L’International Ecotourism Society definisce l’ecoturismo “un modo responsabile di viaggiare in aree naturali, conservando l’ambiente e sostenendo il benessere delle popolazioni locali”, definizione ripresa e condivisa dall’Associazione Ecoturismo Italia, nata a Brescia nel 2002.
Significa dunque sostanzialmente visitare aree naturali con rispetto e responsabilità, minimizzando il proprio impatto, ovvero cercando di non influenzare o modificare l’ambiente stesso con una finalità di protezione e conservazione.
Se questo è fare ecoturismo, allora come possiamo definire 4 bambini tra i 4 e gli 11 anni che da Latina (provincia di Roma) decidono, ovviamente insieme alle proprie famiglie, di visitare il Parco Regionale dell’Appia Antica e, di non limitarsi a lasciare intatto l’ambiente, bensì di adoperarsi per migliorarlo? Super Ecoturismo?? Ecoturismo special??
Io sì che stavo facendo semplicemente un ecoturismo basico, limitandomi a passeggiare beata tra archi romani e alberi secolari.
É vero, non abbandonavo rifiuti e sicuramente pulivo attentamente tutto ciò che i miei cani maleducati lasciavano in giro, sentendomi anche soddisfatta della mia meticolosità. Fino a che non ho notato quelle 8 manine che raccoglievano con energia i rifiuti sparsi per il parco, addirittura creando catene umane di gambe e braccia per arrivare in fondo ai fiumiciattoli infestati dai residui di feste serali.
Un misto di vergogna per non aver mai fatto tanto e di ammirazione per quei piccoli aiutanti green di Babbo Natale mi ha spinto a complimentarmi con i giovanissimi idealisti e a chiedergli i motivi di tanto impegno.
“Perché siamo tutti responsabili del nostro ambiente! Anche se non abitiamo qui, è nostro dovere aiutare a migliorare il mondo!” rispose impetuosamente, sventolando l’indice in aria, la più intraprendente dei quattro, che iniziò allora un discorso degno di una campagna elettorale, uno stream of consciousness inarrestabile da parte di un metro e 20 di altezza, indignazione ed impeto rivoluzionario!!
“Altro che meteorite e meteorite, il mondo finirà perché sommerso da tutta questa spazzatura!!” sentenziò alla fina la nostra fervente militante, lasciandomi sempre più impressionata.
Ho ascoltati professori e professionisti parlarne all’università; ho partecipato a trekking naturalistici nel deserto, ad escursioni nei Parchi Nazionali, a manifestazioni in difesa dell’ambiente e degli animali; ho firmato petizioni per la salvaguardia dell’ambiente dalla cementificazione, partecipato a comitati contro l’inquinamento aereo, seguito assiduamente le operazioni del WWF e di Greenpeace.
Eppure niente mi ha scosso e commosso quanto questi minuscoli giganti dell’ecologismo che hanno scelto di loro spontanea volontà di pulire il parco piuttosto che di giocarci a pallone. Il che, alla veneranda età di 10 anni, è uno degli atti più rivoluzionari a cui io abbia mai assistito.
Probabilmente la grandezza di idee quali la sostenibilità ambientale, si manifesta ancora di più in tutta la sua importanza proprio quando esce fuori da giovanissime testoline che non sapranno ancora cosa sia il protocollo di Kyoto o l’Agenda 21, ma sono perfettamente in grado di riassumerli in poche semplici parole: “Il mondo è di tutti, se lo danneggiamo facciamo solo un danno a noi stessi”.
Serve dire altro??
Ascoltiamo le parole dei protagonisti
Redazione Blog IT.A.CÀ
Sara Petrozzi
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