Cari amici viaggiatori e amiche viaggiatrici
oggi nel nostro blog siamo in compagnia di Luca Gianotti della Compagnia dei Cammini che quest’anno è partner importante dell’8°edizione del festival IT.A.CÀ a Bologna ( 23 – 29 maggio 2016), che ci racconta la sua passione del camminare e come ne ha fatto una filosofia di vita.
La Compagnia dei Cammini è un’associazione che lavora per diffondere la cultura del camminare in Italia, camminare è salute, camminare è ritrovare il contatto con la natura, camminare aiuta a rallentare e a vivere più in contatto con se stessi e il mondo.
I lunghi cammini sono lo strumento per fare questo. Ecco perché la Compagnia dei Cammini propone ai suoi soci di partecipare a cammini, trekking, viaggi a piedi ed eventi che valorizzano questa opportunità. La Compagnia prosegue il cammino e l’esperienza de La Boscaglia, in linea con la sua filosofia del camminare e i suoi valori dove i soci dell’associazione sono compagni di cammino.
Com’è iniziata la tua carriera da camminatore?
Quando avevo vent’anni o poco meno. Cominciai ad attraversare luoghi selvaggi d’Europa con la mia ragazza, in tenda, da veri avventurosi selvatici. Poi ci presi gusto, divenni accompagnatore di trekking per passione, e dopo la laurea in filosofia decisi che preferivo lavorare camminando piuttosto che starmene in una stanza al chiuso. Ecco che divenni guida, e iniziò una vita nuova.
Quando e perché hai sentito l’esigenza di raccontare le tue esperienze di viaggio attraverso la scrittura. Qual è il tuo rapporto con questo mezzo espressivo? Tra le tue pubblicazioni quali ami di più e quali meno? Perché?
Ho sentito questo bisogno tardi. A 50 anni. Fino ad allora mi dicevo sempre che volevo vivere, e volevo farlo intensamente, succhiando il midollo della vita, e che avrei avuto tempo per scrivere e raccontare più avanti negli anni, quando avessi rallentato. A dir la verità non ho rallentato molto, ma adesso scrivo anche, ho pubblicato 5 libri in 5 anni, vorrei scrivere meno, ma mi capitano belle cose da raccontare, ed è più forte di me. Ho quindi un rapporto duplice con la scrittura, mi piace tantissimo, ma so anche che non ci sono nato con questo talento, me lo sto costruendo adesso in tarda età, piano piano. Il camminare è un talento naturale per me, lo scrivere è una tecnica che pratico.
Amo di più il mio libro “La spirale della memoria” perché è il lavoro intellettualmente più complesso, scritto in cammino e quindi sperimentando la creatività deambulante, ma frutto anche di ricerche d’archivio approfondite e di ragionamenti antropologici. Un oggetto narrativo non identificato, come li chiamano i Wu Ming, che però è stato un insuccesso, la vita è così, lo amo ma mi fa arrabbiare perché solo quei pochi che lo hanno letto si sono accorti del suo valore. Quindi tra i miei libri è quello che amo di più e amo di meno.
Com’è nata la “Compagnia dei cammini”?
Da un’altra associazione che si chiamava La Boscaglia, che era nata nel 1994, quindi è una storia lunga, ma si è evoluta. Prima si praticava il trekking, ora si seguono le antiche vie di viandanza, i cammini. E quindi si viaggia nel mondo, con le sue bellezze e le sue brutture, per conoscerlo meglio. Cercando con passo lento di scoprire verità nascoste, andare sotto il tappeto delle verità imposte da giornali, televisioni e poteri forti. E ci mettiamo in cammino per guardarci dentro, il cammino aiuta a mettersi a nudo.
Siamo un’associazione no profit, vogliamo stare fuori dal mondo commerciale. E la nostra missione è diffondere la cultura del camminare.
Oltre al fatto, direi ovvio, che camminare non comparta l’uso di mezzi trasporto inquinanti, potresti articolare il rapporto tra questa forma di viaggio, il turismo responsabile in relazione anche alla filosofia di IT.A.C.À?
Non è vero che il cammino non comporta l’uso di mezzi di trasporto inquinanti. Per raggiungere il punto di partenza e per tornare a casa, ci si sposta in aereo, in nave, in treno, in auto. Ecco che già da qui serve una bella riflessione sull’impatto del viaggiare. A meno che non si parta sempre a piedi da casa, come ho fatto io per la mia Spirale della memoria.
Ma la riflessione sul viaggiare va approfondita: dobbiamo viaggiare con più consapevolezza, rispettando le culture locali, non creando squilibri di tipo economico e sociale, oltreché ambientale. C’è tanto da crescere su questo argomento, è uno degli aspetti della nostra vita che affrontiamo con più superficialità, perché in vacanza diventiamo bambini.
Il camminare però aiuta, il camminare è per definizione a basso impatto: l’impatto ambientale è minimo, se fatto con cura; l’impatto sociale di un camminatore è altrettanto minimo, perché chi arriva a piedi viene sempre accolto come un ospite pacifico, non è un invasore, e quindi l’incontro con chi è sulla strada è sempre profondo e vero, se noi sappiamo coglierlo.
L’impatto economico, infine, il camminatore consapevole sa privilegiare l’ospitalità familiare, viaggia tutto l’anno, distribuisce il suo contributo economico in modo molto differenziato, non fermandosi mai.
A IT.A.C.À 2016, che si terrà a Bologna dal 23 al 29 maggio, terrai un “Trialogo sulla Viandanza” insieme a Wu Ming 2 e Luigi Nacci – ci puoi dare qualche anticipazione su quest’evento e sul tuo intervento?
Anticipazioni non posso darne perché sarà un trialogo improvvisato, molto jazz. Wu Ming 2, Nacci e io ci vogliamo bene, quindi può nascere un discorso empatico, oltreché pregno di sensi. Vedremo.
Quello che mi auguro è che ascoltandoci qualcuno sia invogliato a mettersi in cammino, il mondo ha bisogno di noi camminatori, gente controcorrente, non inquadrabile, che scarta di lato, molto pacifica. Ma serve anche che i camminatori facciano pratica di modestia, e davvero non costruiscano muri. Muri e cammini non vanno d’accordo, così come non vanno d’accordo le recinzioni con i nomadi, i pastori, i viandanti.
Ringraziamo Luca Gianotti per averci raccontato la sua passione nel camminare e che auguriamo che possa trasmettersi a tanti altri viaggiatori, come sempre buon viaggio.
Vi aspettiamo a IT.A.CÀ 2016 dal 23 al 29 maggio a Bologna 😉
Blog IT.A.CÀ
Sonia Bregoli
Responsabile comunicazione IT.A.CÀ
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