Come parte del progetto AMITIE, martedì 27 novembre presso la Biblioteca Amilcar Cabral di Bologna è stato presentato il volume “L’era delle migrazioni: popoli in movimento nel mondo contemporaneo” di Stephen Castles e Mark J. Miller (traduzione di Massimiliano Bonatto, Odoya, 2012).
Il progetto europeo AMITIE (Awareness on Migration, Development and Human Rights through local partnerships) – promosso dal Comune di Bologna con una pluralità di partner internazionali, associazioni, organizzazioni non governative e l’Ateneo di Bologna – intende “approfondire e valorizzare il rapporto migrazione-sviluppo, sottolineando il ruolo fondamentale del migrante come cittadino transnazionale che, nella prospettiva dei diritti umani, può essere il protagonista insostituibile dei processi di co-sviluppo per la crescita culturale, sociale, politica, economica del paese di accoglienza e del suo paese d’origine.”
La campagna AMITIE si pone come obiettivo un nuovo modello di comunicazione sociale, frutto di un processo di partecipazione, scambio creativo e produzione collettiva, per costituire spazi di comunicazione e interazione, dove i nuovi cittadini sono i soggetti protagonisti.
Sono intervenuti all’incontro di presentazione del libro Sandro Mezzadra e Bruno Riccio dell’Università di Bologna, e Fabrizia Benedetti dell’Istituzione Biblioteche del Comune di Bologna.
Sarebbe impossibile riassumere in questo post il lavoro di Castles e Miller, 4° edizione di un testo riconosciuto a livello internazionale come manuale di riferimento dei flussi migratori nel mondo, ma ci proviamo attraverso gli interventi degli studiosi.
Sandro Mezzadra nota come il manuale sia diventato una sorta di wikipedia cartacea (a cui ora si affianca un sito internet) nel quale è racchiusa una ricostruzione dei dibattiti teorici, pubblici e politici sul tema. Viene sottolineato nel volume il concetto che le migrazioni sono una forma di azione collettiva, un movimento sociale: i migranti non sono percepiti come vittime ma come soggetti attivi che contribuiscono a plasmare il mondo in cui viviamo. Le migrazioni sono analizzate da Castles e Miller secondo una lettura “politica” che le pone al centro dei processi di globalizzazione.
Perché questo libro merita di essere letto? Perché è un’eccellente introduzione allo studio delle migrazioni, sostiene Bruno Riccio. Perché offre uno scenario rispettoso, non criptico, con una scrittura chiara e accessibile che restituisce dibattiti e sviluppi teorici spesso di notevole complessità. Perché è un volume multidisciplinare di ampio respiro che tenta di decentrare lo sguardo etnocentrico ancora predominante, che offre un modo intelligente per ripensare alla diversità e alla contemporaneità.
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Redazione Blog IT.A.CÀ
Francesco Marmo
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