, così come è stata sviluppata, ci permette di entrare in dialogo con istituzioni museali, fondazioni, case d’artista, collezioni pubbliche e private.
Incarna una progettualità capace di restituire una rilettura dinamica, ricercata e condivisa dell’artista con cui di volta in volta si potrà dialogare, con gli spazi che ne ospitano le opere. Diventa … è quindi, un format che può essere impiegato all’avvicinamento di altri artisti, è alla creazione di eventi performativi finalizzati ad amplificare, rileggere, reinterpretare le opere, la vita e l’ambiente della personalità scelta.
Il Festival è un’occasione molto preziosa per far conoscere l’approccio da noi proposto con Diventa Morandi. L’aspetto che più ci accomuna a ITA.CÀ è l’importanza data alla frequentazione dei luoghi e il rispetto di questi luoghi che si tratti di un museo, di una casa, di una piazza o di un paesaggio.
Ci potresti spiegare brevemente anche l’arte di Giorgio Morandi?
Il modus operandi di Giorgio Morandi rappresenta un ulteriore esempio e stimolo per mettersi in ascolto del paesaggio e delle atmosfere che li rendono unici. Se pensiamo che Morandi definì quello della sua Grizzana “Il paesaggio più bello del mondo”, attraverso la sua opera oggi quei luoghi sono conosciuti davvero in tutto il mondo. Nei paesaggi e nelle nature morte di Morandi ritroviamo l’attesa e il tempo sospeso, elementi essenziali di ogni sua creazione.
I posti, quindi devono poter essere frequentati e conosciuti con modalità diverse da quelle delle tradizionali rotte turistiche di massa. Per godere di un paesaggio e poterlo cogliere, occorrono tempo e l’alternarsi del procedere e dello stare, l’attenzione per i dettagli, modalità meno impattanti di quelle spesso adottate e usuali in modo da non limitare le proprie possibilità di scoperta.
Non resta altro che dirvi di venire al festival IT.A.CÀ, buon viaggio 🙂
Rubrica “In viaggio verso I.TA.CÀ”
Arianna Piazzi
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