Cari Amici di IT.A.CÁ, oggi vogliamo parlarvi di una campagna che Legambiente Emilia Romagna, Marco Tamarri e Vinicio Ruggeri, presidente del CAI Bologna, stanno portando avanti contro la costruzione dei nuovi impianti sciistici sul Corno alle Scale: Nuovi impianti sul corno alle Scale? NO GRAZIE.
Il Corno alle Scale è la vetta più alta della Città Metropolitana di Bologna e si trova all’interno del Parco regionale del Corno alle Scale. Quest’area, che si trova tra l’Emilia-Romagna e la Toscana, è classificata come sito di interesse comunitario e zona di protezione speciale (IT405002); Il Corno alle Scale ospita l’unica stazione sciistica del Bolognese: circa 36 chilometri di piste per lo sci alpino, servite da 5 seggiovie, uno skilift e due tapis roulant. L’innevamento artificiale copre circa l’80% delle piste.
Noi di IT.A.CÁ sosteniamo la Campagna, vi invitiamo a sottoscriverla e a partecipare all’evento di sensibilizzazione Nuovi impianti sul corno alle Scale? NO GRAZIE, a cui parteciperanno Claudio Corticelli, Legambiente; Vinicio Ruggeri e Marco Tamarri e in cui sarà proiettato il documentario di Annes Lang Peak: un mondo al limite.
Ma vediamo al dunque, riportando i punti salienti del comunicato redato da Vinicio Ruggeri, che potete leggere per intero e scaricare a questo link: Nuovi impianti sul Corno alle Scale? NO GRAZIE – Comunicato CAI
Alcuni giorni fa è stato siglato un’accordo per la promozione dell’offerta turistica dell’Appennino tra le Regioni Toscana ed Emilia-Romagna. Secondo tale accordo sono stati destinati 26 milioni di euro per la sostituzione e l’ampliamento degli impianti di risalita. Ciò di cui non si tiene conto in questo progetto, volto a raggiungere un’apertura di respiro internazionale per quanto riguarda l’offerta turistica, è che il Corno alle Scale si colloca all’interno del sistema delle Aree protette che tutela le peculiarità ambientali e culturali della montagna e promuove un turismo dolce a basso impatto ambientale; basti pensare al recente investimento di 1.300.000 Euro per l’Alta Via dei Parchi. Inoltre, il modello di sviluppo fondato sulla monocultura dello sci da discesa è da tempo in crisi a causa delle mutate condizioni climatiche: dai dati sull’innevamento in Appennino appare evidente un calo generale delle precipitazioni e uno spostamento in avanti dell’inizio delle nevicate necessarie a garantire la sciabilità delle piste.
Ormai da molti anni il Corno Alle Scale deve la maggior parte della sua affluenza turistica, sopratutto in Emilia, alla sua bellezza non deturpata da impianti di risalita, bellezza che ogni anno attira migliaia di camminatori ed escursionisti votati a un turismo slow. Infatti, secondo il rapporto dell’osservatorio turismo Unioncamere Emilia-Romagna, l’Appennino verde pesa per l’82% di presenze sul turismo montano con permanenze maggiori d’estate piuttosto che d’inverno.
Il rapporto segnala però che il turismo estivo presenta segnali di rallentamento a causa dell’inadeguatezza del sistema ricettivo. Ciò significa che per dare un respiro internazionale al turismo sul Corno alle Scale non è ragionevole investire ingenti per l’ampliamento degli impianti sciistici, ma è necessario puntare sull’innovazione dell’ospitalità.
L’Appennino, per le sue peculiarità ambientali, culturali e storiche, ha grandi potenzialità ancora inespresse e tutte da sviluppare per il turismo escursionistico che ha un bacino di utenza prevalentemente estero. Pertanto, si auspica il dirottamento delle risorse destinate ai nuovi impianti sulla promozione di uno sviluppo appropriato della montagna, che ne tuteli valorizzi le peculiarità ambientali e culturali attraverso il sostegno degli itinerari di escursionismo – estivo ed invernale, ippico e ciclistico – e la realizzazione di una adeguata rete di ricettività e di ristorazione fondata sulle eccellenze agroalimentari della montagna.
Il blog di IT.A.CÁ
Simona Zedda
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