In marcia verso Itaca

Sillogismo: Rimini è turismo, sostenibile è ciò che dura nel tempo, ergo Rimini (se vuol continuare ad essere turismo) deve diventare (più) sostenibile. Non fa una piega. Eppure quanto tempo a parlare di trend e mode, di happening ed eventi, di aperitivi e cocktail parties. Come se tutto passasse da lì. Quanto poco tempo invece a parlare delle dinamiche globali che determinano se a Rimini ci possa continuare ad essere una spiaggia ad attirare turisti o meno. Quanto poco si parla dei prodotti tipici romagnoli che potrebbero da qui a qualche decennio non venir più coltivati in queste zone, se il clima continua a procedere sui binari di un cambiamento brutale. Quanto poco si parla del fatto che ormai, ogni volta che piove, incrociamo le dita sperando di non contare morti e milioni di danni. Non solo a Rimini, ovviamente, ma anche a Rimini.

La partita dei cambiamenti climatici si gioca in effetti molto attorno alla percezione delle persone comuni. Se il problema non viene percepito, perché magari attribuito a fortuite ed eccezionali cause metereologiche (leggi: la sfiga), allora cosa ci si può fare? E d’altronde, da sempre i problemi globali non ci riguardano. Ci penserà qualcun altro no? Dispiace per quei poveracci del sud del mondo che, come la storia vuole, continueranno a soffrirne maggiormente le conseguenze. Ma noi continueremo a indignarci, quello sì, e magari a fare una donazioncina ai bambini poveri a Natale. Ma poi basta, abbiamo altro a cui pensare.

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* Rifugiati climatici: negli ultimi 6 anni oltre 150 milioni di persone
hanno dovuto abbandonare le loro terre per alluvioni, tempeste, siccità
e altri fenomeni collegati ai cambiamenti climatici. (Foto: internet)

E invece no, questa volta non funziona così. Il problema globale si espande e da “casa loro” entra anche in casa nostra. E allora anche la percezione cambia: doccia fredda per tutti e attacco di realismo pratico. Abbiamo mandato i nostri rappresentanti per la ventunesima volta in giro per il mondo a cercare di mettersi d’accordo sul da farsi, in questo caso tutti a Parigi. Sappiamo che per loro la cosa più facile, salvo i bla bla bla dei discorsi inaugurali, è continuare a fare quello che hanno sempre fatto: niente. Le cose stanno però cambiando e lo vediamo coi nostri occhi. Iniziamo a intravvedere tanti collegamenti un tempo nascosti: terroristi che campano sul petrolio che ci vendono; polveri sottili che rendono invivibili e pericolose le nostre città; perforazioni petrolifere che mettono a rischio il nostro territorio (è notizia di qualche giorno fa degli incidenti sulle piattaforme del mar Caspio, certamente decantate come “sicurissime” da chi ci guadagna). Ma soprattutto: centinaia di miliardi di dollari in sussidi annui al comparto delle fossili, che inquina e nega di farlo, mentre si arricchisce senza pagare per i danni che provoca ad ambiente e salute di tutti noi. Cambia la percezione e cambia la motivazione di tutti noi nel fare rumore, affinché tutto questo cambi ancora di più.

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* Il corteo della Marcia Globale per il Clima di Rimini, uno degli oltre 2,300 eventi
che in tutto il mondo hanno coinvolto oltre 785 mila persone (Foto: Annalisa Spalazzi).

Ecco perché domenica 29 Novembre 2015, alla vigilia dell’inaugurazione del vertice tutte le maggior piazze del mondo si sono riempite di persone che, in maniera pacifica, colorata e profondamente consapevole della posta in gioco, hanno marciato per il loro futuro. Per mandare un messaggio di unità e di profonda determinazione vero Parigi: non è più tempo di rimandare, è tempo di agire. Sappiamo cosa fare: azzerare le emissioni per mantenere la temperatura media globale sotto il 1.5°/2° C rispetto ai livelli preindustriali. Sappiamo come farlo: smettendo di usare combustibili fossili e lasciando oltre l’80% di quelli che già sappiamo di avere là dove stanno, sotto terra. Sappiamo anche quali sono le alternative: efficienza energetica ed energie rinnovabili, in grado di generare livelli di occupazione 10 volte superiori, di portare energia pulita e pressoché gratis a tutti.

Rimane solo una cosa: farlo. E allora anche Rimini si è dimenticata per un pomeriggio di trend, happenings e cocktail parties, e si è messa in marcia. Ha rimandato l’appuntamento con le piste di ghiaccio e i mercatini di Natale, e ha risposto alla grande con centinaia di persone che con voce unica, e in coro con tutti i popoli della Terra, rivendicavano la possibilità di continuare a vivere bene su questo Pianeta. Niente di più, niente di meno.

Itaca era lontana, ma questo non impedì a Odisseo di raggiungerla. Ci vollero vent’anni, ci vollero gesta epiche, ci volle una gran determinazione ed altrettanta intelligenza, ma alla fine ci riuscì. Chissà se anche queste gesta verranno ricordate in una pagina qualsiasi del romanzo epico che ognuno di noi scrive tutti i giorni, quello che lasceremo in eredità a quelli che verranno per trasmetter loro i nostri valori, la nostra storia, la nostra identità culturale. Io non ho dubbi che sarà così, e allora meglio darsi da fare per non fare figuracce. I nostri vent’anni sono già passati.

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* Flash mob “un cuore per il clima”, questa foto è stata proiettata assieme a centinaia di altre provenienti
da tutto il mondo, all’inaugurazione del vertice di Parigi dalla community online
avaaz.org (Foto: Annalisa Spalazzi)

Blog IT.A.CÀ
Stefano Parmeggiani
www.stefanoparmeggiani.com

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