Agriturismo, chalet, B&B, hotel, Grand Hotel, villaggio vacanza, residence, appartamento, fattoria…
Ci sono talmente tante forme di vacanza e tanti tipi di strutture recettive che i poveri affamati di quelle poche briciole di non-lavoro concessegli durante l’anno navigano sperduti tra siti web, agenzie off e on line, blog, consigli in radio e chi più ne ha ne metta…
Ma c’è ancora qualcosa di alternativo? C’è ancora qualcosa per chi non vuole lucertolare in piscina, né rantolare tra i ricchi buffet degli alberghi, né tantomeno pisolare su patii di strutture strabusive a 10 passi dal mare? Si, in effetti c’è.
Specialmente per chi, come me, di indole trova l’ozio puro insopportabile e deve condirlo necessariamente con attività sportive, culturali e sociali.
Insomma per noi che siamo l’incubo dei nostri amici, che li svegliamo prima dell’alba per andare in cima alle dune a veder sorgere il sole, che alle 2 di pomeriggio del 15 agosto vogliamo andare in bicicletta e che, per esempio, al posto di affittare un trullo all-inclusive, preferiamo andare in Puglia con la “Rete Campagne in Lotta” a portare il nostro sostegno ai braccianti agricoli, soprattutto immigrati.
Campagne in lotta è una rete di lavoratori italiani e stranieri, militanti, collettivi, ricercatrici e ricercatori, gruppi di acquisto solidale, piccoli produttori ed altri ancora, provenienti da diverse parti d’Italia, che hanno deciso di unire i propri percorsi di lotta con l’obiettivo comune di scardinare i meccanismi di sfruttamento che attraversano l’intero mercato del lavoro, a partire dal settore agricolo.
Dal Piemonte alla Basilicata, dalla Campania alla Calabria, nei luoghi di raccolta, i lavoratori immigrati vivono dei meccanismi di esclusione e di isolamento, rispetto alle condizioni di lavoro, a quelle abitative e all’accesso ai servizi. Nel corso degli anni, questo processo di reclusione e di totale negazione dei diritti dei lavoratori stagionali è stato tollerato e sostenuto dalle istituzioni, locali e nazionali, poiché funzionale ai meccanismi produttivi ed ai rapporti clientelari territoriali.
Lo sforzo della Rete è quello di rompere l’isolamento dei lavoratori immigrati, attraverso pratiche ed azioni che possano produrre consapevolezza ed una conseguente autorganizzazione di percorsi di lotta, procedendo parallelamente ai processi rivendicativi dei piccoli produttori e dei consumatori e nell’ottica di comporre varie istanze che riguardino settori e categorie diversi.
A queste finalità rispondono i campi di volontariato che si stanno svolgendo e si svolgeranno fino a settembre in Puglia (Rignano Garganico, Ortanova, Stornara, Stornarella e Cerignola, provincia di Foggia), Basilicata (Palazzo San Gervasio, Lavello, Boreano e Venosa, provincia di Potenza) ed in Piemonte (Saluzzo, provincia di Cuneo).
Gli interventi svolti sono principalmente:
- corsi di italiano
- diffusione delle principali informazioni rispetto al lavoro in agricoltura (contratti, retribuzioni, disoccupazione, ecc.), ai permessi di soggiorno, ai servizi presenti sul territorio, ecc.
- ciclofficina (itinerante e non) e diffusione di informazioni sulla sicurezza stradale
- promozione di attività informative e di comunicazione con il territorio (cineforum, mostre, dibattiti, ecc.)
- attivazione di una radio autogestita
Considerato che è possibile partecipare in maniera quasi totalmente indipendente, col vostro mezzo di trasporto e per quanti giorni volete direi che abbiamo anche eliminato il tanto temuto problema del viaggio organizzato…quindi che aspettate? Il potere del turismo è forte, quello della lotta socio-politica anche. Pensate se li mettiamo insieme..
Redazione Blog IT.A.CÀ
Sara Petrozzi
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