Festival della Lentezza > dove si rifiuta il viaggio organizzato!

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Oggi il nostro blog di IT.A.CÀ sconfina dalla regione Emilia Romagna e va in Veneto, per la precisione a Padova, con Luca Lideo, dell’associazione Vite in Viaggio che organizza il Festival della Lentezza, evento biennale ormai giunto alla sua quarta edizione. Il Festival della Lentezza é una rassegna culturale fatta di incontri, laboratori, spettacoli e concerti che vogliono condurre il partecipante in un affascinante percorso sul tema della lentezza…

My beautiful picturePerché un Festival sulla Lentezza? Questo tema vien portato avanti in una serie di cicli di eventi che avete organizzato: la bicicletta “lenta”, l’andar lento, il bradipo come logo…I

Il Festival della Lentezza, come molte esperienze che facciamo, è nato per gioco tornando a casa dopo aver percorso la ciclabile attorno al Lago di Costanza; quando stai una settimana sulla bici, percorrendo solo piste ciclabili ed immergendoti in una cultura che sa apprezzare il turismo lento non puoi non pensare ad un Festival della Lentezza. Il Festival nasce proprio da una riflessione fatta sulle nostre passioni, sul perché nel XXI secolo abbiamo bisogno di fare fatica in montagna per assaporare il silenzio, sul perché ho sempre cercato di viaggiare da solo rifiutando il concetto di “viaggio organizzato” che tutto omologa e appiattisce non dandoti la possibilità di scoprire.

Lentezza non è solo andar piano, ma come dico spesso è un atteggiamento.

Qual’é il motore pilota che vi spinge ad organizzarlo?

Il Festival della Lentezza nasce dalla convinzione che rallentare non vuol dire fermarsi, ma saper guardare in modo diverso la realtà che ci circonda; più che una diminuzione di movimento si tratta di un modo diverso d’interagire. Affrontare il presente con la consapevolezza che le scelte di oggi influenzeranno il mondo di domani.

Il motore quindi che ci spinge ad organizzare il Festival è credere nella forza delle proprie idee, essere convinti che c’è qualcosa di buono da comunicare e soprattutto essere convinti che c’è qualcosa da comunicare, concetto non banale in un tempo in cui i cosiddetti social sembrano rendere vano ogni sforzo di “buona comunicazione”

Chi c’é dietro l’organizzazione del Festival della Lentezza?

Nel backstage del Festival c’é l’Associazione, Vite in Viaggio, ovvero un gruppo di amici che con i loro impegni, le fatiche quotidiane sono convinti che ci sia uno spazio per loro e per le loro idee.

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Nel corso del 2015 é prevista la prossima edizione, quale sarà il tema che porterete avanti? e quali eventi avete in programma?

Il Festival della Lentezza 2015 avrà come sottotitolo “Coltivazioni al femminile”; le donne viste non sotto lo stereotipo, molto contemporaneo, dell’antitesi alla figura maschile, ma come uno scrigno di sensibilità, attenzioni e saperi che consentono di sviluppare una cultura completamente diversa da quella dell’uomo.


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In quest’ottica abbiamo in mente di sviluppare alcuni eventi pre-Festival in cui la città, ed i suoi spazi verdi, si riapproprino della loro funzione primaria inserendo momenti artistici, dibattiti culturali, incontri con l’autore, il tutto in chiave garbatamente rosa cercando di dimostrare come la diversità non sia mai contrapposizione, ma solo arricchimento.

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Nel corso di questi anni avete avuto modi di far conoscere al pubblico qualche personaggio particolare? se sì, quale?

Nel corso di questi anni direi che abbiamo incontrato molte persone, scambiando idee, confrontandoci sui temi che ci stavano a cuore e cercando di favorire una interazione pubblico-ospite.

Non ho la pretesa di dire che “abbiamo fatto scoprire qualcosa a qualcuno” però certamente accanto ai grandi nomi come il Professor Latouche o l’alpinista Manolo abbiamo avuto l’onore di avere come compagni di viaggio lo scrittore Giorgio Boatti, autore di testi deliziosi tra cui mi piace citare “Un Paese ben coltivato” (edizione Laterza) piuttosto che il maestro Antonio La Cava che una volta andato in pensione, ha deciso di diffondere la cultura del libro percorrendo le impervie strade della Basilicata con il suo bibliomotocarro.

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Ovviamente questi sono solo alcuni nomi che tuttavia trovo significativi anche per segnalare la varietà di tematiche di cui si è occupato il Festival della Lentezza in questi anni.

Lasciaci un breve messaggio in cui inviti le persone a partecipare al prossimo Festival della Lentezza 🙂

Questa forse è la domanda più difficile in quanto è quasi un paradosso che un Festival della Lentezza provi ad essere breve & veloce…potrei comunque abbozzare una risposta dicendo che solo interpretando la Lentezza come un modo di porci possiamo immaginare un futuro migliore per tutti.

E assieme a questa frase di Luca dal Festival della Lentezza vi salutiamo e speriamo di vedervi numerosi alle prossime iniziative in programma! “Perché la Lentezza ci permette di vedere e fare le cose da altri punti diversi..come diceva Marcel Proust… L’unico vero viaggio verso la scoperta non consiste nella ricerca di nuovi paesaggi, ma nell’avere nuovi occhi.

…e allora buon viaggio a tutti!

                                                                                                           Blog IT.A.CÀ
Francesca Panizzolo
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