Anche oggi continueremo a conoscere meglio i partner del Festival. L’altra volta abbiamo intervistato per voi Michelangelo Stanzani, Addetto alla Promozione e Comunicazione Turistica della Provincia di Bologna, vedi qui, che ci aveva lasciato un bellissimo messaggio di impegno verso la sostenibilità. Questa volta abbiamo incontrato un partner tecnico del festival ed il suo referente: Inti Bertocchi. Inti oltre a lavorare nel Settore Servizi per l’Abitare del Comune, è il referente locale dell’associazione conosciuta con il nome “couchsurfing”, cioè una rete internazionale di viaggiatori, che si mettono a disposizione per offrire uno scambio ed una accoglienza delle persone di passaggio, siano essere turisti, studenti, o lavoratori, in gran parte stranieri. La ospitalità consiste nel mettere a disposizione un divano per ospitare queste persone, offrire il proprio tempo libero per visite guidate della città, una cena o una uscita con gli amici, ma anche nell’organizzare iniziative culturali e sociali per facilitare l’incontro e l’amicizia tra le persone di tutte le provenienze (feste, scambi di lingua, trekking, concerti, ecc).
La mission di couchsurfing è molto attinente ai temi de Festival: per questo l’associazione è stata contatta per collaborare, in modo tale da realizzare un evento di più ampia portata,così da coinvolgere persone da tutta Italia e anche da fuori, mettendosi così in rete con le iniziative del territorio. Pertanto l’associazione si è resa disponibile ad organizzare una giornata di attività presso il Centro Interculturale Zonarelli e presso il giardino Parker Lennon, con il coilvolgimento di altre associazioni ed il patrocinio del Quartiere San Donato.
Per il nostro interlocutore sostenibilità significa promozione di uno sviluppo fondato sui valori di solidarietà umana, equità sociale, risparmio delle risorse e tutela ambientale, con una chiara visione della comunità globale, che presuppone una assunzione di responsabilità da parte dei singoli.
Chiedendogli in che modo Bologna possa diventare più sostenibile ci risponde: “promuovendo azioni di consapevolezza dal basso, creando una collaborazione tra le associazioni del territorio e un dialogo aperto con la pubblica amministrazione, facendo massa critica per ottenere un maggior sostegno, ma anche semplicemente diffondendo una cultura di pace e di solidarietà tra le persone, a partire dai vicini di casa. Perché per produrre un cambiamento culturale occorre partire dalle azioni quotidiane, dalle relazioni interpersonali, dai gesti di apertura verso il prossimo. È solo attraverso questo reciproco riconoscimento di valori autentici che possono scaturire progetti, idee e azioni come questa, bellissima, del Festival IT.A.CÁ…credo che siamo sulla strada giusta“!
Lo crediamo anche noi.
[Foto di Daniel Kulinski tratta da qui.]
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