Prosegue l’appuntamento alla scoperta dei blogger italiani con la Rubrica “In viaggio verso IT.A.CA”. La nostra Annalisa Spalazzi intervista la giornalista e blogger di viaggi Ylenia di Reporter in Viaggio.
Sei reporter e giornalista, ma anche blogger. Come è nata l’idea del blog “Reporter in viaggio”?
È nato grazie al suggerimento di un’amica, anche lei giornalista e blogger. Continuava a dirmi “perché non apri una cosa tua? Scrivi bene, ti piace parlare di viaggi, sei stata in un sacco di posti…”?
Così è nato “Reporter in viaggio”, un po’ per gioco e per scherzo, ma anche un po’ per necessità. Effettivamente ho viaggiato tanto in paesi come Messico o Perù, quando ancora non eravamo nell’ ”era social” ed internet non era cosi sviluppato. E il bello di avere un profilo facebook dove posti le foto o un blog è anche il fatto di andarlo poi a rivedere. Io viaggiavo con il mio taccuino e macchine fotografiche. Però molta immediatezza che si riesce ad avere ora andava persa; quindi rischi di perdere i ricordi di viaggi fatti tempo fa. Di materiale ne ho tanto e mi piace parlarne e scrivere, quindi ora metto insieme i vecchi viaggi dei ricordi e quelli nuovi. Il blog è un luogo mio per raccontare le mie esperienze, ma allo stesso andare a rivederle e riviverle e, perché no, anche aiutare chi vuole organizzarsi per fare un viaggio da solo. Infatti non sono viaggi standard o organizzati e chi legge magari può trarre spunto per i propri viaggi.
Quindi organizzi i tuoi viaggi da sola o ti è capitato di affidarti a tour organizzati?
Si, di solito sì. Solo in Egitto, una volta, ho fatto una crociera sul Nilo organizzata. I viaggi in alcuni paesi sono più difficili da organizzare da soli, ma preferisco farlo lo stesso per non avere qualcuno che ti guidi. In Egitto è stato cosi, tutti mi dicono “che bello l’Egitto!” ma è uno dei paesi che mi sono goduta meno. Sembrava di essere tutti lì in fila ad aspettare di passare per i luoghi segnati…Le priamidi: passi, le vedi e poi vai altrove, per collezionare altri luoghi. Invece, mi piace prendermi i miei spazi per vedere anche cose minoritarie o non proprio quelle più in vista. Non so, vai al Louvre e devi vedere la Gioconda. Io se voglio stare un’ora a contemplare un quadro sconosciuto, voglio avere la libertà di poterlo fare. E mi piace anche andare a scoprire cose che per il turismo di massa non interessano.
Viaggi per hobby o anche per lavoro?
In realtà viaggio per hobby. Anche se avrei voluto viaggiare per lavoro! Nel mio ideale di giornalismo, magari banale, avrei voluto essere un’inviata come la Fallaci o meglio ancora come Terzani, lavorare vivendo in altri paesi e raccontare quei posti da ogni punto di vista, sia socio-politico che culturale. Purtroppo era già difficile ai loro tempi ed è ancora più difficile oggi. Tuttavia, grazie ai social, oggi hai strumenti tuoi dove puoi raccontare ciò che vuoi e sei libera di dire ciò che vuoi e come vuoi.
Hai girato molti paesi del mondo, definiresti il tuo modo di viaggiare responsabile?
Credo proprio di sì! Credo che il principio di responsabilità sia innanzitutto il rispetto del paese dove vai e della cultura con la quale a volte puoi anche non essere pienamente d’accordo. Mi ricordo in Messico, diversi anni fa, in metropolitana c’era una zona riservata alle donne con un cartello che avvisava che se stavi all’interno di questa zona, non avevi problemi di eventuali “pacche sul sedere”. Ovviamente reagisci di contrasto perchè non lo capisci. E’ una cultura diversa: puoi decidere di non seguirla e assumerti le conseguenze ma non puoi importi. Se parti dal presupposto di rispettare la cultura che incontri viaggiare è ancora più interessante, perchè ti confronti con realtà diverse che magari non conoscevi. A volte puoi essere in disaccordo ma trovi comunque qualcosa da imparare La cosa bella del viaggiare è che c’è sempre qualcosa da imparare.
Cosa è cambiato dai tuoi primi viaggi ad oggi? Il tuo modo di viverlo con l’esperienza maturata, quali aspetti ha influenzato?
Non è cambiato molto. È cambiata molto la vita. Prima, quando ero studentessa, avevo più tempo per viaggiare. Potevo dire me ne vado un mese in Perù e lo giro con calma. Adesso con il lavoro, da libera professionista ed avendo uno studio, non posso permettermi di viaggiare per tempi troppo lunghi. Il modo di viaggiare è cambiato per gli strumenti che adesso hai a disposizione, questo sì. Prima avevo un taccuino, un registratore e una macchina fotografica. Oggi si viaggia con l’i-pad, hai i social sui quali mettere le foto da condividere con chi non è con te e questo è effettivamente un bel cambiamento, sei sempre connessa. Però come filosofia di base nel modo di viaggiare non è cambiata: la voglia di andare in un posto perconoscerlo, capire com’è e scoprirlo.
Il blog ti sta facendo avvicinare in qualche modo di più alla scoperta di luoghi insoliti in Italia per poi poterli raccontare?
In realtà, più che il blog di per sé, sono i commenti o le email di chi lo legge, che spesso ti segnalano luoghi da andare a visitare. Questo ti permette di scoprire posti che non conoscevi o non avevi preso in considerazione. Ti aiutano anche i blog di altre persone dove trovi spunti personali vissuti da loro che non possono essere in una guida standard. Le cose minori e curiose. Più che il mio di per sé è il concetto del blog in generale, il fatto di conoscere altre persone e trarre spunto anche dalle loro esperienze.
Di solito non mi piace avere un percorso prestabilito da altri. Una volta c’erano i press tour per la stampa: è un tipo di visita dove effettivamente puoi far vedere determinate cose, indirizzare la scoperta di un territorio e tu sei obbligata a seguirlo. Oggi come oggi puoi organizzartelo da sola il tour e scoprire tramite internet tutto ciò che serve. Poi possono esserci anche tour ben organizzati, ma la mia è un’idea più indipendente. In questo il blog aiuta perchè se vuoi puoi riprendere la mia esperienza o anche ignorarla o puoi raccontarmi la tua e darmi la tua opinione. Il blog è condivisione.
Credi che il tuo modo di viaggiare rientri nella filosofia di IT.A.CÀ? Ti avremo dei nostri quest’anno?
Credo di sì perché la filosofia alla base di IT.A.CÀ è rispettare i luoghi nei quali viaggi, le tradizioni e le culture ed è uno dei motivi che mi hanno incuriosito, perchè non conoscevo questo Festival. Verrò a vederlo perchè condivido questa filosofia e mi piacerebbe sostenerla. È una bella filosofia, ma anche molto ambiziosa. Ben vengano queste iniziative che spingono a scoprire e sostenere il turismo responsabile. Per tutti viaggiare vuol dire scoprire, ma deve voler dire anche avere l’intelligenza di capire e rispettare un territorio e capire che quel che incontro può essere diverso da ciò a cui sono abituato.
Grazie ad Ylenia per l’entusiasmo trasmesso con questa intervista!
Annalia Spalazzi
Segreteria operativa Festival IT.A.CÀ
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