Oggi per il Blog di IT.A.CÀ intervistiamo Edoardo Brodasca – ideatore di un festival a cui noi di IT.A.CÀ siamo molto legati: sia per le tematiche sia per l’obiettivo che vuole raggiungere. Ci trasferiamo per l’occasione a Santa Margherita Ligure per farci raccontare come nasce il Posidonia Festival che parla di arte, ambiente e sviluppo sostenibile con occhio attento al nostro inestimabile Mar Mediterrano e a tutto quello che riguarda la sua fauna e la pesca, sia come luogo di storia sia come luogo di attrazzione turistica per il sostentamento economico nazionale. Anche noi di IT.A.CÀ saremo ospiti all’interno nella programmazione del Posidonia Festival che si terrà a Santa Margherita Ligure il prossimo fine settimana dal 4 al 6 settembre 2015.
Da dove nasce e perchè l’idea di realizzare questo festival?
Nato nel 2008 nell’isola di Formentera (Spagna), dal 2011 Posidonia Festival ha luogo a Carloforte (Sardegna) inaugurando nel corso dell’anno anche in altre località come ad esempio l’isola di Tavolara (Sardegna). Dal 2012 concretizza la sua vocazione internazionale con edizioni sia a Carloforte che a Sitges (Spagna) accompagnate da altre attività nel corso dell’anno, partecipando attivamente a coalizioni e progetti europei come OCEAN2012, FROM WASTE TO RESOURCHE, NETMED DG AGRICOLTURE ed altri. Dal 2015 vengono realizzate altre edizioni a Santa Margherita Ligure (Liguria) e Mallorca (Illes Balears). Posidonia Festival è stato dichiarato evento emblematico della “Decade Internazionale per una cultura di Pace e Non-violenza per i Bambini nel Mondo (ONU-UNESCO 2001-2010)”.
Perché?! La pianta infatti contribuisce enormemente alla spettacolare bellezza del Mar Mediterraneo. Inoltre perché crediamo nell’unione di Cultura, Istruzione, e attenzione alla Conservazione dell’Ambiente come mezzo per il cambio verso un pianeta sostenibile. Perché, proprio per tutto ciò, la Posidonia ben rappresenta lo spirito e le finalità del Festival. Il Posidonia Festival prende come punto di partenza e simbolo la pianta marina per parlare di sviluppo sostenibile in senso lato, cerchiamo di coinvolgere tutte quelle realtà virtuose, aziende, ONG, operatori locali, istituzioni ecc…, che possono essere fattori di cambio verso scelte realmente capaci di influenzare e modificare in forma positiva il nostro intorno.
Sono per voi i festival motori di cultura per la società? Si può sensibilizzare attraverso un festival l’opinione pubblica su certe tematiche?
E’ quello che ci proponiamo in ogni edizione del Festival. Conferenze con esperti internazionali, incontri tematici, esperienze outdoor di turismo sostenibile, laboratori per bambini, mostre etc sono azioni che coinvolgono un ampio target, differenziato per età ma non per expertise, nel senso che cerchiamo di avvicinarci all’ampio pubblico con un linguaggio semplice e con delle attività che siamo il più possibile di carattere esperienziale (e gratuite). Inoltre nella produzione dell’evento cerchiamo di “dare il buon esempio”:minimo consumo di carta e utilizzo di plastiche biodegradabili, decorazioni con materiale riciclato, promozione del trasporto pubblico, utilizzo di prodotti locali a km zero, raccolta differenziata e riciclo.
Il catering dell’edizione ligure ad esempio, il progetto STRrat FISH non è stato scelto a caso: è un’ evento etico che sensibilizza verso un consumo responsabile delle risorse ittiche valorizzando il pesce povero e le specie neglette, frutto della collaborazione tra Consumare Giusto, Gaia Ecobanqueting e Food for Good. Un Festival è di per sè un’atto di condivisione; uno scambio tra più persone che può essere proattivo e innescare future collaborazioni, informazione e azione. Noi cerchiamo di rendere i nostri visitatori attivi partecipatori del Festival e, quindi, di un possibile cambiamento.
Può essere un festival un mezzo per alimentare l’economia locale/nazionale, creando posti di lavoro?
Realmente lo può essere, se incentrato su un virtuoso intento collaborativo tra più parti, pubbliche e private. Un territorio può davvero sviluppare una strategia di rilancio della propria economia e della propria immagine se è capace di innescare una rete solida, affidabile e propositiva di collaboratori con una visione condivisa. Un Festival, di base, è questo: l’opportunità di creare una rete. L’orientamento di ogni evento (più o meno commerciale, più o meno etico, più o meno utile) sarà diverso, ma quello che succede è questo. Certo, poi le maglie della rete saranno più o meno ampie a seconda della vision dell’organizzazione. I posti di lavoro si creano se vi sono delle risorse economiche da impiegare nella realizzazione di un evento e se queste risorse vengono impiegate in trasparenza e nel migliore dei modi.
Quali difficoltà riscontrate nella realizzazione di un evento del genere? C’è un riconoscimento da parte delle istituzioni locali?
Trovare finanziamenti nel settore pubblico al giorno d’oggi è più complicato rispetto al passato; le istituzioni locali tuttavia si sono sempre dimostrate molto interessate al Posidonia Festival e alle sue tematiche, alla filosofia che c’è dietro. Fondamentalmente, credo che la sostanza reale dei nostri contenuti, la validità delle azioni finora proposte ed il riscontro positivo riconfermato ogni anno contribuisca al reale riconoscimento del Festival come degno di essere svolto e portato avanti.
In particolare a Santa Margherita Ligure abbiamo la fortuna di inserirci in una realtà decisamente positiva; grazie ad un’amministrazione attenta, grazie alla presenza dell’Area Marina Protetta e del Parco di Portofino ed al lavoro che realizzano sul territorio ormai da diversi anni e con una qualità professionale
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Fornisci il tuo contributo!