Continuando il nostro percorso di scoperta dei partner di IT.A.CÁ, oggi è il turno di Marcella Terrusi, responsabile del progetto Itaca_Contest.
Marcella si occupa di letteratura e di infanzia all’Università di Bologna, ed è stata coinvolta in questa idea l’anno scorso da Pierluigi Musarò, ricercatore presso il Dipartimento di Sociologia dell’Università di Bologna.
Alla domanda su che cosa significasse per lei sostenibilità Marcella risponde con delle parole molto incisive:
“Il pensiero creativo applicato all’idea di futuro, l’assunzione della responsabilità delle proprie azioni, la consapevolezza del fatto che siamo legati strettamente gli uni agli altri, al di là di barriere fisiche o temporali” è quello che ci dice.
Perciò responsabilità, consapevolezza e solidarietà, sono i tre termini con i quali si può riassumere l’idea di sostenibilità per la curatrice del Contest. Non solo però, perché Marcella continua dicendo:
“Il coraggio di cambiare rotta, di ridiscutere le priorità del benessere dell’uomo e del pianeta, l’esercizio di uno sguardo che cerchi la bellezza e l’armonia delle cose … l’impegno congiunto per cercare le migliori soluzioni”.
Un’immagine molto decisa e che se potesse essere raffigurata avrebbe dei colori pieni e sgargianti, dei colori solari e positivi, ma anche decisi, fermi, come quelli del coraggio. Il coraggio e la coscienza di dover prendere determinate decisioni per il nostro futuro che non possono più essere rimandate o demandate.
Per ciò che riguarda invece nello specifico la nostra città, su come bisogna agire per renderla più sostenibile Marcella vede diversi livelli: innanzitutto limitando la circolazione delle auto, non solamente attraverso divieti ma promuovendo determinate idee e stili di vita non casuali e non passivi, creando dibattito su questioni critiche e interpellando esperti che possano migliorare la vita della comunità. A questo poi si dovrebbero aggiungere le grandi scelte di amministrazione, ma non solo: Marcella sostiene l’utilità di discutere il rapporto fra le generazioni, affinché pure i bambini e gli anziani possano avere luoghi e spazi di qualità, per avere una partecipazione attiva all’interno della comunità e produrre pensiero insieme, perché: “Quando il pensiero collettivo sogna, allora si producono le rivoluzioni”.
In un ottica del genere perciò si parla di relazioni sostenibili, di idee in movimento ed è questo di cui Bologna, ma non solo, ha bisogno.
In conclusione Marcella vuole fare un invito ai giovani: cogliere l’opportunità che il Festival offre per uscire senza meta e lasciarsi la libertà di seguire le occasioni di incontro, muoversi in percorsi nuovi, magari anche provando a fare un’esperienza di volontariato.
“Riprendersi la città partecipando, alzando lo sguardo, perché così si può guardare più lontano”.
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